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DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
A S.E. IL SIGNOR BOUBACAR SIDIKI TOURÉ, 
NUOVO AMBASCIATORE DEL MALI PRESSO LA SANTA SEDE

Sala Clementina
Giovedì, 16 dicembre
 2010

 

Signor Ambasciatore,

Ricevo molto volentieri le Lettere che l'accreditano come Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario del Mali presso la Santa Sede. In questa felice circostanza sono lieto di darle il benvenuto in Vaticano e la ringrazio per le sue cordiali parole, mediante le quali mi ha espresso l'omaggio rispettoso del Presidente della Repubblica e di tutto il popolo maliano. Le sarei grato se potesse trasmettere in cambio a Sua Eccellenza il Signor Amadou Toumani Touré, Capo di Stato, i miei sentimenti di gratitudine e di rispetto, e la certezza delle mie preghiere per la sua persona e per tutti i maliani.

Come molti altri Paesi africani, il Mali ha celebrato quest'anno il cinquantesimo anniversario della sua indipendenza. Vorrei congratularmi con tutti i maliani per i considerevoli progressi compiuti in questo mezzo secolo. Come lei sa, Signor Ambasciatore, i progressi realizzati sono sempre accompagnati da sfide da accogliere. Cito fra le altre la pace sociale, l'educazione e il diritto all'alimentazione. Per edificare una società pacifica e stabile, il Mali può attingere al suo patrimonio culturale che racchiude valori umani, intellettuali e religiosi. Vi incoraggio a conservarli e a trasmetterli alle nuove generazioni, poiché una società servita da persone dotate di una profonda perspicacia morale promuove sempre la giustizia e la pace. I responsabili di una simile società sanno superare i propri interessi per essere governanti virtuosi e totalmente dediti al bene comune. Sanno anche coltivare rapporti umani animati dalla fiducia e dalla solidarietà, dal rispetto reciproco e dal dialogo sincero. Incoraggio dunque i diversi responsabili maliani ad aiutare i loro concittadini a riconciliarsi fra di essi dopo i confitti che hanno costellato la storia recente del Mali. Li invito anche a lottare contro ogni discriminazione basata sull'etnia e sulla religione. È in effetti legittimo che l'identità propria di ogni comunità etnica o religiosa possa esprimersi visibilmente, nel rispetto reciproco, favorendo una coesistenza pacifica a tutti i livelli della comunità nazionale (cfr. Discorso ai Vescovi del Mali, 18 maggio 2007).

Guardando al futuro, il Governo maliano ha inserito fra le sue priorità la formazione di dirigenti capaci di assicurare lo sviluppo del Paese. In un mondo caratterizzato dall'interdipendenza dei popoli e dalla rapida diffusione di un mimetismo dei comportamenti umani accompagnato da un crescente individualismo, l'educazione costituisce una necessità vitale ed esistenziale. Essa non può però ridursi a un'accumulazione di conoscenze intellettuali o di competenze tecniche. Il saper-fare dovrebbe andare di pari passo con il saper-vivere e il saper-essere che, fondati sulla saggezza umana e sulle risorse spirituali, riflettono maggiormente la verità essenziale dell'esistenza umana. È per questo che, nell'educazione dei figli, le famiglie maliane non si accontentano dei risultati scolastici da conseguire, ignorando le virtù umane, culturali e religiose. Che esse offrano ai loro figli quei punti di riferimento che li condurranno alla verità sulla vita, sul dovere di solidarietà e di dialogo che sono connaturati alla natura umana! Spetta altresì allo Stato sostenere le famiglie nel loro compito educativo e vegliare sulla qualità intellettuale e umana del personale docente. Che i giovani maliani non si lascino sedurre dal guadagno facile che potrebbe indurli a venire a patti con reti che spingono alla criminalità e al traffico della droga!

Il suo Paese si è impegnato, Signor Ambasciatore, sul cammino di uno sviluppo armonioso, elaborando progetti fra i quali il nuovo Codice delle persone e della famiglia. Nutro grande speranza nel fatto che possa aiutare a colmare le disuguaglianze fra le persone e i gruppi sociali. Questo nuovo Codice contribuirà alla pace sociale se i responsabili del suo Paese si adopereranno anche per assicurare il diritto all'alimentazione. Plaudendo agli sforzi compiuti per accrescere la produzione del cotone e del riso, incoraggio il suo Governo ad affrontare il problema dell'insicurezza alimentare "eliminando le cause strutturali che lo provocano e promuovendo lo sviluppo agricolo ... mediante investimenti... capaci di utilizzare al meglio le risorse umane, naturali e socio-economiche maggiormente accessibili a livello locale... Tutto ciò va realizzato coinvolgendo le comunità locali nelle scelte e nelle decisioni relative all'uso della terra coltivabile" (Caritas in veritate, n. 27).

Come lei ha potuto constatare, Eccellenza, molti dirigenti del suo Paese sono stati formati in scuole cattoliche. L'impegno della Chiesa nella formazione e nell'educazione, come pure nei campi caritativo, sanitario e sociale, dimostra la sua volontà di collaborare con lo Stato, pur conservando la natura particolare delle sue strutture. Colgo l'occasione per plaudire alla Convenzione sulle cure sanitarie, firmata fra la Conferenza episcopale e il ministero della Sanità del Mali, come pure all'impegno assunto da tale ministero a concedere sovvenzioni alle strutture sanitarie ecclesiali.

Per concludere, saluto calorosamente, per mezzo di lei, la comunità cattolica del Mali con i suoi pastori, e l'invito a proseguire nella sua testimonianza coraggiosa e gioiosa della fede e dell'amore fraterno insegnato da Cristo. Desidero incoraggiare anche gli sforzi compiti dalla Conferenza episcopale e dal Governo per consolidare le relazioni di stima reciproca tra il Mali e la Santa Sede.
Mentre lei inaugura la sua missione, le formulo, Signor Ambasciatore, i miei voti migliori, assicurandola del sostegno dei diversi servizi della Curia romana per lo svolgimento della sua funzione. A tal fine, invoco volentieri su di lei e sulla sua famiglia, come pure sui suoi collaboratori, l'abbondanza delle Benedizioni divine.

 

© Copyright 2010 - Libreria Editrice Vaticana

       



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