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LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II
AI VESCOVI DEGLI STATI UNITI D’AMERICA

 

Ai miei Fratelli Vescovi degli Stati Uniti d’America.

1. Il 6 novembre 1789 il mio predecessore, Papa Pio VI promulgò la bolla apostolica “Ex Hac Apostolicae”, con cui istituì la diocesi di Baltimora nominando come primo Vescovo John Carroll. Fu spinto a questo dalla sollecitudine pastorale per i “molti fedeli cristiani” in America che “erano uniti in comunione con la sede di Pietro, in cui è posto il centro dell’unità cattolica”. Molti di loro desideravano che “fosse stabilito sopra di loro un Vescovo . . . per esercitare le funzioni dell’ordine episcopale; per nutrirlo con abbondanza del cibo della dottrina di salvezza”.

La prima lettera pastorale di John Carroll, firmata il 28 maggio 1792, lo manifesta come un Pastore coscienzioso e di grande profondità. Egli incoraggiava amorevolmente il suo povero e piccolo gregge cattolico ad essere fedele nel compimento dei doveri religiosi verso Dio e la Chiesa, e ad essere generoso nel sostenere iniziative “che dovevano produrre effetti duraturi non solo per il presente ma per le generazioni future”. Nel leggere le sue parole ci torna in mente l’immagine dell’uomo saggio che “volendo costruire una torre, si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento” (Lc 14, 28).

Come Pastore di una diocesi che abbracciava tutti gli Stati Uniti, il Vescovo Carroll desiderava istruire i cattolici americani su alcuni fondamenti della vita ecclesiale e della pietà cattolica. Parlava della “formazione cristiana e virtuosa dei giovani”; “un attento insegnamento dei principi della fede e della morale cristiana”; la necessità di più “zelanti e capaci pastori”, della loro formazione e sostegno; l’“assistenza ai poveri”; la celebrazione dell’Eucaristia con “ogni reverenza e rispetto”; l’“obbligo di presenza alla Messa ogni domenica e festività”; l’importanza di “preghiere e sacrifici” per i morti, e di “fervente e ben ordinata devozione alla Santa Madre di nostro Signore”. E come maestro l’autentico e Pastore di anime, sollecitava il suo gregge a formare le coscienze non secondo i principi dell’“interesse mondano”, ma in un modo che li avrebbe resi capaci di compiere il loro “necessario ed essenziale dovere verso Dio Onnipotente”.

Queste fondamentali e lungimiranti preoccupazioni pastorali non erano del solo Vescovo Carroll. Certamente, egli parlava anche per i grandi uomini e donne missionari e pionieri, che lo avevano preceduto e seguito, quando diceva che intenzione della Chiesa era “preservare e diffondere la fede . . ., santificare le anime”, e “far crescere la vera religione, per il bene del nostro comune Paese, il cui benessere dipende dalla coscienza morale dei suoi abitanti”. Due secoli dopo questi scopi non hanno per niente perduto di importanza e significato nella vita della Chiesa degli Stati Uniti.

2. Cari fratelli: in duecento anni pieni di gioia ed afflizioni, benedizioni e difficoltà, la fede cattolica si è davvero “mantenuta e diffusa” nel vostro Paese. I membri del piccolo gregge di John Carroll si sono moltiplicati, soprattutto attraverso ondate di immigrazioni che e gli non poteva prevedere. La gente che abbandona la patria per raggiungere l’America, lo fa spesso per ottenere la libertà di praticare la propria religione. Attraverso un enorme impegno nell’educazione religiosa, nelle case, nelle parrocchie e nelle scuole, e attraverso il sostegno generoso dell’attività missionaria in patria e all’estero, la Chiesa negli Stati Uniti ha fatto molto per “preservare e diffondere” la buona Novella della salvezza in obbedienza al mandato di Cristo.

La fede della Chiesa e il Vangelo da essa annunciato la riempiono di zelo per “la santificazione delle anime”. Anche qui gli Stati Uniti sono stati fecondi per i due secoli trascorsi non solo nei santi canonizzati, che sono modelli perenni e patroni celesti per i credenti di ogni luogo, ma anche nell’esempio di vita cristiana dato da tanti sacerdoti zelanti, religiosi e religiose consacrati e laici virtuosi. La forte vita sacramentale e devozionale sviluppatasi tra i cattolici americani è parte importante di quella “perfezione della carità” (cf. Lumen Gentium, 40) con la quale hanno cercato la gloria di Dio e il bene del prossimo. I frutti di quell’amore sono la preghiera, la penitenza e la generosità nei singoli gesti di servizio, come pure nel sostegno delle organizzazioni caritative cattoliche e dell’attività missionaria della Chiesa in tutto il mondo.

