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SOLENNE CONCELEBRAZIONE IN SUFFRAGIO 
DEI SOMMI PONTEFICI PAOLO VI E GIOVANNI PAOLO I

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Basilica di San Pietro, 28 settembre 1982 

 

Fratelli e figli carissimi.

Quattro anni or sono i Sommi Pontefici Paolo VI e Giovanni Paolo I concludevano la loro giornata terrena. Oggi noi li ricordiamo con la medesima intensità di devozione e di affetto con cui li abbiamo seguiti nello svolgimento della loro universale missione e li abbiamo pianti al loro tramonto.

Il veloce trascorrere del tempo non ha interposto distanze alla docile adesione della nostra mente ed al commosso trasporto del cuore.

È così che, in quest’ora di austera e solenne preghiera, noi, fedeli alla pia consuetudine ecclesiale, ci raccogliamo nel ricordo delle loro dolcissime figure: care immagini di Pontefici, che ci raggiungono con la luce della loro elevata statura spirituale e con la voce di un colloquio che non ha conosciuto interruzioni.

Sono profondamente grato al Signore per avermi concesso di visitare domenica scorsa i luoghi d’origine di Paolo VI e di sostarvi con l’animo umile e trepido del pellegrino. Ho potuto appagare in tal modo il lungo e ardente desiderio di esprimere, mediante un atto particolarmente significativo il fervido e perdurante vincolo che mi unisce agli insigni miei predecessori, dei quali ho assunto il nome, in ideale continuità di sollecitudini e programmi pastorali.

Papa Giovanni Paolo I, chiamato inopinatamente all’eternità ancora all’alba del suo ministero pontificale ci ha lasciato un ricco patrimonio di esempi e di insegnamenti, trasmessi con quella singolare immediatezza di linguaggio e di gesti, che gli consentì di penetrare subito nell’intimo dei cuori e di conquistarli.

Al di là della sconcertante brevità cronologica, il suo pontificato è rimasto un obbligato punto di riferimento nell’itinerario promettente e faticoso, che la Chiesa sta percorrendo in questo scorcio di secolo, che prelude al terzo millennio cristiano.

Come ricordai il 26 agosto 1979 celebrando l’Eucaristia nella piazza prospiciente la Chiesa parrocchiale di Canale d’Agordo - opportunamente denominata piazza Papa Albino Luciani - quel venerato ed amato Pontefice ci ha donato insegnamenti di valore fondamentale sull’amore alla santa Chiesa, a Cristo Signore, a Dio Padre (cf. Insegnamenti di Giovanni Paolo II, II, 2 [1979] 168 ss).

Da vero maestro nell’arte catechetica, egli ha offerto a tutti una formulazione originale di grandi verità della fede cristiana, facendo per questo ricorso all’“aiuto” dei bambini, perché i bambini sono i prediletti di Gesù, e perché il Vangelo esige da tutti, come condizione imprescindibile, per essere ammessi nel regno dei cieli, l’impegno a ridiventare bambini (cf. Mt 18, 3).

Con tale spontaneità l’amabile “Papa catechista” ha fatto giungere alle coscienze il suo persuasivo messaggio, tutto pervaso da quella sapienza degli umili, che è parte non trascurabile della sua spirituale eredità.

Nell’associare ora la sua memoria a quella di Paolo VI a cui egli era intimamente affezionato, eleviamo la nostra preghiera a Dio, ringraziandolo per gli esempi di fedeltà alla sua Parola e di servizio alla Chiesa, che questi due Sommi Pontefici ci hanno lasciato e chiedendogli, al tempo stesso, di aiutarci a seguire i loro insegnamenti.

       

 

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