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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANI AL XXVI° CAPITOLO GENERALE DELLA
CONGREGAZIONE DEI
«CHRISTIAN BROTHERS»

Giovedì, 12 aprile 1984

 

Cari fratelli in Cristo.

Sono molto lieto di dare il benvenuto a voi, partecipanti al XXVI capitolo generale della congregazione dei “Christian Brothers”. Vi saluto con le parole dell’apostolo Paolo: “Rendo grazie al mio Dio per mezzo di Gesù Cristo riguardo a tutti voi, perché la fama della vostra fede si espande in tutto il mondo” (Rm 1, 8).

1. Voi rappresentate quasi tremila Fratelli cristiani attivamente impegnati nell’educazione della gioventù in più di trecentocinquanta comunità nei cinque continenti. Inoltre, voi siete i continuatori di una tradizione veramente gloriosa di impegno nell’educazione dei giovani che ebbe la sua umile origine nella prima scuola che il vostro fondatore, Edmund Ignatius Rice, istituì in una stalla a Wateford, agli inizi del XIX secolo. Si trattò davvero di un atto di evangelica compassione, poiché egli fu commosso dallo stato miserevole di ragazzi senza alcuna prospettiva di educazione o guida nelle tristi condizioni di povertà e di estrema discriminazione religiosa nelle quali vivevano.

Chi può misurare l’ampiezza del bene raggiunto dalla vostra congregazione da allora? Quanti ragazzi sono cresciuti in una maturità cristiana nelle loro vite personali e professionali, come risultato dell’eroismo spesso nascosto dell’opera compiuta dai Fratelli con quella profonda fede personale, con quello spirito di dedizione e gioia interiore che caratterizzano i seguaci di Edmund Ignatius Rice?

2. Il vostro Capitolo generale ha l’importante compito di rivedere le Costituzioni e gli altri regolamenti da sottoporsi all’approvazione della Sacra congregazione per i religiosi e gli Istituti secolari. Siete anche impegnati in un processo di rinnovamento e adattamento.

A questo proposito vorrei attrarre la vostra attenzione su ciò che ho affermato nella mia recente esortazione apostolica, Redemptionis Donum: “La Chiesa pensa a voi, prima di tutto, come a persone "consacrate": consacrate a Dio in Gesù Cristo come proprietà esclusiva” (Ioannis Pauli PP. II, Redemptionis Donum, n. 7).

Senza dubbio, l’efficacia del vostro apostolato e la vitalità della vostra congregazione, cioè il senso di personale identità e perciò la maturità spirituale di ogni membro della vostra congregazione, deriva dal modo autentico in cui questa consacrazione è accolta e vissuta.

Quali membri di un Istituto religioso voi avete una specifica testimonianza da dare. Voi proclamate il potere salvifico di Cristo col vostro particolare stile di vita, basato sull’osservanza dei consigli evangelici e animato da una solida pietà, sia personale che comune a tutti i membri della congregazione.

3. Permettetemi di menzionare brevemente un aspetto della pietà cristiana che contribuisce grandemente al raggiungimento della santità e alla consistenza della vostra testimonianza. Mi riferisco alla intensa devozione al Santissimo Sacramento che ha segnato il cammino spirituale di Edmund Rice e dal quale è venuta tanta forza e illuminazione per innumerevoli membri della sua congregazione. Dovete essere uomini di frequente contatto col Cristo risorto nel sacramento della sua presenza, per alimentare la fede che sostiene e dà significato alla vostra vocazione.

Il Concilio Vaticano II ha cura di puntualizzare che deve essere onestamente affrontato il fatto che anche i cambiamenti più desiderabili compiuti in vista di bisogni contingenti non raggiungeranno il loro scopo a meno che non siano vivificati da un rinnovamento di spirito, un interiore rinnovamento del cuore (cf. Perfectae caritatis, 2).

4. Avete desiderato far visita al Papa. E io colgo questa opportunità per ringraziarvi per il vostro specifico servizio ecclesiale nella promozione dello sviluppo integrale della gioventù. Apprezzo anche l’assistenza diretta prestata dalla congregazione dei Fratelli cristiani alla Santa Sede.

Posso domandarvi una cosa? Voi siete ben consapevoli delle necessità della Chiesa in ogni parte del mondo in relazione alle vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa. La mia richiesta è che voi non manchiate mai di sfidare i giovani a seguire Cristo in questo cammino. Aiutateli a scoprire la chiamata divina. Sosteneteli con la vostra preghiera, il vostro consiglio e con l’esempio delle vostre vite.

È mia ardente speranza che questo incontro vi incoraggi a continuare nella fedeltà all’ispirazione originale del vostro fondatore. Prego perché la vostra congregazione cresca e fiorisca di nuove vocazioni; che le vite di tutti i suoi membri siano fruttuose e vissute nell’adempimento del compito affidato a ciascuno.

Che la beata Vergine Maria, regina degli apostoli, vi protegga e vi ispiri col suo esempio di perfetta consacrazione!

Sia lodato Gesù Cristo!

 

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