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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II 
AI RAGAZZI RIUNITI IN SAN PIETRO

Basilica di S. Pietro, 5 marzo 1980

 

È un piacere per me, cari figlioli, accogliervi quest’oggi, così lieti, così affettuosi. E siete tanto numerosi che, anche oggi, c’è voluta per voi un’udienza speciale all’interno di questa grande Basilica, la quale - come ben sapete - è costruita sopra la tomba di san Pietro, il principe degli apostoli, il primo dei Papi.

Dall’elenco dei diversi gruppi, che è stato letto or ora, ho potuto notare che venite da varie parti d’Italia, anche lontane, e che sono due soprattutto le forme che vi distinguono: voi fate parte sia di gruppi scolastici, sia di gruppi parrocchiali. Nessuno di voi è venuto da solo, individualmente, ma ciascuno si è unito ai coetanei ed ai condiscepoli, ai maestri della propria scuola o ai sacerdoti della propria parrocchia. Che cosa vuol dire questo? Io desidero porre a me e a voi questa domanda, per concentrare la nostra riflessione sull’importanza che la scuola e la parrocchia hanno nel campo dell’educazione e della formazione dell’adolescenza e della gioventù. Non è forse questa la vostra età? E non sentite ripetervi spesso che essa è il periodo in cui dovete istruirvi e prepararvi bene alla vita? Gran dono di Dio è la vita, come si legge nel primo libro della Bibbia: “Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò” (Gen 1,27). E della vita che è un dono divino, l’età, in cui vi trovate ora voi, è certamente la più bella, la più fresca, la più ricca di speranze, protesa com’è verso un avvenire lieto e sereno. Il crescere, che il Signore diede come ordine - accanto ad altri comandamenti - ad Adamo ed Eva, si può benissimo riferire a ciascuno di voi ed applicare alla vostra condizione di fanciulli e di giovani. Voi dovete crescere, cioè sviluppare giorno per giorno, e divenire uomini e donne maturi e completi; ma - badate - non soltanto in senso fisico, ma anche e soprattutto in senso spirituale. Troppo poco sarebbe il crescere solo nel corpo (ci pensa, del resto, la stessa natura); occorre crescere specialmente nello spirito, e questo si ottiene esercitando quelle facoltà che il Signore - sono altri suoi doni - ha messo dentro di voi: l’intelligenza, la volontà, l’inclinazione ad amare lui ed il prossimo. In questo lavoro nessuno di voi è solo: ognuno trova sulla sua strada, innanzitutto, i propri genitori, i quali con l’esempio, con l’affetto, con le costanti premure lo aiutano nel necessario processo di sviluppo. Poi trova anche la scuola e la parrocchia. L’una è diretta alla vostra formazione, comunicando alla mente ed al cuore le varie cognizioni che riusciranno preziose nella vita, e le norme del retto comportamento. L’altra, come viva porzione della Chiesa, è diretta anch’essa alla vostra formazione, per arricchire lo spirito di quei beni superiori che si chiamano - ricordate? - grazia divina e virtù della fede, della speranza e della carità. Ecco allora che, accanto alla famiglia, ci sono altre due sedi, quasi due “officine”, nelle quali voi potete e dovete curare quella completa preparazione che, come corrisponde alla volontà di Dio creatore, così è vivamente attesa e auspicata da tutti coloro che vi sono vicini nell’età giovanile: i genitori, gli insegnanti, i sacerdoti. Leggiamo nel Vangelo di san Luca che Gesù, nei lunghi anni dell’infanzia e della giovinezza trascorsi a Nazaret, “cresceva in età, sapienza e grazia dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini” (Lc 2,52). Pensate! Gesù, ch’era il figlio stesso di Dio, fattosi uomo per noi, ha voluto compiere il percorso di un graduale sviluppo: anch’egli ha voluto corrispondere a quell’ordine divino del crescere e ciò facendo ci ha lasciato un esempio meraviglioso, che è nostro dovere riconoscere, seguire, ricopiare. Anche voi, figli carissimi, dovete guardare a Gesù: sia nella parrocchia, che nella scuola, sappiate impegnare le vostre giovanili energie per raggiungere un’autentica e positiva maturazione, al tutto degna della vostra dignità di uomini e di cristiani. Siamo in Quaresima, che è il tempo di preparazione alla Pasqua, e la nostra Pasqua - come insegna san Paolo - è Gesù Cristo (cf. 1Cor 5,7).

Per preparare nel modo migliore il vostro incontro con lui, vogliate riflettere alle parole, che, nel suo nome, vi ho ora rivolto, e rafforzate il proposito di “crescere in età, sapienza e grazia” nell’ambito parrocchiale e scolastico, perfezionando quel che già avete ricevuto in seno alle vostre famiglie.



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