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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AL PELLEGRINAGGIO DELLE DIOCESI DI TERMOLI E LARINO

Sabato, 7 aprile 1984

 

Carissimi fedeli della diocesi di Termoli e Larino e delle altre Chiese del Molise!

1. Siete venuti numerosi e pieni di entusiasmo a Roma, per compiere il pellegrinaggio giubilare e acquisire l’indulgenza dell’Anno Santo; ma siete venuti anche per restituire la visita compiuta dal Papa alla vostra amata terra nello scorso anno. Vi ringrazio sentitamente e a tutti porgo il mio affettuoso benvenuto.

Desidero rivolgere una speciale parola di saluto a monsignor Cosmo Francesco Ruppi ed esprimergli il mio apprezzamento per l’opera che svolge con costante dedizione, mentre mi unisco a lui nel ringraziare il Signore per il bene compiuto in questi quattro anni di ministero e soprattutto per i frutti raccolti nella recente visita pastorale che, indetta il 25 marzo 1982, giorno dell’Annunciazione, si è conclusa nella memoria liturgica della Madonna di Lourdes, del corrente anno. La scelta delle due date è stata ispirata dall’ansia che la Vergine santissima, la quale ha custodito Cristo sotto il suo cuore, aiuti ogni fedele a portarlo nel proprio. Condivido questo intento e questa sollecitudine pastorale, auspicando che trovino tra voi generosa corrispondenza.

Saluto poi i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i laici responsabili nei diversi settori della vita ecclesiale. Sono lieto, inoltre, di esprimere il mio deferente benvenuto alle autorità della regione, della provincia e dei comuni, che furono tanto premurosi durante la mia visita e resero caloroso e indimenticabile il breve tempo trascorso a Termoli.

Sia ringraziato il Signore per la fede, che vi fa sentire la grandezza e l’importanza di essere uniti e fervorosi nella verità e nella carità, per edificare la Chiesa di Cristo e annunciare la misericordia di Dio all’uomo.

2. Il mio breve soggiorno in mezzo a voi mi ha consentito di raccogliere una magnifica testimonianza della vostra fede e della vostra pietà; e, da parte mia, ho potuto aiutarvi ad approfondire il senso della fede e la volontà di rinnovamento che esso implica, parlandovi della figura di san Giuseppe e della funzione dei genitori nell’educazione dei figli.

Oggi vorrei esortarvi a un intenso impegno per dare un contenuto sempre più preciso e ricco alla vostra fede attraverso la partecipazione sistematica alla catechesi. Questa infatti, fornendo l’occasione di un approfondimento dottrinale e della conseguente riflessione religiosa, permetterà di meglio orientare la condotta secondo le esigenze della vita nuova nell’ambiente familiare, professionale e sociale.

Il laico cristiano, fedele alla sua responsabilità di edificare la Chiesa e di portare Cristo all’uomo, deve usare dei mezzi di formazione catechetici e liturgici, per poter rendere ragione della speranza che lo muove (cf. 1 Pt 3, 15) e costruire efficacemente un ambiente comunitario nel quale venga detta la verità ultima sull’uomo e sulla sua dignità; un ambiente di carità, dove ogni essere sia accolto e promosso senza discriminazione; un ambiente dove l’uomo sia misurato con una misura nuova: la misericordia, il cui vertice è il perdono riconciliatore. Approfondite, perciò, la conoscenza di Cristo, ascoltando la parola dei ministri del Signore e leggendo con attenzione le pagine del Vangelo. Educate il vostro cuore e la vostra mente a scoprire sempre più profondamente chi egli sia. Cercate di vivere una vera familiarità con Gesù, per intendere sempre meglio il suono della sua voce, il significato del suo linguaggio sulla terra e dell’offerta totale di sé sulla croce.

3. Un altro motivo scorgo, poi, nella finalità del vostro odierno ritrovarvi con il Papa: avere da lui una parola di conforto e di orientamento per il vostro impegno di testimonianza cristiana. Cari fratelli, prendete sempre più coscienza del compito che, come laici, avete nella Chiesa e nel mondo. Vi esorto ad assumere con coerenza e vigore l’atteggiamento conforme alla vostra dignità e responsabilità. Io confido in voi e nel vostro impegno per la gloria di Dio e per il servizio dell’uomo. Sì! La vocazione cristiana è essenzialmente apostolica e solo in questa dimensione di servizio al Vangelo il cristiano incontrerà la pienezza della sua dignità e responsabilità.

Infatti i laici, “incorporati a Cristo con il Battesimo, inseriti nel popolo di Dio e fatti partecipi, nel modo loro proprio, della funzione sacerdotale, profetica e regale di Cristo” (Lumen Gentium, 31), sono chiamati alla santità e sono invitati ad annunciare e realizzare il regno di Dio. Nessun cristiano è esentato dalla personale responsabilità evangelizzatrice. La grazia del Battesimo e della Confermazione, che l’Eucaristia rinnova e la Penitenza restaura, costituisce l’energia capace di rivitalizzare la fede e di orientare, nel dinamismo creatore dello Spirito Santo, l’attività dei membri del Corpo mistico. Pertanto i laici sono chiamati a quell’interiore crescita spirituale che conduce alla santità e a quel creativo impegno apostolico, che li fa collaboratori dello Spirito Santo, il quale con i suoi doni porta a compimento l’opera di Cristo.

Che nessuna attività umana sia estranea alla vostra passione evangelizzatrice!

4. Continuate e rinnovate incessantemente la tradizione religiosa della vostra terra. Date testimonianza che il vangelo vissuto è, in quanto rivelazione dell’amore di Dio, una forza umanizzante. E per mezzo vostro, nonostante le debolezze che tutti portiamo, Cristo si avvicini a tutti quei cuori che hanno bisogno di aiuto, di tenerezza, di speranza. Che Dio vi illumini e vi fortifichi nell’impegno di vita autenticamente cristiana e di missione nella parrocchia e negli ambienti di lavoro. Allora la sincerità dei rinnovati rapporti con Dio e l’impegno di un amore costante verso i fratelli vi accompagneranno tutti i giorni della vostra vita, stimolandovi a un continuo progresso spirituale, che non potrà non riflettersi sulle sorti della città terrena.

Avvicinandosi la conclusione dell’Anno Santo della Redenzione, io auspico per tutti voi che naturale e spontaneo vi riesca il passaggio dalla scena così dolce di Betlemme a quella drammatica del Calvario, affinché inseparabile e saldo appaia il rapporto tra tutti i misteri della vita del Figlio di Dio, fatto uomo. Per il mistero della sua incarnazione e, soprattutto, per il mistero della redenzione egli ci ha tutti salvati. Cristo Signore, per l’intercessione di Maria santissima, nostra madre, presente sul Calvario e poi radiosa nella luce della Pasqua, vi guidi e sorregga.


Ai partecipanti al III Congresso Mondiale di Coniglicultura

My cordial greetings go to the members of the III World Rabbit Congress meeting in Rome, which is sponsored by the World Rabbit Science Association. I would assure you of my sincere interest in your scientific activities and in the prospects that they offer in the important area of supplying food for the world. May you be able to contribute greatly to the well-being of humanity and find fulfilment in your work. May God bless you and your families.

 

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