Index   Back Top Print

[ EN  - IT  - PT ]

PELLEGRINAGGIO APOSTOLICO IN
NIGERIA, BENIN, GABON E GUINEA EQUATORIALE

SANTA MESSA

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Lagos (Nigeria), 12 febbraio 1982

 

Sia lodato Gesù Cristo.

1. È una grande gioia essere a Lagos con tutti voi. Ringrazio Dio per questo giorno e per la possibilità di celebrare l’Eucaristia con voi nel vostro amato paese. Ho atteso questo momento con grande emozione. Ho atteso con ansia di incontrarmi con i membri della Chiesa della Nigeria. Ed ora sono felice di avere questa possibilità di conoscervi meglio, di parlarvi, di confermarvi nella fede, e di pregare con voi. Noi uniamo le nostre voci per lodare e rendere grazie alla santissima Trinità.

2. Nell’iniziare questa giornata del mio pellegrinaggio pastorale nel vostro paese, mi viene subito alla mente il grande lavoro di evangelizzazione che è stato compiuto fra di voi e che sta felicemente proseguendo. Dio vuole che tutte le persone siano salvate, che tutti possano godere insieme dei suoi doni di unità e giustizia, integrità e pace. L’origine e la fondazione dell’evangelizzazione sono l’azione di salvezza di Dio stesso, l’amore salvifico del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo effuso su tutta l’umanità. Il nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo è stato mandato dal Padre. Cristo, a sua volta, ha effuso il suo Spirito sugli Apostoli ed ha inviato loro ed i loro successori a portare la Buona Novella della salvezza agli uomini di ogni età e cultura, di ogni nazione e razza. È stato lo Spirito Santo che ha ispirato tutte le opere degli apostoli e le ha portate a compimento, Nel Vangelo di oggi, Gesù parla di questo quando dice: “Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto” (Gv 14,26).

3. E in tal modo, nel corso del tempo e in armonia con il profondo mistero del piano di Dio, la Buona Novella della salvezza finalmente è giunta in Nigeria, raggiungendo prima il Regno del Benin, circa cinque secoli fa. Questo primo tentativo di evangelizzazione alla fine si è spento. Il lavoro permanente di diffusione della fede dovette attendere fino al 1863, quando i missionari della Società per le Missioni Africane raggiunsero Lagos. Poi, nel 1885, i Padri dello Spirito Santo si spinsero fino ad Onitsha e, un po’ più tardi, la Società per le Missioni Africane arrivò a Lokoja e Shendam.

Il coraggio e l’opera eroica di questi primi missionari vi sono ben noti. Alcuni di loro sono morti entro due settimane dal loro arrivo. Gli altri hanno continuato a predicare Cristo con fede instancabile, amore paziente e determinazione apostolica, poiché erano continuamente rinnovati ed illuminati dallo Spirito Santo. Il risultato delle loro fatiche è l’abbondante raccolto che noi vediamo oggi. Essi hanno seminato nelle lacrime, e tornano gioiosi portando i loro covoni (cf. Sal 125 [126],5). È a causa dei loro zelanti sforzi e della generosa risposta dei vostri predecessori, che noi ci troviamo qui riuniti oggi all’altare del Signore, a professare la nostra unica fede in Dio e a glorificare il suo santo nome.

L’accettazione della fede cristiana qui in Nigeria è stata veramente notevole. Con cuori pieni di desiderio, avete ricevuto generazioni di zelanti missionari nel vostro paese. Avete imparato da loro a conoscere molto bene Gesù e lo avete accolto nelle vostre vite con la fede ed il sacramento del Battesimo. Nutriti dall’Eucaristia e dalla Parola di Dio, avete imparato a vivere come Cristo vi ha insegnato. Avete messo in pratica la vostra fede nella vita pubblica e privata, nelle famiglie e nelle case, nel lavoro e nei luoghi di svago. Avete anche offerto la vostra giovinezza a Cristo e alla Chiesa per essere educati a diventare sacerdoti, conversi, suore e laici impegnati. I vostri catechisti, con grande successo, hanno animato comunità cattoliche locali, insegnato preghiere, inni e dottrina a giovani e anziani, e sono diventati un aiuto indispensabile per i sacerdoti. Gli insegnanti cattolici meritano un particolare riconoscimento. Nei primi tempi si sono sacrificati moltissimo ed hanno lavorato con enorme zelo, e sono sempre rimasti fedeli a Cristo nel servizio alla Chiesa. Questa nazione deve veramente molto ai suoi fedeli maestri. Possano essere sempre presenti nel vostro paese. I loro nomi sono scritti nel libro della vita.

La Chiesa nel vostro paese è ora guidata in larga misura da Vescovi e sacerdoti nigeriani, anche se continuate ad accettare con cuore generoso l’importante contributo dei missionari. La mia presenza qui oggi è un tributo ai vostri missionari, quelli di ieri e quelli di oggi, e a voi, che avete accettato la fede e l’avete fatta vostra. Ma soprattutto siamo qui riuniti per glorificare lo Spirito Santo, sorgente di vita e di verità.

4. Il lavoro dell’evangelizzazione comprende molte attività. Comprende la predicazione del Vangelo, aiutare le persone a credere che Cristo è il Figlio di Dio, e amministrare il Battesimo e gli altri sacramenti. Un altro indispensabile elemento è quello della silenziosa testimonianza di Cristo negli avvenimenti comuni della vita e nell’azione per la pace e la giustizia.

