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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II AI DELEGATI
DELL'«AMERICAN COMMITTEE ON ITALIAN MIGRATION»

Lunedì, 3 maggio 1982

 

Cari amici.

Rivolgo il mio benvenuto cordiale a tutti voi che costituite l’“American Committee on Italian Migration”. Vi siete riuniti a Roma per il vostro Congresso, insieme al Presidente del vostro Consiglio, il Vescovo Swanstrom e con il Vescovo Pernicone; nello stesso tempo state celebrando il trentesimo anniversario della vostra fondazione.

1. Nelle tre decadi passate avete lavorato nell’importante ambito della politica dell’emigrazione nel vostro paese. Come cittadini avete contribuito al miglioramento della società secondo i principi cristiani e allo scopo di elevare la vita di milioni di uomini, donne e bambini. La Chiesa non può che incoraggiare tutto ciò che con efficacia promuove l’uguaglianza e la giustizia per ogni persona nell’ambito dell’immigrazione - un ambito che tocca tanto da vicino il bene della persona umana.

2. Alcuni dei molti valori che avete giustamente cercato di proteggere sono la dignità umana di ogni individuo, la fraternità universale, la santità della famiglia e il bisogno della famiglia di essere unita. Per vostra esperienza sapete che quando questi valori sono favoriti, viene mobilitata una grande forza nuova in favore del bene comune; come risultato si hanno persone e famiglie che lavorano insieme coscienti del senso della missione, che lavorano insieme per sostenere e rafforzare la più vasta famiglia che è la nazione, chiamata a sua volta a consacrare tutte le sue energie per promuovere il benessere dei suoi membri e allo stesso tempo la causa della solidarietà mondiale e della pace universale. Per quanto riguarda le esigenze delle famiglie, l’ultimo Sinodo dei Vescovi ha offerto principi che, quando applicati, conferiranno un nuovo dinamismo all’intera società. Tutti gli sforzi fatti per aiutare la famiglia ad adempiere il suo ruolo di cellula vitale della società merita la più grande considerazione.

3. Una parte importante delle vostre attività è l’aiuto che voi offrite agli immigrati una volta entrati nel vostro paese. Questo aspetto della vostra associazione è molto significativo e apre un orizzonte tanto vasto quanto la creatività della carità cristiana. Incoraggiamento per quanti stanno incominciando una nuova vita in una nuova terra, interesse personale per i problemi della gente, assistenza sociale per chi si trova in difficoltà e calore umano sono servizi che giustificano più che mai una associazione come la vostra e raccomandano i suoi propositi. E che cosa splendida è quando tutti questi servizi sono resi nel nome di Cristo, che è vivo e vuole continuare attraverso di voi la sua missione di sollecitudine amorevole per l’umanità, con la quale egli intende identificarsi fino alla fine dei tempi. Gesù stesso testimonia: “Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25, 40).

4. Il vostro Convegno vi offre anche l’occasione di recarvi nelle zone terremotate dell’Italia del Sud. Sono felice di avere questa opportunità per ringraziarvi del vostro interessamento attivo ai problemi delle popolazioni colpite da questa calamità e per le generose donazioni mediante le quali vi siete adoperati per alleviare le loro necessità. Tutto ciò testimonia i vostri nobili fini e le vostre iniziative concrete.

5. La vostra visita a Roma e in altre parti dell’Italia vi dà inoltre la possibilità di ampliare il vostro apprezzamento della ricca e secolare cultura del popolo italiano, molti rappresentanti del quale sono entrati nella società americana, portando il loro prezioso contributo al modo di vivere americano.

Su voi tutti e le vostre famiglie invoco le benedizioni di Dio Onnipotente. Prego che nel corso della vostra visita sarete confermati nella vostra fede e nelle sfide poste dall’amore cristiano.

                                       



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