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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AGLI UFFICIALI E AGENTI DELLA POLIZIA STRADALE

Sala del Concistoro - Sabato, 21 aprile 1984

 

Carissimi.

1. Eccoci ancora una volta insieme per questo tradizionale appuntamento del Sabato santo, giorno così intensamente carico di attesa e di speranza. Grazie, cari ufficiali e agenti della Polizia stradale italiana, per essere venuti a porgermi i vostri auguri di buona Pasqua, che desidero ricambiare di cuore a tutti voi e alle vostre famiglie.

Ringrazio il signor prefetto Vittorio Mazzini per le sue cortesi parole e a tutti rivolgo il mio pensiero riconoscente per un servizio

- quello vostro - attento, generoso, silenzioso, responsabile che consente al Papa di svolgere, a sua volta, il proprio servizio apostolico nella città di Roma e nell’Italia intera. Conosco e apprezzo profondamente i vostri sacrifici, la vostra abnegazione che, a molti meno attenti può apparire dovuta, mentre è espressione di alto senso civico e più chiaramente del libero proposito di servire il bene comune, il bene cioè di ogni cittadino, di ogni fratello.

2. I miei auguri per ciascuno di voi e per le vostre famiglie, ve li porgo nella luce del mistero pasquale e della fede cristiana. Gesù, vincitore della morte e del peccato, nostro Agnello pasquale, è stato immolato per ognuno di noi. “Morendo ha distrutto la morte; risorgendo ha ridato a noi la vita”. Lo Spirito che ha risvegliato Cristo dai morti fa di noi “uomini nuovi” chiamati a rinascere nella vita del Signore risorto.

Ecco il motivo della nostra gioia di Pasqua: se aderiamo a Cristo, vivremo da uomini nuovi, non più schiavi delle opere di morte, del nostro peccato, ma gioiosamente dediti alle opere dell’amore, che mentre realizzano il bene della famiglia e della società, costruiscono anche il nostro destino di gioia eterna.

La certezza del mistero pasquale illumini i vostri cuori, incoraggi le vostre famiglie, sostenga il vostro servizio.

Rimanga con voi la mia cordiale Benedizione Apostolica.

 

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