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MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AL DIRETTORE GENERALE DELLA FAO, SIGNOR JOSÉ GRAZIANO DA SILVA,
PER L'INIZIO DEL DECENNIO DELL'AGRICOLTURA FAMILIARE

 

Al Professor José Graziano da Silva
Direttore Generale dell’Organizzazione
delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (Fao)

 

Illustrissimo signore,

Mi rivolgo a lei in questo giorno in cui comincia il decennio delle Nazioni Unite sull’agricoltura familiare (2019-2028); iniziativa con la quale si vuole realizzare il proposito Fame Zero 2030 e raggiungere il secondo degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030: «porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile».

La famiglia è formata da una trama di rapporti, ed è in famiglia che s’impara a convivere con gli altri e a essere in sintonia con il mondo che ci circonda. Perciò rappresenta un humus fecondo e un modello di comportamento per un’agricoltura sostenibile, che ha conseguenze benefiche, non solo per il settore agricolo, ma anche per tutta l’umanità e la salvaguardia dell’ambiente. In tal senso, la famiglia aiuta a capire il vincolo che esiste tra umanità, creazione e agricoltura.

Al tempo stesso, nella realtà familiare si applica il principio di sussidiarietà, che è capace di plasmare l’ordine sociale, in quanto strumento che regola le relazione. Attraverso una sussidiarietà adeguata, le autorità pubbliche, dal livello locale fino alla dimensione internazionale più ampia, possono lavorare, insieme alla famiglia, per lo sviluppo delle aree rurali senza trascurare l’obiettivo del bene comune e dando priorità a quanti si trovano in una situazione di maggior bisogno.

In questa “sussidiarietà ascendente”, che ci permette di ascoltare e di riconoscere il nostro prossimo, si può vedere come l’impresa agricola familiare non può prescindere dal contributo specifico del genio femminile, tanto necessario in tutte le espressioni della vita sociale (cfr. Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, n. 295). Il contributo delle donne nell’attività agricola è significativo, in particolare nei paesi in via di sviluppo. Esse partecipano a tutte le fasi della produzione alimentare, dalla semina fino al raccolto, alla gestione e alla cura del bestiame, e persino ai lavori più pesanti.

Infine, la crisi alimentare nei paesi meno sviluppati e la grave crisi economica e finanziaria nei paesi sviluppati hanno dato impulso, in diversi luoghi, a un rinnovato sforzo per fare dell’agricoltura uno strumento non solo per l’impiego, ma anche per lo sviluppo dell’individuo e della comunità. Il lavoro dei giovani nell’agricoltura, oltre a combattere la disoccupazione, può dare nuovo vigore a un settore che sta diventando strategico per l’interesse nazionale di molti paesi. Gli obiettivi contemplati nell’Agenda 2030 non possono ignorare l’apporto dei giovani e la loro capacità di innovare.

È importante rivedere il sistema educativo affinché risponda meglio alle esigenze del settore agricolo, e pertanto per integrare i giovani nel mercato del lavoro. L’interesse e il talento dei giovani per l’agricoltura devono poter contare sul sostegno di un contesto educativo adeguato e di politiche economiche che forniscano loro gli strumenti necessari per esprimere le loro capacità e diventare così agenti di cambiamento e di sviluppo per le loro comunità, a partire da una visione di ecologia integrale. Il sistema educativo deve superare il mero trasferimento di conoscenze e integrare la cultura ecologica che deve contemplare «uno sguardo diverso, un pensiero, una politica, un programma educativo, uno stile di vita e una spiritualità che diano forma ad una resistenza di fronte all’avanzare del paradigma tecnocratico» (Lettera enciclica Laudato si’, n. 111). La trasmissione di questi valori che trovano il loro ambito naturale nella famiglia può forgiare la realtà locale come pure la vita internazionale.

Signor Direttore Generale,

Questa opportunità, che ci viene offerta per riflettere e lavorare a favore dell’agricoltura familiare al fine di sradicare la fame, è un motivo per sensibilizzare ancora di più la società sui bisogni dei nostri fratelli e sorelle che mancano dell’essenziale. Perciò è necessario dare ai popoli una struttura adeguata che permetta loro di liberarsi dalla fame; ciò sarà possibile se si uniranno gli sforzi e si lavorerà con determinazione e prontezza, come pure se si concretizzeranno azioni in un approccio che tenga conto dei diritti umani fondamentali e della solidarietà intergenerazionale quale base della sostenibilità. Queste azioni saranno fondamentali per raggiungere, anche attraverso l’agricoltura familiare, la meta stabilita dal secondo degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.

Il Signore benedica gli sforzi e i lavori dei rappresentanti delle nazioni accreditate presso la Fao, di quanti fanno parte di questa organizzazione e di quanti hanno contribuito a rendere possibile questa iniziativa al servizio della grande famiglia umana.

Vaticano, 29 maggio 2019

 

Francesco



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