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LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II
AL CARDINALE PIETRO PAVAN,
DIACONO DI SAN FRANCESCO DI PAOLA AI MONTI

 

Al venerabile nostro fratello
sua eccellenza Cardinale Pietro Pavan
Diacono di San Francesco di Paola ai Monti.

Volentieri cogliamo l’occasione speciale e insigne che ci viene offerta di inviare a te che hai prestato un emerito servizio nella Chiesa, una nostra lettera da cui tu possa comprendere con quale affetto ti accompagniamo. Avvicinandosi infatti l’8 luglio, giorno in cui compirai sessant’anni di sacerdozio, riteniamo di non poter passare questa data sotto silenzio ma di doverci congratulare con te del memorabile evento e di fare qualche considerazione che conforti il tuo cuore.

Innanzitutto ora è un momento particolarmente opportuno per fare un esame della tua vita, per rendere ogni onore e lode a Dio che, vedendo i momenti difficili e quelli prosperi, con il suo sapientissimo piano volge tutto al meglio, a seconda del momento e della situazione, per i suoi servi, come certamente tu hai potuto sperimentare in tutti questi anni.

Ricorda, venerabile nostro fratello, il tempo in cui tu scelto tra gli uomini e divenuto ministro di Cristo, hai consacrato tutte le tue forze a Dio, e poi hai lavorato per un lungo periodo nella Pontificia Università Lateranense soprattutto per la direzione spirituale di tanti giovani che erano la speranza della Chiesa. Con vivo interesse e particolare favore infatti abbiamo accompagnato da lungo tempo il tuo lodevole ministero; la tua quotidiana attenzione al sacro culto, le molte iniziative intraprese per i fedeli a te affidati.

Dedito in particolare alle scienze sociali e alla formazione dei sacerdoti, hai prestato una validissima collaborazione per mandare ad effetto i decreti del Concilio Vaticano II. Sempre anche hai mostrato apertamente il tuo attaccamento a questa Sede apostolica. Per questi motivi e per molti altri noi, tre anni fa, ti abbiamo insignito della dignità di padre Cardinale.

L’anniversario della tua ordinazione sacerdotale senza dubbio eleverai preghiere a Dio per i sacerdoti, che spesso svolgono il loro ministero tra non poche né lievi difficoltà, perché innanzitutto adempiono ai compiti cui li chiama il Concilio Vaticano II perché “usando i mezzi adatti raccomandati dalla Chiesa, tendano a una sempre maggiore santità, per la quale diventino di giorno in giorno strumenti a servizio di tutto il Popolo di Dio” (Presbyterorum Ordinis, 12).

Questo volevano scriverti, nostro venerabile fratello, con il nostro affetto. Frattanto noi, in occasione del tuo giubileo, eleviamo fervide preghiere a Dio, perché ti conceda abbondanti grazie dal cielo, ti ricolmi della sua dolcissima consolazione e, con l’intercessione di san Pietro, saldissima colonna della Chiesa, in questa età tu possa essere sempre più forte nello spirito.

Con l’augurio che la meravigliosa benevolenza di Dio ti accompagni in ogni giorno della tua vita, e che si compia in te ogni voto, confermiamo i nostri auguri con la nostra apostolica benedizione che impartiamo volentieri anche a tutti coloro che parteciperanno alle celebrazioni del tuo sessantesimo di sacerdozio.

Dal Vaticano, 5 giugno 1988, decimo di Pontificato.

IOANNES PAULUS PP. II

 

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