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MESSAGGIO DI GIOVANNI  PAOLO II
IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE
DELL'ALIMENTAZIONE 1997*

 



Al Signor Jacques DIOUF
Direttore Generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite
per l'Alimentazione e l'Agricoltura

Signor Direttore Generale,

È ancora vivo nella Comunità internazionale e nell'animo della società civile mondiale, l'eco del Vertice Mondiale sull'Alimentazione attraverso il quale la FAO, gli Stati membri e con essi l'intero Sistema delle Nazioni Unite, si sono solennemente impegnati per una più decisa lotta contro la fame e la malnutrizione. La celebrazione della odierna Giornata Mondiale dell'Alimentazione è per Sua Santità Giovanni Paolo II gradita occasione per rinnovare il plauso a quell'iniziativa e confermare il sostegno all'azione intrapresa dalla Organizzazione per l'Agricoltura e l'Alimentazione delle Nazioni Unite, da Lei efficacemente guidata.

L'obiettivo di giungere a concreti risultati entro i primi anni del nuovo millennio, appare sempre più legato non solo a scelte politiche e tecniche, ma ad un diretto mutamento nella mentalità, nelle abitudini di vita e nell'azione di persone, comunità e governi ai diversi livelli. Solo un'azione concertata e determinata, nonostante le inevitabili difficoltà che potrà incontrare sul proprio cammino, può essere efficace risposta al grido di quanti vivono direttamente il dramma della fame. Conoscere le cause, determinare i comportamenti, indirizzare politiche ed interventi, se privati di un costante riferimento alla persona umana ed alle sue esigenze, possono diventare strumenti apparentemente sufficienti, ma non adeguati.

L'esperienza dell'azione internazionale e della FAO in particolare, dimostrano che la sola disponibilità di cibo non basta a sconfiggere la fame. Sono necessarie condizioni politiche, economiche, ambientali per un costante ed adeguato livello di sicurezza alimentare. Tradotto nell'etica dei rapporti internazionali questo significa richiamare l'impegno, singolo e collettivo, per realizzare forme di concreta condivisione, perché ognuno si senta responsabile del proprio «prossimo» — sia esso persona, comunità, nazione, Stato. Infatti nello scoprire che il «dare» è superiore all' «avere», può ritrovarsi un solido fondamento alle relazioni tra i popoli, come pure l'essenza della solidarietà internazionale. Lasciare che milioni di esseri umani, intere comunità, vedano limitata o addirittura negata la propria aspettativa di vita per la mancanza di pane quotidiano, costituisce un'evidente negazione della coscienza comune dell'umanità ed una violazione dei diritti fondamentali, ad iniziare da quelli economici e sociali. E questo non può non lasciare indifferenti.

Infatti certe forme di assistenza internazionale, sempre più legate ad una limitata visione della globalizzazione, rischiano di ignorare la realtà di uomini e donne, nelle città o nelle aree rurali, che restano esclusi dai circuiti dell'economia mondiale, dagli interventi di sostegno programmati, come pure dai benefici derivanti dal proprio lavoro. Il tema che caratterizza l'attuale Giornata Mondiale dell'Alimentazione: «Investing in Food Security», rilancia una concreta azione internazionale capace di coinvolgere apporti di diverso tipo, purché liberi da condizionamenti o da interessi egoistici.

Sono queste le riflessioni che il Santo Padre intende offrire a quanti in ogni parte del mondo celebrano l'odierna Giornata ed a tutti coloro che nei differenti compiti e responsabilità sono impegnati nell'azione contro la fame e la malnutrizione. L'auspicio è che ognuno, scrutando nel proprio cuore ritrovi quei motivi di umanità che soli possono ispirare una rinnovata «azione di condivisione ».

Nell'invocare Dio Onnipotente perché ricolmi di benedizioni l'attività della FAO, il Santo Padre rinnova a Lei, Signor Direttore Generale, le espressioni della sua stima e più alta considerazione.

 

CARDINALE ANGELO SODANO
Segretario di Stato di Sua Santità


*Insegnamenti di Giovanni Paolo II, vol. XX, 2 p. 574-576.

 


 



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