L’annuncio silenzioso del Vangelo attraverso la testimonianza cristiana nella vita di tutti i giorni è un mezzo potente ed efficace di proclamare Cristo. San Paolo faceva notare questo quando esortava i Colossesi: “Rivestitevi dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza, sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo della perfezione” (Col 3,12-14). Tutti possono in questo modo contribuire alla missione della Chiesa.

Poiché la testimonianza richiede semplicemente che noi viviamo in modo autentico la fede che abbiamo ricevuto. Significa che noi prestiamo attenzione alle parole di Gesù: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola” (Gv 14,23).

L’azione di pace e di giustizia è in effetti una parte importante della testimonianza al Vangelo. Come seguaci di Gesù noi professiamo la nostra fede non soltanto con le parole, ma la proclamiamo agli altri con il modo in cui la mettiamo in pratica. Noi cerchiamo, con l’aiuto dello Spirito Santo, di promuovere il Regno di Dio e di fondare una società caratterizzata dall’integrità, dall’unità, dalla giustizia e dalla pace. Ciò per cui lavoriamo e che desideriamo ardentemente è espresso nella profezia di Isaia, come abbiamo udito nella prima lettura: “Il mio popolo abiterà in una dimora di pace, in abitazioni tranquille, in luoghi sicuri” (Is 32,18).

5. Sono felice di apprendere che qui, in Nigeria, avete cercato di promuovere il Vangelo attraverso un’autentica testimonianza ed azione per la pace e la giustizia. Voi, cattolici nigeriani, non avete vissuto tagliati fuori dalla società. Voi siete effettivamente parte integrante di questo paese, che amate. Avete dato un grande contributo a fare della Nigeria la grande nazione che è. Per esempio, la Chiesa ha promosso l’istruzione, che, a sua volta, ha favorito lo sviluppo nel suo insieme: sociale, culturale, politico ed economico. Avete inoltre assistito i vostri fratelli e sorelle con programmi di assistenza sanitaria, cliniche mobili nelle zone rurali, consultori per gestanti ed ospedali. E non avete dimenticato i servizi sociali per gli orfani, gli anziani, gli handicappati ed i poveri. Sono anche degni di una speciale menzione i vostri sforzi per aiutare coloro che hanno lasciato la scuola ad imparare dei mestieri importanti, come la carpenteria, la tessitura, la lavorazione a maglia, la meccanica dei motori, la calzoleria, la cura dei bimbi e l’economia domestica. In tal modo voi avete dato la possibilità a molti giovani di affrontare il futuro con motivi di speranza. Grazie a tutti questi sforzi voi date testimonianza a Cristo che “non è venuto per essere servito, ma per servire” (Mt 20,28).

6. Anche il vostro impegno nell’ecumenismo merita una menzione particolare. Poiché quando vi impegnate al dialogo con altri Cristiani, voi operate per realizzare il desiderio del Concilio Vaticano II di ristabilire l’unità fra tutti i Cristiani. Questo desiderio del Concilio è l’espressione dello stesso ardente desiderio di Cristo “perché tutti siano una sola cosa” (Gv 17,21). Ma un contributo ancora maggiore alla causa dell’unità dei cristiani è dato dalla preghiera e dalla penitenza. La conversione dei cuori è realmente un efficace mezzo soprannaturale. Il Concilio desiderava che noi comprendessimo il potere dell’“ecumenismo spirituale” ed il suo rapporto con l’unità, dono di Dio: “Si ricordino tutti i fedeli che tanto meglio promuoveranno, anzi vivranno in pratica la unione dei cristiani, quanto più si studieranno di condurre una vita più conforme al Vangelo” (Unitatis Redintegratio, 7). Mi congratulo con voi anche per le iniziative che vi vedono operare in comune con i membri di altre religioni, soprattutto con i Musulmani, per la promozione della pace, dell’unità e dei diritti umani.

7. Mi rallegra profondamente il fatto che abbiate iniziato ad inviare missionari in altri paesi, anche prima di avere sufficienti operai per la vostra vigna. Sono lieto di sapere che vi sono sacerdoti nigeriani in Sierra Leone, in Liberia, nella Repubblica Popolare del Congo, nello Zambia e, ancor più lontano, a Granada. Vi è un fratello nigeriano in Kenya. E vi sono suore in Ghana, nella Sierra Leone, in Liberia, nel Gabon, in Angola, in Kenya e nello Zambia; vi sono suore che lavorano anche a Torino. Un altro segno tangibile del vostro desiderio di promuovere la fede è la fondazione, nel 1977, del Seminario Missionario Nazionale. Possa Dio far prosperare tutte queste iniziative.

8. Miei fratelli e sorelle in Cristo, la nostra fede è veramente un tesoro inestimabile; è la perla di grande valore (cf. Mt 13,46). È un dono del Signore che, a sua volta, deve essere trasmesso agli altri: trasmesso da un’autentica testimonianza attraverso il nostro operare per la giustizia e la pace, trasmesso con l’esplicita proclamazione e attraverso l’insegnamento del catechismo, degli inni e delle preghiere, trasmesso da tutti i membri della Chiesa quando essi rispondono alle loro personali vocazioni con un profondo sentimento di gioia. Con il cuore pieno di gratitudine per questo dono della nostra fede, cerchiamo sempre di servire il Signore in spirito di amore, di santità e di pace. E con la fedeltà delle nostre vite di cristiani proclamiamo che Gesù è Signore!

 

© Copyright 1982 -  Libreria Editrice Vaticana

 



Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana