Index   Back Top Print

[ EN  - ES  - FR  - IT  - PT ]

DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
A
LLA DELEGAZIONE DEL CONSIGLIO METODISTA MONDIALE

Giovedì, 7 aprile 2016

[Multimedia]


 

Cari fratelli e sorelle,

vi rivolgo il mio cordiale saluto in questo tempo pasquale, nel quale celebriamo la Risurrezione del Signore che risplende sul mondo. Ringrazio per le cortesi parole che mi sono state indirizzate. Ci incontriamo uniti nella fede che Gesù è il Signore e che Dio lo ha risuscitato dai morti; questa fede battesimale ci rende realmente fratelli e sorelle. Il mio saluto va anche alle istituzioni che voi rappresentate: il Consiglio Metodista Mondiale, il Consiglio Metodista Europeo e la Chiesa Metodista Britannica.

Ho accolto con piacere la notizia dell’apertura dell’Ufficio Ecumenico Metodista a Roma. È questo un segno dell’intensificarsi delle nostre relazioni, e in particolare del nostro comune desiderio di superare gli ostacoli che ci impediscono di entrare in una piena comunione. Prego il Signore affinché benedica il lavoro di questo Ufficio: possa diventare luogo di proficuo incontro tra metodisti e cattolici, in cui apprezzare sempre più la fede gli uni degli altri, siano essi gruppi di pellegrini, persone che si preparano al ministero o responsabili delle loro comunità; possa diventare anche luogo in cui i progressi compiuti dal nostro dialogo teologico vengano divulgati, celebrati e portati avanti.

Sono trascorsi quasi cinquant’anni da quando la nostra Commissione congiunta teologica ha iniziato i suoi lavori. Al di là delle differenze che permangono, il nostro è un dialogo che, basato sul rispetto e sulla fraternità, arricchisce entrambe le Comunità. Il documento attualmente in fase di preparazione, che dovrebbe essere pubblicato entro la fine dell’anno, ne è un chiaro esempio. Partendo dall’adesione metodista alla Dichiarazione Comune sulla dottrina della giustificazione, esso prende a tema “La chiamata alla santità”. Cattolici e metodisti hanno molto da imparare gli uni dagli altri su come intendere la santità e su come cercare di viverla. Tutti quanti dobbiamo fare il possibile perché i membri delle nostre rispettive parrocchie si incontrino regolarmente, si conoscano tramite scambi stimolanti e si incoraggino reciprocamente a cercare il Signore e la sua grazia. Quando leggiamo le Scritture, da soli o in gruppo, ma sempre in un’atmosfera di preghiera, ci apriamo all’amore del Padre, donatoci nel suo Figlio e nello Spirito Santo. Anche là dove rimangono divergenze tra le nostre comunità, esse possono e devono diventare stimolo alla riflessione e al dialogo.

John Wesley, nella sua Lettera a un cattolico romano, scrisse che cattolici e metodisti sono chiamati ad «aiutarsi vicendevolmente in qualsiasi cosa … conduca al Regno». Che questa nuova dichiarazione comune possa essere di incoraggiamento a metodisti e cattolici ad aiutarsi gli uni gli altri nella vita di preghiera e nella devozione. Nella stessa lettera, Wesley scriveva anche: «Se ancora non possiamo pensare nello stesso modo in tutte le cose, possiamo almeno amare nello stesso modo». È vero che non pensiamo ancora nello stesso modo in tutte le cose, e che su questioni relative ai ministeri ordinati e all’etica molto lavoro rimane da fare. Tuttavia, nessuna di queste differenze rappresenta un ostacolo che possa impedirci di amare nello stesso modo e di rendere una testimonianza comune davanti al mondo. La nostra vita nella santità deve sempre comprendere un servizio di amore al mondo; cattolici e metodisti sono tenuti ad impegnarsi insieme per testimoniare concretamente, in molti campi, il loro amore per Cristo. Infatti, quando serviamo insieme chi si trova nel bisogno, la nostra comunione cresce.

Nel mondo di oggi, ferito da molti mali, è più che mai necessario che come cristiani testimoniamo insieme con rinnovata energia la luce della Pasqua, diventando segno dell’amore di Dio, vittorioso nella Risurrezione di Gesù. Possa questo amore, anche mediante il nostro servizio umile e coraggioso, raggiungere il cuore e la vita di tanti fratelli e sorelle che lo attendono, anche senza saperlo. «Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!»

 



Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana