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MESSA DI INAUGURAZIONE DELLANNO MARIANO
NELLA SOLENNITÀ DELLA PENTECOSTE

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Piazza San Pietro - Sabato, 6 giugno 1987

 

1. “Ricevete lo Spirito Santo” (Gv 20, 22). Era la sera del “primo giorno dopo il sabato” (cf. Gv 20, 19), cioè il giorno della risurrezione. In quella sera il Cristo entrò nel Cenacolo, dove erano radunati gli apostoli, alitò su di loro e disse: “Ricevete lo Spirito Santo”!

Cristo, tre giorni prima crocifisso, deposto nella tomba, ora si trova di nuovo vivo tra i suoi apostoli. Sulle mani, sui piedi e nel costato egli porta ancora le cicatrici della crocifissione. Proprio per mezzo di queste cicatrici, per mezzo del sacrificio di cui esse sono viva espressione - sacrificio che ottiene il perdono, in cui il mondo fu ammesso alla riconciliazione col Padre - il Figlio dà lo Spirito Santo alla Chiesa. Ecco dunque che in lui si dischiude fino alla fine la “pienezza del tempo” (Gal 4, 4): la tappa definitiva della storia della salvezza, il contatto di Dio con l’umanità.

2. “Ricevete lo Spirito Santo”.

Questo dono, che è lo Spirito, è unito con la missione. Cristo infatti aggiunge subito: “A chi rimetterete i peccati saranno rimessi, e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi” (Gv 20, 23). La riconciliazione con Dio per mezzo del sangue del Figlio è la redenzione. La redenzione fruttifica con la grazia dell’assoluzione. Colui al quale viene rimesso il peccato, nasce nello stesso tempo ad una vita nuova in Dio. Lo Spirito Santo è l’artefice di questa vita in ognuno di noi. È lui il nascosto dispensatore della santità nell’uomo, della sua unione con Dio: con il Padre, nel Figlio. Gli apostoli ricevono questo ministero divino per la Chiesa come potere sacramentale. Tale loro potere è legato strettamente al sacrificio della croce, ed insieme dipende direttamente dalla potenza dello Spirito di verità: il Paraclito.

“Ricevete lo Spirito Santo”.

3. Oggi si compiono i cinquanta giorni da quella sera. Dalla mezzanotte inizia la festa della Pentecoste, che è unita organicamente con quella di Pasqua.

Durante quei cinquanta giorni Gesù risorto aveva preparato gli apostoli all’incontro col dono del Padre e del Figlio. Ciò aveva fatto di persona fino al giorno della sua ascensione in cielo. Poi aveva ordinato loro di tornare nel Cenacolo, di essere assidui nella preghiera in attesa della venuta di “un altro Consolatore” (Gv 14, 16).

Ed ecco questo giorno arriva. È ormai iniziato. Tra alcune ore sarà manifesto davanti al mondo il fatto che gli apostoli hanno ricevuto lo Spirito Santo, che hanno accolto il dono, il quale opera con grande potenza in loro e per mezzo di loro. Testimoni di questo fatto saranno non solo gli abitanti di Gerusalemme, ma anche i forestieri lì giunti da diverse parti. La lettura, presa dagli Atti degli Apostoli, elenca i nomi degli abitanti di quei paesi del mondo, ai quali subito, il primo giorno, giunge il messaggio della salvezza. Come parola e come sacramento. E fu messaggio che trovò una terra fertile. Lo Spirito che agiva nella testimonianza degli apostoli, segnatamente nelle parole di Pietro, agiva anche nei cuori di coloro che ascoltavano.

4. Ecco fu dato agli apostoli di confessare davanti a tutti che “Gesù Cristo è il Signore” (cf. 1 Cor 12, 3; Fil 2, 11). Colui che era stato condannato a morte e crocifisso, si rivelò come il Signore del cielo e della terra nella sua risurrezione. Egli non è un Signore simile a un qualunque sovrano di questa terra: egli è il Signore dell’eterna salvezza.

Proprio questo Pietro annunciò il giorno di Pentecoste. Proprio di questo resero testimonianza gli apostoli. Proprio questo lo Spirito Santo operò prima in loro e poi in tutti i partecipi dell’evento a Gerusalemme. Sì. Lo Spirito Santo. “Nessuno può dire: “Gesù è il Signore” se non sotto l’azione dello Spirito Santo” (1 Cor 12, 3). Nessuno senza di lui può dire né accettare questa parola di salvezza. L’uno e l’altro effetto viene operato dallo Spirito di verità.

5. Pertanto, sin dal giorno di Pentecoste, inizia a correre attraverso la storia dei popoli e delle nazioni la parola salvifica del Vangelo. Da quel giorno inizia il cammino del Popolo di Dio della nuova alleanza, così come la notte di Pasqua iniziò il cammino d’Israele dalla casa della solidarietà verso la terra promessa. Il giorno della Pentecoste in Gerusalemme nasce la Chiesa: l’Israele della nuova alleanza. Ed inizia il cammino della fede, della speranza e della carità attraverso tutte le generazioni umane, un cammino che dura ormai da quasi duemila anni.

All’inizio di questo cammino della fede si trova il Cenacolo di Gerusalemme e gli apostoli, in esso riuniti insieme con Maria, madre di Cristo.

