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VISITA PASTORALE ALLA PARROCCHIA ROMANA
DI SAN BARTOLOMEO APOSTOLO

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Domenica, 21 dicembre 1997

 

1."Beata colei che ha creduto" (Lc 1, 45).

La prima beatitudine riportata nei Vangeli è riservata alla Vergine Maria. Ella è proclamata beata per il suo atteggiamento di totale affidamento a Dio e di piena adesione alla sua volontà, che si manifesta col "sì" pronunciato al momento dell'Annunciazione.

Proclamandosi "la serva del Signore" (Canto al Vangelo; cfr Lc 1, 38), Maria esprime la fede di Israele. In Lei giunge a compimento il lungo cammino dell'attesa della salvezza che, partendo dal giardino dell'Eden, passa attraverso i Patriarchi e la storia di Israele, per approdare a quella "città della Galilea chiamata Nazaret" (Lc 1, 26). Grazie alla fede di Abramo, comincia a manifestarsi la grande opera della salvezza; grazie alla fede di Maria, si inaugurano i tempi nuovi della Redenzione.

Nell'odierno brano evangelico abbiamo ascoltato il racconto della visita della Madre di Dio alla sua anziana parente Elisabetta. Attraverso il saluto delle rispettive madri avviene il primo incontro tra Giovanni Battista e Gesù. San Luca ricorda che Maria "raggiunse in fretta" (cfr Lc 1, 39) Elisabetta. Questa premura nel recarsi presso la cugina indica la volontà di esserle di aiuto nella gravidanza, ma soprattutto il desiderio di condividere con lei la gioia per il sopraggiungere dei tempi della salvezza. Alla presenza di Maria e del Verbo incarnato, Giovanni ha un sussulto di gioia ed Elisabetta è colmata di Spirito Santo (cfr Lc 1, 41).

2. Nella Visitazione di Maria troviamo riflesse le speranze e le attese della gente umile e timorata di Dio, che aspettava la realizzazione delle promesse profetiche. La prima Lettura, tratta dal Libro del profeta Michea, annuncia la venuta di un nuovo re secondo il cuore di Dio. Re che non cercherà manifestazioni di grandezza e di potenza, ma sorgerà da umili origini come Davide e, come lui, sarà saggio e fedele al Signore. "E tu Betlemme . . . così piccola . . . da te uscirà colui che deve essere il dominatore" (Mi 5, 1). Questo re promesso custodirà il suo popolo con la forza stessa di Dio e porterà pace e sicurezza fino agli estremi confini della terra (cfr Mi 5, 3). Nel Bimbo di Betlemme si compiranno tutte queste antiche promesse.

3. Carissimi Fratelli e Sorelle della Parrocchia di san Bartolomeo Apostolo! Sono lieto di celebrare insieme con voi l'Eucaristia in questa quarta domenica d'Avvento, mentre ci troviamo ormai in prossimità del Santo Natale. Vi saluto tutti con affetto. Saluto il Cardinale Vicario, il Vescovo Ausiliare del Settore, il vostro Parroco, Don Alfonso Carlos Urréchua Líbano, ed i suoi più diretti collaboratori. Rivolgo un particolare pensiero ai Membri dell'Istituto dei Missionari e delle Missionarie Identes, a cui il Parroco appartiene.

Come ricordavo poc'anzi, l'odierno Vangelo ci presenta l'episodio "missionario" della visita di Maria ad Elisabetta. Accogliendo la divina volontà, Maria ha offerto la propria attiva collaborazione, affinché Dio potesse farsi uomo nel suo grembo materno. Ella ha portato il Verbo divino in Lei, recandosi dall'anziana cugina che, a sua volta, attendeva la nascita del Battista. In questo gesto di umana solidarietà, Maria ha testimoniato quell'autentica carità che cresce in noi quando è presente Cristo.

4. Carissimi Fratelli e Sorelle, tutta l'azione della vostra comunità si ispiri sempre a questo messaggio evangelico! So bene con quanto impegno voi cercate di diffondere il Vangelo nel vostro quartiere e mi sono note le sfide e le difficoltà che incontrate. Sono sfide spirituali, ma non mancano quelle sociali ed economiche. Penso, in particolare, al flagello della droga che, purtroppo, insidia non pochi giovani di questo quartiere, come del resto di altre zone della Città. Penso alla mancanza di centri capaci di offrire sano svago ed occasioni di crescita culturale agli adolescenti ed agli adulti. Penso alla situazione di isolamento, a volte anche fisico, che molti qui vivono.

