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VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
IN ECUADOR, BOLIVIA E PARAGUAY

(5-13 LUGLIO 2015)

VISITA ALLA CATTEDRALE DI QUITO

SALUTO DEL SANTO PADRE
ALLE PERSONE RIUNITE NELLA PIAZZA DELLA CATTEDRALE

Ecuador
Lunedì
, 6 luglio 2015

[Multimedia]


 

Discorso preparato dal Santo Padre

Cari fratelli,

Vengo a Quito come pellegrino, per condividere con voi la gioia di evangelizzare. Sono partito dal Vaticano salutando l’immagine di santa Marianna di Gesù, che dall’abside della Basilica di San Pietro veglia sul cammino che il Papa tante volte compie. Ad essa ho raccomandato anche i frutti di questo viaggio, chiedendole che tutti noi possiamo imparare dal suo esempio. Il suo sacrificio e la sua eroica virtù si rappresentano con un giglio. Tuttavia, nella statua dietro la Basilica di San Pietro viene ritratta con un intero mazzo di fiori, perché presenta al Signore, nel cuore della Chiesa, insieme al suo, i fiori di tutti voi, quelli di tutto l’Equador.

I santi ci invitano a imitarli, a porsi alla loro scuola, come hanno fatto santa Narcisa di Gesù e la beata Mercedes di Gesù Molina, interpellate dall’esempio di santa Marianna. A quanti oggi sono qui e soffrono o hanno sofferto come orfani, a coloro che, pur essendo ancora piccoli, hanno dovuto badare ai fratelli, a quanti si impegnano ogni giorno nel curare gli ammalati o gli anziani, dico che così fece santa Marianna e così la imitarono Narcisa e Mercedes. Non è difficile se Dio è con noi. Esse non hanno compiuto cose eccezionali agli occhi del mondo. Solo hanno amato molto e lo hanno dimostrato nel quotidiano fino a toccare la carne sofferente di Cristo nel popolo (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 24). E non l’hanno fatto da sole, ma insieme ad altri.

Per costruire questa cattedrale, i lavori di trasporto, di intaglio e di muratura sono stati fatti secondo le nostre usanze, quelle dei popoli autoctoni; un lavoro di tutti a favore della comunità, un lavoro anonimo, senza cartelli pubblicitari né applausi. Voglia Dio che, come le pietre di questa cattedrale, anche noi ci poniamo sulle spalle le necessità degli altri, aiutando a edificare o restaurare la vita di tanti fratelli che non hanno forze per costruirla o l’hanno vista crollare.

Oggi sono qui con voi, che mi donate il giubilo dei vostri cuori: «Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace, del messaggero di buone notizie» (Is 52,7). E’ la bellezza che siamo chiamati a diffondere, come buon profumo di Cristo: la nostra preghiera, le nostre buone opere, il nostro sacrificio per i più bisognosi. È la gioia di evangelizzare, e voi «sapendo queste cose siete beati se le mettete in pratica» (Gv 13,17).

Dio vi benedica!


Parole pronunciate dal Santo Padre dopo la visita alla Cattedrale di Quito:

Do la mia benedizione a ognuno di voi, alle vostre famiglie, a tutte le persone care e a questo grande e nobile popolo ecuadoriano, perché non ci siano differenze, non ci sia esclusione, non ci siano persone scartate, tutti siano fratelli, tutti vengano inclusi, e nessuno resti fuori da questa grande nazione ecuadoriana. A ognuno di voi, alle vostre famiglie, do la benedizione.

Ma prima recitiamo insieme l’Ave Maria.

[Ave Maria]

Che la benedizione di Dio Onnipotente, del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, discenda su di voi e con voi rimanga sempre.

E vi chiedo per favore di pregare per me. Buona notte e a domani.

 



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