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SANTA MESSA PER UN GRUPPO DI SACERDOTI PUGLIESI

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

30 novembre 1982

 

Venerati e cari fratelli nell’Episcopato e nel presbiterato!

1. Prima di iniziare questa concelebrazione, sono lieto di esprimervi la mia gioia per la nostra riunione attorno alla Mensa eucaristica. Saluto in voi i qualificati rappresentanti sia della Conferenza Episcopale Pugliese, sia della Commissione Presbiterale, convenuti a Roma nel quadro del Convegno regionale della Puglia sulla spiritualità del clero diocesano. La circostanza mi dà modo di ricordare le due caratteristiche fondamentali di questa spiritualità, le quali corrispondono esattamente ai due momenti coessenziali della santa Messa: la liturgia della Parola e la liturgia dell’Eucaristia. Un presbitero ha come suo primo dovere di studiare e proclamare con competenza e con amore la Parola di Dio, misurando la Parola stessa con la situazione concreta dell’uomo o della comunità, affidati alle sue cure pastorali. Inoltre, la liturgia del Pane e del Vino, mentre rinnova il sacrificio redentore di Cristo, gli offre la sublime possibilità di invitare i fedeli ad una personale comunione con il Signore e ad una reale fraternità vicendevole. Si tratta di capisaldi, al tempo stesso elementari e decisivi, che configurano la identicità propria del presbitero diocesano.

Oggi, poi, celebriamo la festa di sant’Andrea apostolo. E subito veniamo confrontati con un insigne modello di tale spiritualità. L’ascolto, l’annuncio, la testimonianza, l’offerta della Redenzione, la creazione di comunità vive nella fede e nelle opere: ecco gli elementi caratterizzanti di un vero apostolo, sui quali dobbiamo riconfermarci in vista dei nostri impegni quotidiani. Che il Signore, anche mediante questa celebrazione, ci infonda la grazia necessaria.

 

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