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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI SUPERIORI E AGLI ALUNNI DEL SEMINARIO
REGIONALE TEOLOGICO PUGLIESE «PIO XI»

Lunedì, 20 febbraio 1984

 

Venerati Fratelli nell’Episcopato,
Superiori, Docenti e carissimi Alunni del Pontificio Seminario Regionale Teologico Pugliese.

1. Nel 75° anniversario di fondazione del vostro seminario, avete desiderato questa udienza speciale, per sottolineare l’importanza e la solennità della ricorrenza.

Siate i benvenuti. Porgo il mio deferente saluto ai vescovi componenti la Commissione episcopale per il seminario e, per loro tramite, estendo il mio cordiale pensiero a tutto l’episcopato della regione pugliese; saluto il rettore monsignor Tommaso Tridente, insieme con i superiori e i docenti delle varie discipline; e con profondo affetto saluto ciascuno di voi, cari alunni, che vi preparate al sacerdozio con impegno e serietà, e con voi intendo salutare anche tutti coloro che vi amano e vi aiutano, le suore, il personale, le vostre famiglie, i benefattori e gli amici del seminario. La vostra grande comunità è presente nel mio pensiero e specialmente nella mia preghiera, affinché copiosi ed efficaci siano sempre i doni del Signore per il suo vantaggio e la sua perseveranza.

2. L’odierno incontro vuole in modo particolare ricordare gli anni trascorsi da quell’11 novembre 1908, quando san Pio X eresse canonicamente il vostro seminario regionale nella città di Lecce, nei locali dell’istituto “Argento” e lo affidò per l’insegnamento e la direzione ai padri Gesuiti. Da allora è trascorso un lungo periodo di tempo, denso di attività e di avvenimenti, che includono il trasferimento a Molfetta durante la Prima guerra mondiale; la costruzione del nuovo edificio voluto da Pio XI, di venerata memoria, e inaugurato nel novembre 1926; le complesse difficoltà causate dalla seconda guerra e dal dopo-guerra; le delicate situazioni createsi con i mutamenti socio-politici e il rinnovamento ecclesiale postconciliare . . . Quanti eventi e di quale fondamentale importanza hanno segnato il quadrante della storia a noi contemporanea! Ebbene, in mezzo a tutte le vicende e anche alle tribolazioni di questo secolo, il Pontificio seminario regionale pugliese ha continuato a camminare per la strada dell’autentico servizio della Chiesa, formando ben 1605 sacerdoti ed enumerando 37 vescovi, scelti tra i superiori, i docenti e gli ex alunni, tra cui il cardinale Corrado Ursi e Giuseppe Casoria. Mi piace anche ricordare che da tempo è stato introdotto il processo diocesano di beatificazione del primo rettore del clero secolare, monsignor Raffaele Delle Nocche, eletto poi vescovo di Tricarico; e che è stato iniziato il processo informativo anche sull’ex alunno padre Agostino Castrillo, divenuto anch’egli vescovo della diocesi di San Marco Argentano e Bisignano.

Questo sguardo panoramico ci permette di ringraziare insieme il Signore per i tanti favori elargiti e per esprimere anche l’apprezzamento e la riconoscenza verso tutti coloro che, in diverse mansioni, si sono adoperati con ardore per mantenere vivo ed efficiente il seminario.

San Pio X nel documento di fondazione, rivolgendosi ai giovani, raccomandava “di approfittare di questo beneficio della divina Provvidenza per rispondere alla loro vocazione, per rassodarsi nella pietà, per crescere in virtù e per imprendere e conservare quel tenore di vita, che sia all’altezza del mistero al quale aspirano”. E Pio XII nel discorso già preparato per l’udienza speciale in occasione del cinquantenario (19 ottobre 1958), e non potuto leggere per la sua repentina scomparsa, spiegava che prepararsi al sacerdozio significava formarsi un’anima sacerdotale, rendersi strumenti atti nelle mani di Cristo e allenarsi alla perseveranza. Così scriveva testualmente: “Non soltanto Dio e la Chiesa, ma anche i fedeli laici, talora i più tiepidi, amano vedere nel sacerdote il ministro di Dio innanzitutto, circonfuso in ogni momento del medesimo alone che irraggia dal sacro ostensorio. Sacra infatti non e solo la sua opera, ma altresì la sua persona” (AAS 50 [1958] 961-971).

Con intima gioia possiamo affermare che tali direttive non sono mai state tradite; anzi con serietà e con coraggio sono sempre state seguite e attuate.