Ella già prima, oltre trent’anni prima, aveva ricevuto lo Spirito Santo. Ciò avvenne, quando accolse l’annuncio dell’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te . . . Colui che nascerà da te . . . sarà chiamato Figlio di Dio” (Lc 1, 35).

“Nessuno può dire: “Gesù è il Signore” se non sotto l’azione dello Spirito Santo”. Maria per prima sperimentò in sé questo aiuto. Per prima ella accolse Gesù come figlio della sua verginità. Per prima ella accettò mediante la fede anche la verità sul suo regno, destinato a durare per tutti i secoli: “E il suo regno non avrà fine” (Lc 1, 33).

E con questa fede Maria camminò costantemente al fianco di Gesù lungo tutti gli anni della sua vita terrena, fin sotto la croce sul Golgota.

6. Ora, colei che è “beata perché ha creduto” (cf. Lc 1, 45), è con gli apostoli nel Cenacolo il giorno di Pentecoste, quando nasce la Chiesa ed inizia la grande peregrinazione del popolo della nuova alleanza attraverso la storia.

All’inizio di questo pellegrinaggio, il giorno stesso della discesa dello Spirito di verità e di potenza sopra gli apostoli, ella è presente con loro. E rimarrà - anche dopo la sua dipartita dalla terra - presente nel mistero di Cristo e della Chiesa.

Ella avanzerà “per prima” nella grande peregrinazione della fede, della speranza e della carità dinanzi a tutte le generazioni del Popolo di Dio su questa terra.

Perciò la Chiesa, che lungo la via di questo pellegrinaggio si avvicina al termine del secondo millennio dopo Cristo, inizia proprio nell’odierna solennità della Pentecoste il suo “Anno Mariano”. È una coincidenza e quasi convergenza di eventi che è molto significativa e che conviene sottolineare: in quel giorno storico, in cui fu effuso lo Spirito sulla Chiesa, troviamo Maria; in questo giorno, che è oggi, in cui è ancora effuso lo Spirito, dobbiamo trovare Maria.

In questa solennità il Vescovo di Roma si unisce con tutti i suoi fratelli nell’episcopato, successori degli apostoli, per approfondire in tutta la Chiesa, nella prospettiva del nuovo millennio, la consapevolezza della presenza materna della Genitrice di Dio nel mistero di Cristo e della Chiesa, come ha insegnato il Concilio Vaticano II (cf. Lumen Gentium, 8). Ancora una volta egli rivolge a tutti i figli e figlie della Chiesa l’invito a meditare, a confidare, a contare su questa presenza per superare le difficoltà, per camminare spediti, al soffio potente dello Spirito, dietro le orme del suo Figlio divino.

7. La Chiesa, che è in Roma, si è riunita in questa notte, per dare una speciale espressione della sua partecipazione all’opera di rinnovamento, iniziata dal Concilio Vaticano II. Tale partecipazione da un anno ormai ha preso la forma di un “Sinodo”, che la Chiesa romana, in tutte le sue componenti, ha cominciato a preparare sotto la guida del suo Vescovo, coadiuvato dal Cardinal Vicario.

Oggi, nell’ambito di questa “veglia sacra”, che segna insieme l’inizio del giorno di Pentecoste 1987 e l’inaugurazione dell’Anno Mariano, desidero ringraziare Dio per i frutti del lavoro iniziale di ricerca e di sensibilizzazione, che ha permesso di definire le finalità e il tema del Sinodo: “La comunione e la missione della Chiesa di Dio che è in Roma alle soglie del terzo millennio”. Dichiaro ora aperta la fase preparatoria del Sinodo pastorale romano. Per proseguire, infatti, il cammino sinodale, sono ora costituite le commissioni di studio incaricate di predisporre gli strumenti di lavoro sulle tematiche pastorali che, con l’apporto di tutte le componenti della comunità diocesana, saranno sottoposti poi all’esame dell’assemblea sinodale. E formulo fin d’ora il mio augurio che tutti i “battezzati in un solo Spirito e abbeverati ad un solo Spirito” (cf. 1 Cor 12, 13) contribuiscano, mediante i lavori del Sinodo, all’edificazione di un solo corpo, che è il Corpo di Cristo. Auspico di cuore che, per mezzo di molteplici doni e di vari ministeri, “lo Spirito si manifesti in ciascuno - e mediante tutti - per l’utilità comune” (cf. 1 Cor 12, 7).

Cari fratelli e sorelle! Cari fedeli romani! Questa è la nostra parte speciale in questa peregrinazione di tutto il Popolo di Dio, nella quale, durante tutto l’arco del prossimo anno, desideriamo sentire viva e operante la guida della Madre di Dio: la sua materna presenza e intercessione.

8. “Ricevete lo Spirito Santo”.

Che riempia i cuori dei suoi fedeli. Accenda in essi il fuoco del suo amore.

Lui - il Paraclito-Consolatore.
Lui - il Padre dei poveri.
Lui - la Luce dei cuori.
Lui - il Datore dei doni.
Lui - il dolce Ospite dell’anima.
O Luce beatissima, invadi intimamente il cuore dei tuoi fedeli!

Amen.

 

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