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DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AI PARTECIPANTI ALLA SCUOLA ESTIVA DI ASTRONOMIA
DELLA SPECOLA VATICANA

Sala del Concistoro
Sabato, 11 giugno 2016

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Cari amici,

sono lieto di accogliere voi, professori e alunni del Corso estivo organizzato dai Padri Gesuiti alla Specola Vaticana. La qualificata partecipazione di persone provenienti da vari Paesi e differenti culture è segno di come la diversità può arricchire anche il lavoro di ricerca in ambito scientifico. Ringrazio Padre Paul Mueller, Vice Direttore dell’Osservatorio, come anche i professori che si sono resi disponibili per accompagnare voi, giovani astronomi, nella complessa e meravigliosa attività di scrutare l’universo, dono incomparabile del Creatore. La mia riconoscenza va anche a quanti, con la loro generosità, hanno contribuito a rendere possibile questa scuola internazionale.

Il Papa Leone XIII fondò l’Osservatorio Vaticano nel 1891, esattamente 125 anni fa, anche per confermare quanto la Chiesa fosse amica della «vera e fondata scienza, sia umana che divina» (Motu proprio Ut mysticam, 14 marzo 1891). In tutti questi anni, tale Istituzione scientifica si è sforzata di realizzare le finalità per la quale è stata voluta, avvalendosi di nuovi strumenti, come anche del dialogo e del confronto con altri centri di ricerca.

Il fatto che vi siete riuniti per questa scuola estiva mostra che il desiderio di comprendere l’universo, creato da Dio, e il nostro posto in esso, è comune a uomini e donne che vivono in contesti culturali e religiosi assai differenti. Tutti noi viviamo sotto lo stesso cielo; e tutti siamo mossi dalla bellezza che si rivela nel cosmo e si riflette anche nei nostri studi sui corpi e le sostanze celesti. Siamo così uniti dal desiderio di scoprire la verità su come opera questo meraviglioso universo, avvicinandoci sempre più al suo Creatore.

Perciò è veramente buono e provvidenziale che questa quindicesima scuola estiva si occupi dello studio dell’acqua nel sistema solare e altrove. Tutti sappiamo quanto sia essenziale l’acqua qui sulla terra: per la vita, per noi esseri umani, per il lavoro… Dai più piccoli fiocchi di neve alle grandi cascate, dai laghi e dai fiumi agli immensi oceani, l’acqua ci affascina con la sua potenza e al tempo stesso con la sua umiltà. Le grandi civiltà ebbero inizio lungo i fiumi, e anche oggi l’accesso all’acqua pura è un problema di giustizia per il genere umano, ricchi e poveri.

Cari fratelli e sorelle, il lavoro dello scienziato richiede grande impegno, che può essere lungo e faticoso. Tuttavia esso può e dovrebbe essere una sorgente di gioia. Vi auguro di saper coltivare in voi questa gioia, che anima il vostro lavoro scientifico, e che è la ragione per cui non potete fare a meno di condividerla con i vostri amici, le vostre famiglie, le vostre nazioni, come pure con la comunità internazionale degli scienziati con i quali lavorate. Vi auguro di sperimentare sempre la gioia della ricerca e del condividerne i frutti, con umiltà e fraternità. Con questo auspicio, invoco su di voi e sulla vostra attività la benedizione del Signore. E vi chiedo per favore di pregare per me.

 



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