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VIAGGIO APOSTOLICO IN TANZANIA, BURUNDI, RWANDA E YAMOUSSOUKRO

MESSA PER LE ORDINAZIONI SACERDOTALI
NELLA SPIANATA DI MUTANGA-NORD

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Bujumbura (Burundi) - Venerdì, 7 settembre 1990

 

1. “Mio figlio sei tu, oggi ti ho generato” (Eb 5, 5; cf. Sal 2, 7).

Queste parole provengono dall’Antico Testamento, ma esse portano in sé la verità che la Nuova Alleanza ha posto in piena luce, la vera concezione di Dio Trinità e di Dio unico, del mistero insondabile della Vita che non si trova che in Lui. Questa vita è la pienezza dell’unità nella Trinità delle Persone, del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Dio, Padre eterno, si fa conoscere in questo Figlio che Egli genera nell’eternità: “Mio figlio sei tu, oggi ti ho generato”. Questo “oggi” è fuori dal tempo. È eterno, come Dio stesso è eterno. In nome di questo mistero insondabile, saluto tutti voi che siete qui riuniti, voi cui è stato dato di partecipare alla Vita divina attraverso il Battesimo, “nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt 28, 19).

Il Successore di Pietro rende grazie a Dio per questo popolo di battezzati che gli è stato dato di incontrare, per i nuovi sacerdoti che saranno ordinati.

A tutti esprimo la mia gioia di essere in mezzo a voi, la mia gioia di ascoltare il vostro Vescovo, Mons. Simon Ntamwana, esprimere i vostri calorosi sentimenti. Con deferenza e cordialità saluto il Signor Presidente della Repubblica, i membri del Governo, nonché le personalità presenti a questa celebrazione liturgica. Ai Pastori, ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose, ai catechisti e ai responsabili laici, ad ogni fratello e ad ogni sorella del Burundi, esprimo il saluto pieno di gratitudine del Vescovo di Roma.

2. Noi siamo riuniti dal Figlio, che è “Dio da Dio, Luce da Luce”. E noi ascoltiamo la parola che gli rivolge il Padre eterno: “Tu sei sacerdote per sempre, alla maniera di Melchisedek” (Eb 5, 6). Divenendo uomo per opera dello Spirito Santo, nato dalla Vergine Maria, vero uomo, il Figlio eterno entra nel mondo creato, entra in tutta la storia dell’umanità come “sacerdote per sempre”, sacerdote unico. Perché Lui solo, essendo Figlio della stessa natura del Padre e al tempo stesso vero uomo, può riportare a Dio, nella pienezza e senza riserve, la creazione intera.

Il proprio sacerdozio, Cristo lo assolve pienamente quando offre se stesso in sacrificio sulla Croce, donando tutta la sua vita. E, al tempo stesso, egli ci ha lasciato questo sacrificio; lo ha affidato alla Chiesa istituendo l’Eucaristia. Il sacrificio cruento della Croce rimane in questo sacramento sotto le specie del pane e del vino “alla maniera di Melchisedek”.

Nel nome di Cristo, che è “sacerdote per sempre”, sacerdote unico, saluto la Chiesa in Burundi, in questo giorno in cui i vostri figli ricevono l’ordinazione sacerdotale per diventare i servitori del sacrificio non cruento, alla maniera di Melchisedek. E, celebrando l’Eucaristia, per costruire la Chiesa.

3. Attraverso il suo sacrificio unico sulla Croce, Cristo, sacerdote per sempre, ha ricevuto “ogni potere in cielo e in terra” (cf. Mt 28, 18). In virtù di questo potere, egli ha inviato gli Apostoli in tutto il mondo. In virtù di questo stesso potere, egli invia sempre in missione i loro successori. Tutta la Chiesa è inviata da Cristo, che è con noi “tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (cf. Mt 28, 20).