3. Volendo ora lasciarvi un messaggio che possa servirvi come programma di vita per l’avvenire, non posso fare altro che ribadire ciò che sempre vi è stato inculcato con amore e convinzione, e cioè la necessità di una formazione profonda e completa per essere unicamente ministri di Dio, sacerdoti santi e santificatori, proprio in questa nostra società così evoluta e tormentata, così radicalmente bisognosa di sicure certezze ultraterrene.

a) Curate in primo luogo la vostra formazione culturale alla luce della filosofia perenne e della teologia insegnata dal magistero della Chiesa. La missione del sacerdote è di essere, lui per primo, luce del mondo e sale della terra; ma non può illuminare gli altri se non possiede solide e limpide convinzioni personali. Mai come oggi è necessario conoscere profondamente tutto il “deposito della fede” e nello stesso tempo la cultura moderna nei suoi vari aspetti letterari, sociali, scientifici, artistici! Parlando a voi, superiori, docenti e alunni di un seminario voluto e fondato da san Pio X, è doveroso ricordare la sua ansia apostolica per la difesa e l’annunzio della verità dogmatica e il suo costante richiamo alla dottrina di san Tommaso. È inoltre necessaria una formazione accurata, completa per quanto è possibile, aggiornata, nella pastorale, nella liturgia, nel diritto, nella sociologia, nella pedagogia, per sapere poi capire, discernere, accogliere con sensibilità e serenità, con rigore dottrinale e con mitezza cordiale. Questo già avviene, con equilibrio e saggezza, nel vostro seminario. Si tratta di farne tesoro! Non perdete tempo, dunque! Tutto può servire per il vostro domani!

b) Curate poi eminentemente la vostra formazione apostolica. Il seminario infatti ha come unico scopo la formazione dei futuri sacerdoti per la vita apostolica. E questa, nelle sue esigenze e nei suoi ideali, si potrebbe sintetizzare nell’ammonizione di Gesù: “Convertitevi e credete al Vangelo!” (Mc 1, 15). Gesù è venuto per convertire il mondo; e il Figlio di Dio si è incarnato e morto in croce per la conversione e la salvezza degli uomini e la Chiesa è stata da lui fondata unicamente per tale scopo. L’Anno Santo che stiamo fervorosamente vivendo, ne è appunto un richiamo cordiale e solenne.

La vostra vita dovrà essere totalmente apostolica e, per operare la “conversione” voluta da Cristo, dovrete lavorare, vivere, donare tutto il vostro tempo, talvolta anche soffrire. Ma è proprio in questa ansia apostolica che il sacerdote trova gioia, forza, consolazione, anche se molte volte i suoi sforzi sembrano vani; proprio per questa causa suprema, umana e divina, terrena ed eterna, merita impegnarsi, prepararsi e consacrare tutta la propria vita!

c) Infine, curate la vostra formazione ascetica mediante una soda direzione spirituale.

San Pio X nella sua enciclica “Haerent animo” scriveva: “L’unica cosa che unisce l’uomo a Dio, che lo rende a lui gradito e lo costituisce degno ministro della sua misericordia è la sua santità di vita e di costumi. Questa è, in sostanza, la sovraeminente scienza di Gesù Cristo, e se il sacerdote non la possiede, gli manca tutto” (ASS 41 [1908] 555-577). Parole gravi e severe! Infatti la cultura più vasta, senza santità di vita e di propositi, può addirittura recare danno alla Chiesa e alle anime. Pio XI, il grande papa dei seminari, così strettamente legato alla vostra memoria e alla vostra riconoscenza, nell’enciclica “Ad catholici sacerdotii” diceva ai giovani chierici: “Nel periodo del seminario datevi totalmente a coltivare la pietà, la purezza, l’umiltà, l’obbedienza, la disciplina, lo studio. Solo così voi vi formerete sacerdoti quali Gesù Cristo vi vuole” (AAS 28 [1936] 5-53). Le medesime parole vi ripeto anch’io esortandovi ad instaurare una metodica direzione spirituale, a formarvi alle fondamentali virtù dell’obbedienza, della carità e della fraternità, ad acquistare un buon carattere, a comprendere l’essenziale valore della preghiera, soprattutto dell’intimità eucaristica. In questo modo la vostra vita di seminario sarà anche colma di gioia e di iniziative, e la vostra futura vita sacerdotale darà supremo onore a Dio, gaudio alla Chiesa e ai vostri vescovi, e frutti spirituali ai fedeli.

4. Carissimi, concludendo questo nostro incontro, rivolgiamo il pensiero a Maria santissima: a lei, “Regina Apuliae” da voi venerata nell’effigie donata da Pio XII, affido il vostro seminario regionale e ciascuno di voi! Siano sempre numerose e sante le vocazioni! Con il suo aiuto materno e la sua celeste protezione siate apostoli ardenti e coraggiosi del mondo intero!

Con l’assicurazione del ricordo nelle mie preghiere, vi accompagni sempre anche la mia benedizione.

 

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