La vita e la missione della Chiesa hanno apportato a straordinarie conseguenze per tutti i vostri connazionali, poiché - come puntualizzava il Vescovo Carroll - la religione fa del bene a tutto il Paese, “il cui benessere dipende dalla moralità dei suoi abitanti”. Davvero, il rispetto di quelle leggi divine che sono “scritte nel cuore dell’uomo” (cf. Rm 2, 15) costituisce la condizione indispensabile per la vittoria della giustizia e del bene nelle vicende umane, sia per gli individui che per la stessa società. I cattolici degli Stati Uniti hanno svolto un ruolo significativo nel sostegno dei principi morali della giustizia, della libertà e del rispetto per la dignità e i diritti dell’uomo che sono fondamentali per il bene comune e senza i quali una nazione non può vivere.

3. Fratelli miei, la saggezza del Vescovo Carroll e le lezioni della vostra storia hanno molto da insegnare ai Pastori della Chiesa di ogni epoca. Al passato siete debitori delle salde fondamenta su cui la Chiesa degli Stati Uniti vive e cresce oggi. Come Vescovi, voi siete le “sentinelle” (cf. Ez 3, 17 ss.) scelte dal Signore per custodire quello che avete ricevuto; voi e il vostro popolo dovete anche essere simili a quell’“uomo saggio” del Vangelo che costruisce la sua casa “sulla roccia” (cf. Mt 7, 24 ss.). Ancora, come “servi buoni e fedeli” il Padrone vi chiama non solo a custodire il dono ricevuto, ma a portare frutti abbondanti e prender parte così alla sua gioia (cf. Mt 25, 14 ss.).

Alcune delle sfide affrontate dal Vescovo Carroll due secoli fa sono ancora oggi attuali. Come Pastori, voi vi preoccupate che i fedeli, in particolare i giovani, siano istruiti adeguatamente in una solida dottrina ed insegnamento morale, e che formino rettamente le loro coscienze; che ci sia un numero sufficiente di sacerdoti ben formati e dediti; che la liturgia della Chiesa, e soprattutto l’Eucaristia, sia celebrata con profonda fede e rispetto; che si raccolgano i fondi necessari per il sostegno della Chiesa e per i poveri; che i cattolici contribuiscano in modo efficace al bene morale e alla nascita culturale della società americana.

A queste si devono aggiungere le sfide particolari del nostro tempo, sia dentro la Chiesa come nel mondo intero. Dal momento che continua l’immigrazione e permangono residui di razzismo, i cattolici sono chiamati a un sempre più profondo amore, rispetto e sollecitudine reciproca nell’unico Corpo di Cristo, così da essere un modello di armonia per tutti. In un mondo che sempre più spesso dimentica le realtà spirituali, voi siete chiamati a una testimonianza profetica del primato di Dio e della vocazione trascendente dell’uomo che sola rivela il significato e lo scopo dell’esistenza. il pluralismo religioso, filosofico ed etico del vostro Paese è un invito a cercare la collaborazione degli altri credenti e di tutti gli uomini di buona volontà nella promozione della dignità e dei diritti della persona, dal momento del concepimento fino alla morte naturale. Forza e ispirazione per il vostro impegno vi viene dalla stessa fede cattolica. Come sottolineato nelle vostre lettere pastorali degli ultimi anni, molte grandi questioni del mondo di oggi esigono una profonda riflessione teologica che dia continuità alla grande eredità di insegnamento della Chiesa.

4. Il Vescovo Carroll concludeva la sua prima lettera pastorale con queste esortazioni ai cattolici degli Stati Uniti: “La Chiesa rende (a Maria) questa onorevole testimonianza, che è spesso per il suo patronato che le nazioni mantengono o ricostruiscono l’integrità della fede e della moralità cristiana. Diamo esempio di questo nel nostro Paese”.

E così a Maria, che sotto il titolo dell’Immacolata Concezione è patrona degli Stati Uniti d’America, affido ciascuno di voi, cari, fratelli, e tutti i sacerdoti, i religiosi e i laici della Chiesa del vostro meraviglioso Paese, nella lieta occasione dell’attuale bicentenario. Continui ella a guidare la Chiesa del vostro Paese nel suo pellegrinaggio di fede verso un futuro pieno di abbondanti grazie divine. Con fiducia nella sua materna intercessione e con affezione nel Signore nostro Gesù Cristo, vi imparto di cuore la mia apostolica benedizione.

Dal Vaticano, 28 ottobre 1989.

IOANNES PAULUS PP. II

 

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