Su questa terra, tra poco saranno cent’anni, Cristo ha inviato dei missionari e i primi Vescovi venuti a fondare la Chiesa portando la Buona Novella della salvezza e apparecchiando la tavola dell’unico sacrificio. Oggi, i vostri figli svolgono il compito apostolico e pastorale, in unione con i missionari venuti da lontano. Insieme, investiti dell’unico sacerdozio di Cristo, essi permettono a Dio di radunare e di far crescere il popolo immenso che vedo intorno a questo altare. Come gli Apostoli, la Chiesa deve osservare tutti i comandamenti di Cristo (cf. Mt 28, 20). Qui, nel Burundi come in tutto il mondo, Essa deve quindi battezzare in nome della Santissima Trinità, amministrare il Battesimo che ci prepara a partecipare all’Eucaristia.

4. Durante l’Ultima Cena, il Signore ha detto anche agli Apostoli: “Fate questo in memoria di me” (Lc 22, 19). Il ministero di coloro che celebrano l’Eucaristia è necessario perché viva il Popolo di Dio nella Nuova Alleanza.

“Voi sarete chiamati sacerdoti del Signore, ministri del nostro Dio sarete detti” (Is 61, 6). Queste parole del Profeta riguardano i sacerdoti. Sì, voi sacerdoti di questo Paese, voi Barundi con i missionari, siete “ministri del nostro Dio”. Il Popolo di Dio vi considera come suoi padri e vi rispetta come “sacerdoti del Signore”, poiché il vostro ministero gli consente di essere unito nel Corpo di Cristo e di ricevere la grazia dei suoi doni sacramentali.

La vostra missione è bella, è pesante. La vostra persona vi è totalmente coinvolta. Avete impegnato in essa tutta la vostra vita, con le rinunce che comportano il celibato per il Signore, l’accettazione della povertà evangelica, la disponibilità ad adempiere le missioni affidate dal Vescovo, l’appello pressante a vivere voi stessi quel che adempite e a conformarvi al sacrificio della Croce, unendo il servizio dell’altare a quello del popolo di Dio (cf. Rituale dell’Ordinazione). Oggi, quest’ordinazione solenne sia per voi tutti, sacerdoti anziani, un incoraggiamento ad avere fiducia nel Signore che vi ha chiamati, un invito ad approfondire incessantemente la vostra vita di preghiera, come avete fatto nei ritiri in cui avete preparato queste giornate. In ogni tempo, lasciatevi penetrare dalla viva Parola di Dio e non cessate di studiarla. Siate pronti a rispondere alle richieste della nostra epoca e ad animare una rinnovata evangelizzazione. Possa questa riunione festosa del popolo di Dio intorno ai suoi sacerdoti essere per voi un appello a rendervi interamente disponibili per tutti coloro che attendono la vostra accoglienza e a sviluppare la vostra collaborazione fiduciosa con i laici!

Siate in ogni circostanza gli apostoli dell’unità nel Signore, in nome del quale avete ricevuto l’ordinazione!

5. Fratelli e sorelle, nella vita della Chiesa, l’ordinazione sacerdotale è un giorno particolarmente importante. È con gioia che conferisco questa ordinazione ai figli della vostra terra africana, al gruppo di nuovi sacerdoti più numeroso dalle origini della Chiesa in Burundi. Per le vostre diocesi e per la diocesi zairese vicina di Uvira, è un onore e una gioia, poiché il Signore chiama i vostri figli: “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente” (cf. Lc 1, 49).

Popolo di Dio di tutto il Burundi, ascolta le parole dell’Apostolo nella Liturgia di questo giorno: “Ogni sommo sacerdote, scelto tra gli uomini, viene costituito per il bene degli uomini nelle cose che riguardano Dio” (Eb 5, 1).

