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VISITA PASTORALE ALLA PARROCCHIA ROMANA
«SAN GIUSEPPE ALL'AURELIO»

PAROLE DEL SANTO PADRE FRANCESCO

III Domenica di Avvento, 14 dicembre 2014

[Multimedia]


 

Incontro con i bambini  

Buonasera!

Grazie di questa accoglienza tanto calda! Grazie tante!

Voi, per quale squadra tifate? Un po’ di tutto, un po’ di tutto…

Qui ci sono quelli di voi che faranno la Prima Comunione. Sapete? Quest’anno io ho fatto il 70° anniversario della mia Prima Comunione: 70 anni fa io ho fatto la Prima Comunione. Da tempo, eh? Io l’ho fatta l’8 ottobre 1944 – qualcuno di voi era nato, in quel tempo?

Ma lo ricordo come se fosse oggi. Sono stato preparato per un anno da una suora tanto buona, che si chiamava Dolores, tanto buona. Mi ha insegnato il catechismo… E anche le catechiste, ambedue si chiamavano Alicia. Ci insegnavano. Poi è arrivato il giorno. A quei tempi, tu non potevi, prima della Messa, neppure prendere un po’ d’acqua, niente, neppure un goccio d’acqua. E’ stato Pio XII che ci ha salvato da questa dittatura! E’ stato bravo… E tutti noi entravamo in chiesa con le mani incollate, così… e cantavamo, un canto che forse voi conoscete: “O santo altare custodito dagli angeli, io vengo a te per la prima volta…”. Si canta, questo canto? Non si canta. Noi cantavamo questo canto. Ma non dimentico mai quella giornata.

E poi, nel pomeriggio, siamo tornati in chiesa per fare la Cresima: lo stesso giorno. E la Cresima si faceva tutti i bambini in cerchio, nella chiesa – avevano tolto i banchi – e passava il Vescovo e ci dava la Cresima. Non dimentico quella giornata. Sempre, voi che farete la Prima Comunione, ricordate sempre, per tutta la vita, quella giornata: il primo giorno che Gesù è venuto in noi. Lui viene, si fa uno con noi, si fa nostro cibo, nostro nutrimento per darci forza. E anche non dimenticate le catechiste. Sapete che io non ho le mai dimenticate nella mia vita; e quando la suora che mi ha preparato è morta, il 17 ottobre dell’anno ’87, io sono andato lì e sono stato con la sua salma e ho pregato tanto, perché quella suora mi ha avvicinato a Gesù. Non dimenticate i catechisti: d’accordo? Non dimenticate la data: d’accordo? E ogni anno, nella ricorrenza, andate a fare una bella Confessione e la Comunione: d’accordo?

Va bene. Grazie. Adesso benedico i Bambini Gesù, tutti. Alzate i Bambinelli, tutti! Padre, Figlio e Spirito Santo. Grazie a voi. E per favore, pregate per me!

  

Incontro con i nomadi 

Grazie dell’accoglienza… accomodatevi... Vi saluto e vi auguro ogni bene. Che sempre ci sia pace nelle vostre famiglie; e ci sia lavoro, ci sia gioia. La gioia di Gesù, la pace di Gesù, e così andare avanti. Non perdere la speranza nei momenti difficili, perché la speranza non delude: la dà il Signore. E il Signore presto o tardi ci aspetta sempre, sempre. E’ vicino a noi. Forse noi non lo vediamo, ma Lui è vicino e ci vuole tanto bene. Fiducia nel Signore, speranza nel Signore e andare avanti con il lavoro.

Ringrazio quelli che fanno la scuola della pace. La scuola della pace è un seme molto importante, che darà i suoi frutti, con il tempo. Ci vuole pazienza, ma darà i suoi frutti. Avanti sempre con questo.

Grazie tante e, per favore, pregate per me! Preghiamo la Madonna e poi una benedizione: Ave o Maria, …

[Benedizione]

Grazie tante! 

