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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PELLEGRINI DELL'ARCIDIOCESI DI PERUGIA E
DELLA DIOCESI DI CITTÀ DELLA PIEVE

Sabato, 22 ottobre 1983

 

Carissimi fratelli e sorelle,

1. Sono lieto di dare il mio benvenuto a tutti voi, pellegrini dell’arcidiocesi di Perugia, giunti così numerosi a Roma per celebrare nella fede e nel rinnovamento della vita questo Anno Santo della Redenzione. Il mio saluto va innanzitutto con fraterno affetto al vostro zelante Arcivescovo, Monsignor Cesare Pagani, e si estende poi con viva cordialità ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose e ai numerosi catechisti presenti, così come intende abbracciare ciascuno di voi qui radunati e, attraverso le vostre persone, i vostri cari, specialmente i bambini e gli ammalati che sono restati a casa.

2. Questo Anno Santo della Redenzione, che avete voluto solennizzare con la venuta a Roma, offre a ciascuno di voi la possibilità di raccogliersi in preghiera e di riflettere, qui, sulla tomba di Pietro, apostolo di Cristo e campione della fede.

Sia questo anno veramente “santo”, per tutti! Sia un tempo di grazia e di salvezza attraverso il rinnovamento spirituale. Esso intende essere in primo luogo l’invito a un impegno personale nel cammino della penitenza e del cambiamento di vita, per raggiungere quella libertà dal peccato, che è il frutto e l’esigenza primaria della fede in Cristo Redentore e nella Chiesa.

Il Sinodo dei Vescovi, che vede radunati in questi stessi giorni i rappresentanti dei Vescovi di tutto il mondo, per riflettere sul tema della Riconciliazione e della Penitenza, ci ricorda che dobbiamo ogni giorno riscoprire il mistero dell’amore di Dio verso di noi e il nostro rapporto di creature e di figli verso di lui.

3. Cari pellegrini, ho appreso con gioia che nella vostra diocesi è in atto un grande sforzo di catechesi, diretto particolarmente quest’anno agli adulti.

Come ho ricordato nell’esortazione Catechesi Tradendae dobbiamo essere convinti che “è questa la principale forma della catechesi, in quanto si rivolge a persone che hanno le più grandi responsabilità e la capacità di vivere il messaggio cristiano nella sua forma pienamente sviluppata. La comunità cristiana non potrebbe fare una catechesi permanente senza la diretta e sperimentata partecipazione degli adulti, siano essi i destinatari o i promotori dell’attività catechistica” (Giovanni Paolo II, Catechesi Tradendae, 43).

Questa lodevole iniziativa chiama in causa ogni componente della comunità diocesana: i sacerdoti, i catechisti e gli animatori prima di tutto, mandati ad annunciare la parola del Signore Gesù agli uomini di oggi. Esprimo l’augurio che ciascuno di essi svolga il suo compito con amore e dedizione, con spirito di sacrificio e con gioia insieme, con competenza e assiduità.

Abbiate tra le vostre mani la Sacra Scrittura, leggetela con assiduità, attingete alla sua perenne ricchezza: essa è “il documento preminente della predicazione della salvezza . . . essa contiene la Parola di Dio . . .” come l’Episcopato italiano ha opportunamente sottolineato (cf. Il rinnovamento della catechesi, 105). Approfonditela e meditatela in un clima fatto di preghiera e di disponibilità, affinché il vostro colloquio con Dio possa svolgersi nella luce e nella grazia dello Spirito Santo e la vostra bocca possa poi veramente parlare “dalla pienezza del cuore” (Lc 6, 45). Allora la catechesi, alimentandosi a questa inesauribile sorgente, illuminerà tutta la vostra vita in ogni aspetto e problema. Vi farà riscoprire la grandezza e insieme la fragilità dell’essere umano e il suo anelito continuo verso la salvezza; vi farà percepire e vivere sempre più la realtà della Chiesa, dono di Dio all’uomo; vi farà gustare la bellezza dei Sacramenti, segni della bontà e della presenza di Dio nella storia di tutti noi, suo popolo sempre in cammino.

4. La rinnovata intimità con Dio, rinvigorita da una sempre più profonda e personale consapevolezza della sua presenza nella vita di ciascuno, vi renderà protagonisti e testimoni coraggiosi della vostra fede; una fede adulta e profonda.

A voi adulti guarda la Chiesa che vi affida, nella maturità della vostra esperienza umana e cristiana, le ricchezze del suo messaggio. A voi si ispirano i giovani, e in particolare i vostri figli, che da voi si attendono, come da “veri educatori e catechisti delle nuove generazioni” (cf. Il rinnovamento della catechesi, 124), l’esempio trascinante, perché quotidianamente vissuto e incarnato, della vostra vita cristiana.

Cari genitori, non sottraetevi a questo compito così sublime e insieme tanto delicato. Le vostre famiglie divengano ogni giorno di più focolari di amore, di vero amore, di amore di Dio. La strada di questo amore, i suoi orizzonti, i suoi contenuti, ve li indica la Bibbia, ve li insegna la Chiesa attraverso la voce dei vostri Pastori: ascoltateli.

Se guardo a voi, giovani, che nella famiglia, nella scuola, nella società arricchite la vostra mente e il vostro cuore, non posso non vedere in voi la speranza dell’umanità. A voi sono destinate le attenzioni e l’impegno dei vostri genitori ed educatori. A voi essi stanno consegnando, giorno per giorno, l’eredità più importante e preziosa: il futuro.

Siate quindi consapevoli del dono che ricevete. Non disprezzatelo, sottovalutandolo o bruciandolo prematuramente nell’egoismo di un oggi immediato o nelle fughe vane e illusorie del disimpegno e dell’evasione. Sappiate invece profittarne con saggezza, perché la vostra vita sia costruita non sulla sabbia instabile, ma su convinzioni salde come la roccia. La Chiesa e il mondo hanno bisogno della vostra presenza cristiana, convinta, attiva e religiosa.

5. Cari pellegrini, quest’Anno Santo vede tutta quanta la vostra diocesi impegnata a rinnovarsi e a crescere nella conoscenza e nell’amore di Dio, per rendere a lui tutta intera la sua testimonianza. Il cammino che in questi mesi state compiendo, e che oggi suggellate qui, sulla tomba di Pietro, dove la fede dei secoli venera la memoria del grande apostolo, sia per ciascuno di voi, per le vostre famiglie, per le vostre comunità parrocchiali, per tutta la vostra diocesi una sorgente di gioia, di continua speranza, di impegno generoso.

Nell’invocare su di voi e sui vostri buoni propositi la materna protezione della Vergine santissima, verso la quale Perugia ha avuto sempre una dedizione tanto intensa e profonda, vi imparto di gran cuore la mia benedizione, pegno del mio affetto e auspicio di copiosi favori del cielo.

 

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