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LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II
AL CARDINALE ROGER ETCHEGARAY IN OCCASIONE
DELL
’«INCONTRO DELLE CAMPAGNE DI AVVENTO,
DI QUARESIMA, DI FRATERNIT
À, DI SOLIDARIETÀ E DI CARITÀ»

 

Al Signor Cardinale,
Roger Etchegaray
Presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum”
 

1. Sono felice di rivolgerLe questo messaggio in occasione del primo incontro a Roma dei responsabili delle Campagne di Avvento, di Quaresima, di Fraternità, di Solidarietà e di Carità operanti in Europa e in America del Nord; ringrazio Lei e il Segretario del Pontificio Consiglio Cor Unum, Monsignor Iván Marín, per avere organizzato questo incontro di lavoro fraterno.

2. Nel mondo d’oggi, dove sempre maggiore è il numero di persone colpite dalla povertà, il vostro servizio, consistente nell’organizzare i vari interventi ecclesiali per alleviare la miseria dei nostri fratelli e per favorire il loro sviluppo, è di cruciale importanza. Ciò fa parte della missione globale della Chiesa sin dalle prime comunità cristiane e come dice San Paolo, tutti i cristiani sono chiamati a condividere i loro beni sull’esempio di Cristo, il quale “da ricco che era si è fatto povero per voi, perché voi diveniaste ricchi per mezzo della sua povertà” (2 Cor 8, 9). E questa l’espressione per eccellenza dell’equità, della giustizia, della solidarietà e ancor più della carità, in particolar modo peculiare della vita dei discepoli del Signore.

A sua volta San Matteo ci riferisce delle esortazioni pressanti di Cristo, quali la necessità di fare elemosina, di pregare e di digiunare in segreto (cf. Mt 6, 1-18). Nei tempi forti della vita spirituale, come l’Avvento, la Quaresima, o in tutte le altre occasioni concordate con i pastori, è importante invitare i fedeli a un cammino d’amore sia verso Dio che verso i fratelli, per esprimere con forza la conversione e la penitenza che si vogliono intraprendere. Perché “se uno dicesse: “Io amo Dio”, e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede” (1 Gv 4, 20). La carità è un vero e proprio sacrificio reso a gloria di Dio e un modo di amarlo sempre più (cf. Fil 4, 18; Eb 13, 6), poiché essa “è l’amore per il povero la tenerezza e l’espressione della nostra compassione verso il prossimo. Nulla rende onore a Dio come la misericordia”. “Non disprezziamo dunque i nostri fratelli, non restiamo sordi alle loro richieste” (San Gregorio Nazianzeno, Sull’amore per i poveri, n. 5 e n. 27)! I nostri cuori infatti non potranno essere sereni finché sapremo che delle persone mancano del minimo indispensabile e non hanno il necessario per condurre una vita degna e bella.

3. La vostra missione è un elemento fondamentale nella vita pastorale delle vostre diocesi e delle Conferenze episcopali dei vostri rispettivi paesi, in concerto con il Pontificio Consiglio Cor Unum. Da parte mia vi giunga tutto il mio apprezzamento per l’attenzione da voi riservata al messaggio per la Quaresima da me ogni anno indirizzato a tutte le comunità cristiane e vi ringrazio di cuore per i molti sforzi da voi compiuti per diffonderlo tra i fedeli, in particolare attraverso l’utilizzo dei mezzi di comunicazione sociale. Vi invito dunque a continuare e a intensificare le vostre attività, in particolare nel destare e nell’educare le coscienze dei cristiani perché accorrano in aiuto dei loro fratelli bisognosi, “poiché l’amore di Cristo ci spinge” (2 Cor 5, 14).

4. Mi compiaccio del fatto che nelle campagne da voi organizzate vi prodigate per ricordare continuamente ai credenti che attraverso la condivisione dei beni non solo offrono una risposta tempestiva a situazioni di necessità ma affermano la loro fede e fanno progredire la loro vita spirituale; in tal modo proponete anche un modello concreto e originario di evangelizzazione. E proprio attraverso le nostre opere che i nostri contemporanei potranno scoprire il volto di Dio pieno di misericordia. Testimoniare con l’annuncio della Buona Novella e, allo stesso tempo, con l’esempio di tutta la propria vita, è dunque un’esigenza fondamentale nella vita del cristiano.

5. In questa ottica non si potrà dimenticare il ruolo specifico dei genitori e delle famiglie in seno alle quali si imparano la sollecitudine verso gli altri e la condivisione. Le donne, che sono più spesso fatte carico dell’educazione quotidiana dei bambini, hanno una cura particolare nell’aprire il cuore e la mente dei giovani alle difficoltà di quanti li circondano. Con le campagne da voi organizzate, voi cercate di vivificare e di sostenere i focolari domestici che si sforzano di sviluppare questo aspetto pedagogico della vita familiare e sociale. Grazie ai vostri interventi, dei giovani si mobilitano a favore dei loro compagni che versano in situazioni di povertà e di precarietà. Scoprono così la gioia che si riceve nel donare e nel prodigarsi senza alcun tornaconto per i più sfortunati. Possano loro comunicare ai loro compagni questa gioia profonda del dono sincero, gioia che è qualcosa di più di una semplice emozione, in quanto proviene dall’amore per Cristo e dalla certezza di combattere per la sua gloria nel farsi prossimo per ciascuno dei loro fratelli!

6. Il programma delle vostre giornate di studio indica che campo di riflessione saranno proprio i temi e l’organizzazione delle campagne di carità della fine del nostro millennio. Per conferire maggior forza all’invito alla conversione, alla penitenza e alla testimonianza, cui ho esortato tutti i cattolici per il grande Giubileo (cf. Tertio Millennio Adveniente, 42), invito di cuore tutti i movimenti caritativi a proporre a tutte le comunità cristiane un cammino comune, adottando un tema di impegno uguale per tutte. Sarà questo un modo particolarmente significativo di manifestare al mondo che Cristo, principio della nostra unità, è anche il principio e la fonte della nostra carità.

Mi auguro che per voi questa settimana a Roma sia l’occasione di confermare la vostra fede e la vostra missione di cristiani impegnati nel mondo e nella Chiesa. Nell’affidarvi all’intercessione di San Vincenzo de’ Paoli, protettore delle associazioni di beneficenza e di cui celebriamo la memoria in questi giorni, accordo di tutto cuore la mia Benedizione Apostolica a voi e a tutti coloro i quali, con generosità e spesso gratuitamente, collaborano con voi.  

IOANNES PAULUS PP. II

 

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