Ecco coloro che l’imposizione delle mani del Vescovo e l’unzione consacrano, con la potenza dello Spirito Santo, “per il bene degli uomini nelle cose che riguardano Dio”. Essi sono “scelti tra gli uomini”, scelti tra voi, dalla vostra comunità umana. Essi sono i figli delle vostre famiglie, dei padri e delle madri di questa terra. Sono vostri fratelli. Nelle vostre famiglie essi hanno sentito la chiamata del Signore. Rendo grazie per i genitori che sono stati testimoni e persino portavoci di questa chiamata. Li ringrazio per aver accettato la vocazione dei loro figli, di aver contribuito alla sua maturazione. Siate felici di vedere i vostri figli chiamati dal Signore. I genitori sono onorati quando il Signore chiama uno dei loro figli al sacerdozio.

Vorrei ringraziare anche i sacerdoti e gli educatori dei seminari minori e maggiori per aver dato a questi giovani la formazione spirituale ed umana di cui avevano bisogno, e per averli accompagnati e sostenuti fino all’impegno definitivo che viene oggi consacrato.

6. Questi diaconi sono “scelti tra voi”. Stanno per ricevere il compito di offrire il sacrificio di Cristo per i peccati degli uomini. Essi devono anche essere in grado - come Cristo - di provare la giusta compassione per i loro fratelli e sorelle.

Giovani fratelli che state per unirvi a noi nel sacerdozio, siete un dono di Dio alla comunità umana per servirla. Il vostro popolo si attende da voi che siate testimoni dell’amore salvifico, del perdono e della riconciliazione. Il sacerdote è un altro Cristo, egli riunisce e riconcilia.

Ogni sacerdote deve divenire, a somiglianza di Cristo, “il buon pastore, che conosce le sue pecore e le cui pecore conoscono lui” (Gv 10, 14). Voi conoscete le persone, le loro attese, le loro gioie, le loro felicità. Conoscerete la vostra comunità, i talenti dei laici nella loro diversità, il valore insostituibile di ogni membro del Corpo di Cristo, dal povero più umile a colui che ha ricevuto più doni.

Impegnati nella sequela di Cristo, dovete conformarvi a Lui, che “imparò l’obbedienza dalle cose che patì” (Eb 5, 8). Come lui, ogni giorno, voi offrirete la vita per le pecore che sono nel gregge e non dimenticherete mai che vi sono ancora “altre pecore che non sono di questo ovile”, per le quali desidererete che ascoltino la voce del Redentore” (cf. Gv 10, 15-16). È così che sarete uniti all’unico Sacerdote che, “reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono” (Eb 5, 9).

Fratelli e sorelle, i vostri figli che stanno per diventare sacerdoti di Gesù Cristo saranno così “la stirpe che il Signore ha benedetto” (Is 61, 9). Essi saranno i collaboratori dei vostri Vescovi, che li guideranno nel loro ministero con affetto paterno.

Saranno in ciascuna delle vostre comunità i dispensatori dei doni di Dio.

Possa la benedizione di questa “stirpe”, offerta al Signore dalle vostre famiglie, scendere su tutta la Chiesa, su tutto il popolo di Dio che vive sulla vostra terra!

Che la pace del Signore sia sempre con voi!

Il Santo Padre ha così salutato i fedeli:

Cari fratelli e sorelle,

Oggi lo Spirito soffia dove vuole. Lo Spirito, il vento, il vento soffia dove vuole.

Noi abbiamo sentito il vento e abbiamo ricevuto lo Spirito che soffia.

Voi avete ricevuto lo Spirito che soffia, voi cari sacerdoti oggi consacrati, per la vostra missione sacerdotale, per il bene del vostro popolo nel Burundi e per il bene di tutta la Chiesa universale.

Terminando questa liturgia eucaristica, voi portate il soffio dello Spirito, lo Spirito Santo.

Voglio augurare alla vostra Patria, a questo caro Paese, ai Burundesi tutti, che il soffio dello Spirito Santo rimanga in voi, che perseveri con voi in voi, che si manifesti lo Spirito di pace e di riconciliazione, che si manifesti lo Spirito di forza e d’amore.

 

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