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GIOVANNI PAOLO II

ANGELUS

I Domenica di Avvento - 3 dicembre 1995

 

 

Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Con questa prima Domenica di Avvento, comincia il nuovo anno liturgico. L'animo cristiano si apre a una più viva speranza, nell'attesa del Salvatore. Questo tempo, infatti, ci prepara a celebrare l'Incarnazione del Figlio di Dio, mentre ci ricorda che Egli viene ogni giorno nella nostra vita, e ritornerà gloriosamente alla fine dei tempi. Tale certezza ci fa guardare con fiducia al futuro, e ci spinge ad assumere le responsabilità del presente. Avvento è pertanto tempo di preghiera, di conversione, di crescita nella fede e nell'amore.

2. Continuando la mia riflessione sui documenti conciliari, desidero oggi soffermarmi sul decreto Optatam totius, dedicato alla formazione sacerdotale.

E’ noto che a questo argomento già il Concilio di Trento, prestò grande attenzione con l'istituzione dei Seminari. Il Vaticano II non ha esitato a ribadire l'importanza di questa Istituzione, definendola anzi il "cuore" di ogni diocesi (OT, 5). I Seminari e la formazione dei futuri Sacerdoti devono costituire una preoccupazione costante non solo dei Vescovi, ma di tutto il Popolo di Dio. Occorre pregare, come Gesù stesso ha chiesto (cfr. Lc 10, 2), per ottenere il dono delle vocazioni. Ma bisogna soprattutto creare intorno ad esse un clima favorevole: la risposta dei candidati al sacro ministero dipende non poco dall'ambiente ecclesiale. Dove ci sono famiglie profondamente cristiane, parrocchie vive, gruppi che trasmettono la gioia della vita secondo il Vangelo, fioriscono anche le vocazioni (cfr. OT, 2). Ne è testimonianza anche la vita del Vescovo Eugenio de Mazenod, fondatore degli Oblati di Maria Immacolata che proprio questa mattina ho avuto la gioia di proclamare santo.

3. Sulla formazione dei futuri ministri il decreto Optatam totius ha offerto indicazioni preziose, insistendo soprattutto sulla loro vita spirituale. "Destinati a configurarsi a Cristo per mezzo della sacra ordinazione", essi devono abituarsi "a vivere intimamente uniti a lui, come amici, in tutta la loro vita" (OT, 8). Questo personale rapporto con Cristo è il principio di unità della loro vita interiore, della loro formazione teologica, del loro tirocinio pastorale. D'altro canto, solo un amore profondo per il divino Maestro può giustificare l'impegno che essi assumono col celibato - come è d'obbligo nella tradizione occidentale ed è apprezzato in quella orientale - rinunciando al matrimonio per dedicarsi "con amore indiviso" al servizio di Dio e dei fratelli (cfr. OT, 10).

Accanto alla formazione spirituale, il decreto conciliare ricorda opportunamente che i candidati al sacerdozio devono possedere quelle doti e virtù che li fanno essere uomini maturi, capaci di dialogare, in modo sereno e vigile con la società e la cultura contemporanea (cfr. OT, 11).

Carissimi Fratelli e Sorelle! Affidiamo alla Madre di Cristo i seminaristi del mondo intero. La Vergine Santa aiuti ogni chiamato al sacerdozio a camminare sulle tracce del suo Figlio divino ed ottenga al popolo cristiano la grazia di pastori numerosi e santi.


Dopo l'Angelus

Successivamente il Papa ha salutato con queste parole i numerosi gruppi di lingua italiana:

Saluto ora i pellegrini di lingua italiana, in particolare i fedeli provenienti da Nava in Colle Brianza e da Cosenza; come pure quelli delle parrocchie di sant'Achille e di santa Francesca Cabrini in Roma. Saluto i ragazzi di Burcei (Cagliari), che hanno costituito un "Consiglio Comunale dei Ragazzi" e lodo il loro impegno nel formarsi ai valori dell'educazione civica.

Un pensiero speciale rivolgo al gruppo dell'Associazione Nazionale Tutela Handicappati e Invalidi, ricordando che oggi si celebra la Giornata mondiale per le persone handicappate. Possa ogni persona trovare accanto a sé un amico che l'aiuti ad esprimere al meglio le proprie potenzialità.

Traduzione italiana del saluto in francese:

Saluto con grande affetto tutti i pellegrini di lingua francese qui giunti per prendere parte alla cerimonia di canonizzazione di Monsignor Eugenio de Mazenod. Cari amici, potete ora contare sul suo sostegno e sulla sua intercessione. Egli vive al fianco di Cristo risorto e alla di Lui Madre, alla quale aveva affidato la Congregazione degli Oblati. La cattedrale di Marsiglia e il santuario di Notre-Dame de la Garde, edificati su sua iniziativa, sono testimonianze viventi della profondità della sua devozione mariana.

Possa Maria Immacolata accompagnarvi nel vostro cammino, Lei che è madre per ciascuno di noi! Vi guidi Ella ogni giorno verso suo Figlio, e vi benedica e vi protegga Dio Onnipotente!

Grazie per la vostra presenza, per la vostra visita.

Traduzione italiana del saluto in spagnolo:

Saluto cordialmente i pellegrini di lingua spagnola, in modo particolare le Comunità Neocatecumenali di San Miguel e San Sebastián di Valencia e di Nostra Signora del Soccorso di Benetuser. Nell’iniziare questo tempo di grazia e di speranza che è l’Avvento, vi esorto a vivere intensamente il vostro cammino di fede, a cominciare dalla comunione ecclesiale. e a dar sempre testimonianza dei valori evangelici. Con affetto imparto a voi e alle vostre famiglie la Benedizione Apostolica.

Ai fedeli di lingua polacca Giovanni Paolo II ha poi indirizzato il saluto che pubblichiamo in una nostra traduzione italiana:

Saluto cordialmente tutti i pellegrini venuti dalla Polonia per l'odierna canonizzazione, e in modo particolare gli Oblati polacchi e le varie parrocchie.

Traduzione italiana delle parole dette dal Papa in francese:

Ancora una volta desidero ringraziare i pellegrini francesi e tutti i pellegrini venuti per vivere questo grande giorno della canonizzazione di Eugenio de Mazenod.

Arrivederci in Francia!

Un invito ad offrire un generoso contributo per la realizzazione del progetto "50 chiese per Roma 2000" è stato rivolto da Giovanni Paolo II ai pellegrini presenti in Piazza San Pietro per la recita dell'Angelus. Queste le sue parole:

Anche quest'anno, in Avvento, avrà luogo a Roma la colletta per il progetto "50 chiese per Roma 2000". Nel cammino di preparazione al Giubileo del 2000, tale iniziativa vuole contribuire a rispondere alla grande sfida che sta davanti ai credenti di Roma: quella di restaurare il volto cristiano della Città, perché chi la visita possa accorgersi che essa ha un cuore, un cuore cristiano! Per questo è importante rinnovare il tessuto ecclesiale della diocesi, che necessita anche di ambienti adatti alla vita delle Comunità. Invito pertanto i fedeli e tutti gli uomini di buona volontà ad offrire con generosità la loro adesione a questa raccolta, ricordando che "Dio ama chi dona con gioia" (2 Cor 9, 7).

 

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