 

Incontro con i malati 

Vi ringrazio per la vostra accoglienza, grazie tante. Per favore, non dimenticate di pregare per me! Lo fate? Vi ringrazio anche per la testimonianza che voi date, testimonianza di pazienza, di amore di Dio, di speranza nel Signore: questo fa tanto bene alla Chiesa. Voi “annaffiate” continuamente la Chiesa con la vostra vita, con le vostre sofferenze, con la vostra pazienza. Grazie tante, vi ringrazio davvero. La Chiesa senza i malati non andrebbe avanti. Voi siete forza nella Chiesa, voi siete vera forza. Il Signore ha voluto che vi visitasse questa malattia, ma andate avanti: andate avanti, con pazienza, anche con gioia. La gioia è la pace che ci dà il Signore, con quella pace dentro. Tutti andiamo verso la fine della vita, tutti… E qui, la maggioranza siamo del secolo scorso… E così, dobbiamo guardare avanti perché lì ci aspetta il Signore. Sempre, sì, ci aspetta. Quando sarà, non sappiamo, ma ci aspetta. E questa speranza ci dà pace e ci dà anche gioia. Grazie. Grazie tante per la vostra testimonianza e per la vostra esistenza nella Chiesa. Preghiamo la Madonna: Ave o Maria, …

[Benedizione] 

E quelli, chi sono? Monaci? Frati? Ah, gli studenti per diventare preti…

[No, per diventare medici!]

[ride] Si sono spaventati!

[Una parola ai medici futuri …]

Pregate per me, pregate per me. E avanti! Che il Signore benedica le vostre mani perché siate, nel futuro, medici bravi. Grazie.

  

Incontro con i bambini da poco battezzati  

Ringrazio per l’accoglienza tutti voi. E’ bello vedere tanti bambini… Un bambino dice sempre una parola di speranza con il suo essere, un bambino sempre va avanti, ci porta al futuro… E’ un seme di futuro. Nel bambino ci sono tante cose, e voi, genitori – ma questo non potete dirlo, è una cosa segreta di ognuno di voi – quante volte pensate al bambino: “Diventerà questo, quello, quest’altro nella vita…”; e questo è bello, pensare al futuro, perché è una preghiera. E’ dire a Dio: “Custodisci il mio bambino, la mia bambina per il futuro”. Nel bambino, nella bambina ci sono le nostre speranze nostre. Noi diamo loro una fiaccola di fede, di vita e loro la porteranno avanti ai loro figli, ai loro nipoti… E così è la vita. E nel Battesimo, voi avete dato la fede, avete trasmesso la fede mediante il Sacramento, ma dopo tanti anni loro faranno lo stesso con i loro figli, e così la fede dal tempo di Gesù fino a oggi è come una catena che viene trasmessa dai genitori. E questa è una bella responsabilità! Non dimenticate mai il giorno del Battesimo, non dimenticatelo mai!

Io avrei un po’ di curiosità per fare una domanda, ma non la farò… Oppure la farò, ma non chiederò risposta… Quanti di voi sapete il giorno del vostro Battesimo? No, non dite niente, non dite niente… Ma, se non lo sapete, andate a cercarlo: chiamate la zia, la mamma, la madrina: “Quando sono stato battezzato?”. Perché è un giorno di festa, quello: è il giorno in cui noi abbiamo incontrato Gesù, per la prima volta. Questo è il compito per casa: quando sono stato battezzato? E questo è bello, è bello! Io sono stato battezzato il giorno di Natale, proprio! Otto giorni dopo la mia nascita, proprio in quel giorno, perché in quel tempo c’era l’abitudine – almeno in Argentina – di battezzare il bambino otto giorni dopo la nascita. Ricordate sempre questo.

Prego per voi. Che abbiate gioia, gioia con questi bambini. La gioia nella casa, la gioia nella speranza, tante gioie. E vi do la benedizione. Preghiamo la Madonna: Ave o Maria …

[Benedizione]

Vi dico una cosa. Prima di tutto, vi chiedo di pregare per me, che ne ho bisogno. Ma quello che volevo dire è questo: i bambini piangono, fanno rumore, vanno da una parte e dall’altra… e a me dà tanto fastidio quando in chiesa un bambino piange e la gente vuole che se ne vada fuori. No! E’ la migliore predica! Il pianto di un bambino è la voce di Dio! Mai, mai cacciarli via dalla chiesa, davvero! Grazie tante!

 



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