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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
CON CUI SI INAUGURANO  LE IMPONENTI OPERE DI AMPLIAMENTO
DELLA BIBLIOTECA APOSTOLICA VATICANA

Martedì, 7 febbraio 1984

 

Signori cardinali!
Venerati fratelli nell’episcopato e nel sacerdozio!
Illustri signori!

1. Sono veramente lieto di compiere oggi l’inaugurazione ufficiale dei nuovi locali di questa Biblioteca Apostolica, che la Santa Sede fin dall’antichità eresse e arricchì attraverso i secoli, perché fosse per gli uomini di alta cultura privilegiato punto di riferimento e santuario eletto della scienza e della sapienza. Saluto di cuore tutti voi, presenti a questo significativo incontro, rivolgendo un particolare e grato pensiero agli illustri rappresentanti del Sacro collegio dei cardinali, delle Sacre congregazioni, degli uffici, dei tribunali e delle commissioni della Curia romana; saluto con eguale affetto i rappresentanti della Conferenza episcopale tedesca, e l’intero personale che dedica la propria attività al buon funzionamento di questa biblioteca; saluto pure i dirigenti del governatorato della Città del Vaticano e dell’amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica, unitamente ai responsabili delle imprese di costruzione e di arredamento dei nuovi locali, e ai dirigenti della casa editrice Belser; un saluto speciale va soprattutto a monsignor Alfonso Stickler, pro-bibliotecario di Santa romana Chiesa, al quale esprimo pure un vivo ringraziamento per le cortesi parole con le quali ha aperto questa cerimonia.

2. Nella mia attività apostolica e soprattutto nei miei incontri con i singoli dicasteri della Curia romana e degli altri uffici della Santa Sede il mio pensiero si è posato più volte sull’attività, sui problemi e sulla missione di questa Biblioteca Apostolica.

Non posso certo dimenticare la celebrazione dell’Anno Santo che il giorno dell’Ascensione, nel maggio 1983, il personale di questa biblioteca ha voluto celebrare insieme con me nella Basilica vaticana. Ed è ancora vivo il ricordo della recente ordinazione episcopale che ho conferito a monsignor Alfonso Stickler.

La missione della Biblioteca apostolica vaticana è oggi più che mai attuale perché, se da un lato l’attività quotidiana della biblioteca e del suo personale direttivo, scientifico ed esecutivo è diretta alla promozione della conoscenza e della scienza e alla tutela del patrimonio culturale nella sua più ampia accezione – come lo dimostrano le antiche e celebri costruzioni fatte dai sommi pontefici: da Sisto IV a Sisto V, da Leone XIII a quelle che oggi vengono inaugurate e che mettono la Biblioteca vaticana al passo con i servizi culturali più moderni sparsi nel mondo –, dall’altro lato è proprio un’esigenza attuale della cultura umana quella di privilegiare maggiormente, al di là della conoscenza sensibile ed empirica, quella razionale e metafisica e quella della religione e dello spirito, cioè la fede.

3. La Biblioteca Apostolica Vaticana è chiamata a svolgere un servizio alla verità e alla cultura.

Alla verità, anzitutto, concedendo l’adito a tutti gli studiosi, soprattutto a quelli provenienti dalle università degli studi e dagli istituti di ricerca e di specializzazione e particolarmente ai docenti universitari senza distinzione di razza, ideologia o religione, purché siano cultori di una vera scienza, veramente al servizio dell’uomo.

Alla cultura poi perché non si può ignorare che la Biblioteca Vaticana, fondata come biblioteca umanistica, abbia sempre coltivato le scienze umane; e in essa, inoltre, si trova uno tra i più importanti depositi delle scienze esatte antiche. Furono quelle scienze umane a costituire nel passato un denominatore comune culturale, che anche oggi ha la sua attualizzazione e continuazione nel servizio di quell’intesa e di quella collaborazione internazionale che è impegno e aspirazione di tutti i popoli. Essa sta alla base di quella pace che sant’Agostino e san Tommaso d’Aquino – la cui imponente effigie campeggia in questa sala di consultazione – definiscono “tranquillitas ordinis”. È proprio infatti delle scienze umane stabilire la giusta gerarchia dei valori, ordinando l’universo dell’uomo e della natura a servire la pace. Ed è soprattutto in questo servizio di collaborazione culturale diretto al bene dell’uomo, all’intesa intellettuale, alla pace e alla ricerca della fede che si deve distinguere l’attività della Biblioteca Apostolica.

4. Un’altra caratteristica della Biblioteca Vaticana è quella di essere depositaria e vigile custode di tesori e di valori artistici d’ogni genere: dal venerabile Codice vaticano B’ al papiro Bodmer, che contiene le lettere di san Pietro, dagli splendidi esemplari bizantini ai codici medievali, dagli stupendi manoscritti del Rinascimento ai numerosi e preziosi oggetti d’arte che i sommi pontefici hanno continuamente affidato alla sua custodia insieme alla missione di farli studiare e conoscere.

Nessuno ignora, infatti, quanto la bellezza possa avvicinare a Dio e servire quindi alla missione religiosa della Chiesa, che da sempre protegge l’arte, utilizzandola al servizio della liturgia e della preghiera negli edifici di culto o nei templi della cultura. Mi compiaccio quindi che sia venuta ad abbellire il cortile della Biblioteca vaticana una nuova e artistica opera raffigurante san Giuseppe “Custos ac provisor Bibliothecae apostolicae Vaticanae”.

5. E ovvio che la Biblioteca vaticana non può far fronte da sola a questa sua missione, in qualche modo “evangelizzatrice”, stante la vastità e la diffusione della cultura e la novità e l’ampiezza dei mezzi oggi a disposizione. Per corrispondere a questo suo impegno, essa ha trovato collaborazione con altri enti culturali, che dispongono di nuove tecniche. Tali enti, tra i quali si distingue la casa editrice Belser, meritano encomio per la sensibilità dimostrata alle esigenze della Biblioteca apostolica per diffondere e far conoscere nel mondo quei tesori di sapienza e di bellezza che sono, per gli spiriti in sincera ricerca, veri “praeambula fidei”, porte d’ingresso alla fede.

Una grande opera è stata svolta con la riproduzione e diffusione di fac-simili eseguiti con vero impegno scientifico e tecnico a testimonianza di quel rispetto e di quell’amore che la Chiesa ha sempre nutrito per la Verità in ogni sua espressione.

È da mettere inoltre in particolare rilievo la collaborazione che la Biblioteca vaticana ha cercato presso la Conferenza episcopale tedesca, la quale, attraverso il suo ben noto spirito di collegiale corresponsabilità, ha sostenuto la missione culturale della Biblioteca apostolica, ricevendone un meritato prestigio culturale. A nome della Santa Sede giunga quindi una parola di viva riconoscenza, per questo provvido intervento, alla Conferenza Episcopale Tedesca, che si è distinta per generosità e comprensione.

Tale collaborazione nella conservazione delle fonti della cultura e nella diffusione della verità in tutto il mondo fa della Biblioteca apostolica vaticana un vero strumento della Santa Sede nella sua missione universale di verità, di intesa e di pace.

Su quanti si dedicano a quest’opera davvero meritoria e su tutti e singoli gli appartenenti alla Biblioteca apostolica vaticana, come sulle rispettive famiglie, invoco i doni del Signore e a tutti imparto la benedizione apostolica, in segno della mia particolare benevolenza.



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