Dinanzi a tali situazioni, voi non restate inattivi. Anzi, animata da zelo apostolico e missionario, la vostra comunità non cessa di testimoniare la speranza che il Vangelo apporta a chi lo accoglie e ne fa legge della sua esistenza. Vi incoraggio, carissimi, a proseguire su questo cammino. Chi partecipa attivamente alla vita parrocchiale non può non sentire la chiamata battesimale a farsi prossimo di chi è nel disagio e nella sofferenza. Recate a ciascuno l'annuncio tipico del Natale: Non abbiate paura, Cristo è nato per noi! Quest'annuncio spandetelo dappertutto in questo tempo, che vi vede impegnati per la Missione cittadina. Andate dove la gente vive e siate pronti, come potete, ad aiutarla ad uscire da ogni forma di isolamento. A tutti ed a ciascuno annunciate e testimoniate Cristo e la gioia del Vangelo.

Questa missione è per voi, care famiglie: la Chiesa vi chiama a mobilitarvi nel trasmettere la fede; e soprattutto a viverla intensamente voi stesse. Spetta a voi, in primo luogo, di costruire una nuova solidarietà, che faciliti la prevenzione ed il recupero di quanti sfortunatamente cadono nelle maglie della tossicodipendenza. Alle famiglie toccate da questo triste fenomeno desidero assicurare che la Chiesa è loro vicina e le invita a non subire passivamente, ma a reagire con coraggio e decisione, contando sull'aiuto divino e sul sostegno attivo dei fratelli, contro questa piaga del nostro tempo, che non cessa di rovinare il corpo e l'animo di tanti ragazzi e ragazze. Persuasa tuttavia che non bastano interventi di tipo sociale e medico, la Chiesa invita ad una testimonianza sempre più convinta dei valori umani e cristiani nella società e ad una autentica solidarietà nei confronti dei singoli, specialmente se deboli e soli.

Possa l'odierna celebrazione, nella prospettiva del Natale, suscitare in ogni persona l'entusiasmo ad amare la vita, a difenderla e promuoverla con ogni mezzo legittimo. E' questo il modo migliore di celebrare il Natale, condividendo con ogni persona di buona volontà la gioia della salvezza, che il Verbo incarnato ha portato nel mondo.

Auspico, inoltre, che il tempo natalizio e l'inizio del nuovo anno rinnovino in ciascuno un forte slancio missionario. Che rinasca in questa Comunità, come nell'intera Diocesi, il fervore delle origini dell'antica Comunità cristiana di Roma descritto negli Atti degli Apostoli (cfr At 28, 15.30).

5. "Ecco, io vengo . . . per fare, o Dio, la tua volontà" (Eb 10, 7). Presentando il mistero dell'Incarnazione, la Lettera agli Ebrei descrive le disposizioni con cui il Verbo divino entra nel mondo: "Non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato" (Eb 10, 5). Il vero e perfetto sacrificio, offerto da Gesù al Padre, è quello della piena adesione al piano salvifico. La totale obbedienza al Padre, che fin dal primo istante caratterizza la vicenda terrena di Gesù, troverà il definitivo compimento nel mistero della Pasqua. Ecco, dunque, che già nel Natale è presente la prospettiva pasquale. E' qui l'inizio di quella redenzione di Gesù, che si compirà totalmente con la sua morte e risurrezione.

Maria, modello di fede per tutti i credenti, ci aiuti a prepararci ad accogliere degnamente il Signore che viene. Insieme con santa Elisabetta riconosciamo le grandi cose che il Signore ha compiuto in lei. "Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo!" (Lc 1, 42). Gesù, frutto benedetto del seno della Vergine Maria, benedica le vostre famiglie, i giovani, gli anziani, gli ammalati, le persone sole. Egli, che si è fatto bambino per salvare l'umanità, porti a tutti luce, speranza e gioia.

Amen!

 

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