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SANTA MESSA PER LA GUARDIA SVIZZERA PONTIFICIA

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Cappella Sistina, 6 maggio 1985

 

“Chiunque avrà lasciato . . . per il mio nome” (Mt 19, 29). Il grande patrono della vostra patria, San Nicola da Flüe, ha realizzato alla lettera nella sua vita queste parole tratte dal Vangelo della sua festa. In un certo senso esse si possono applicare anche a voi, care giovani reclute. Per un certo periodo, anche voi avete lasciato padre e madre, fratelli e sorelle, campi e case per un valore spirituale e religioso. Vi siete arruolati nella Guardia svizzera pontificia per prestare un importante servizio al Vescovo di Roma e successore di Pietro: garantirgli la necessaria sicurezza affinché possa dedicarsi liberamente agli uomini e annunciare loro il messaggio della fede.

Per questo servizio è necessario un atteggiamento positivo, ben disposto verso la Chiesa e la sua unità, verso il Papa e la sua sollecitudine per questa unità. Per poter incontrare con una corretta disposizione gli uomini che si rivolgono a voi dovete essere ben consci della concezione cristiana dell’uomo nei suoi tratti essenziali: davanti a voi sta sempre l’uomo con tutte le sue debolezze, ma che già è stato sostanzialmente redento da Cristo, l’uomo al quale si apre in Dio un futuro luminoso. Come il Signore sulla croce ha affidato l’uno all’altro - sua madre Maria e l’apostolo Giovanni - così egli ci riunisce tutti perché ci proteggiamo e ci rafforziamo, ci aiutiamo e guidiamo reciprocamente lungo il cammino.

Sì, il vostro servizio si svolge come in una vocazione spirituale per un valore religioso o, come ha detto Gesù nel Vangelo: “per il mio nome”. Perciò è molto significativo che voi cominciate il giorno del vostro giuramento con la santa messa di Gesù Cristo. La fedeltà del Figlio verso il Padre eterno che è nei cieli lo ha portato fino al suo sacrificio per molti. Spezzando il pane e facendosi cibo per noi, egli ci incoraggia e ci rafforza a servire come lui e ad essere fedeli fino al sacrificio della vita.

Cari genitori, parenti e amici delle nuove reclute! Vi ringrazio sinceramente per la vostra prontezza a permettere a vostro figlio, a vostro fratello, amico o collega, di assentarsi per un certo periodo dalla vita della vostra comunità. Sono certo che lo riavrete interiormente rafforzato e arricchito. Infatti ogni impegno per il regno di Dio e per la Chiesa di Cristo, quando ad esso è legata una certa rinuncia, è benedetto da Dio e trova in lui la sua ricompensa.

Cari amici che avete accettato di servire nella Guardia pontificia, vi ringrazio vivamente. Il Papa conta su di voi per assicurare, attorno a lui e ai suoi collaboratori immediati, condizioni di sicurezza e di ordine oltre che un’accoglienza degna e cortese per i nostri visitatori. So che il vostro senso dell’onore, la vostra coscienza professionale, il vostro amore per la Chiesa, il vostro attaccamento alla persona del successore di Pietro, vi rendono capaci di svolgere bene la vostra funzione. Vi auguro che questo periodo di servizio in Vaticano sia per ciascuno di voi anche l’occasione di un arricchimento umano e di un rafforzamento della fede.

Saluto cordialmente e con gratitudine i vostri parenti e amici, venuti dalla Svizzera, soprattutto dalla Svizzera romanda per i francofoni. La vostra presenza mi ricorda la mia felice visita pastorale nel vostro Paese. Vi imparto, in pegno delle migliori grazie, la mia benedizione apostolica.

 

© Copyright 1985 - Libreria Editrice Vaticana



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