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VIAGGIO APOSTOLICO IN COREA, PAPUA NUOVA GUINEA,
ISOLE SALOMONE E THAILANDIA

DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II
PRIMA DI PRONUNCIARE L'ATTO SOLENNE DI
AFFIDAMENTO DELLA COREA ALLA MADONNA

Cattedrale dell'Immacolata Concezione - Seoul
Domenica, 6 maggio 1984

 

Siamo riuniti questa mattina, qui in questa cattedrale dell’Immacolata Concezione che è, si può dire, la madre di tutte le chiese di questo Paese, per rinnovare una volta ancora l’antica preghiera dei fedeli di tutto il mondo, una preghiera molto cara ai cristiani di Corea fin dalle origini: “Sotto la tua protezione ci rifugiamo, o Madre di Dio”.

Quando nel 1837 il vescovo Imbert ottenne la grazia di poter finalmente dare a questa terra una festa di Maria, chiese alla Santa Sede di avere come patrona del Paese Maria con l’appellativo di Immacolata Concezione. Questo desiderio fu soddisfatto più tardi dal suo successore, il vescovo Ferréol che, nel 1846, in mezzo all’infuriare di una violenta persecuzione, segretamente consacrò la popolazione e la Chiesa di questa terra alla beata Madre, come compatrona con san Giuseppe, nel piccolo villaggio di Surich’igol, presso Kwangju.

E non appena la Chiesa ottenne la libertà di culto, si costruì qui a Chong’hyon questa cattedrale, come simbolo visibile della fede cattolica in questa terra, santificata dal sangue dei martiri, e solennemente dedicata dal vescovo Mutel, il 29 maggio 1898, all’Immacolata Concezione.

Sono anche molti gli eventi importanti, nel destino del popolo coreano, che coincidono con le feste di Maria, dei quali il più recente è la liberazione avvenuta il 15 agosto 1945.

E così oggi, in questo bellissimo mese di Maria, in questo giorno fausto più di ogni altro dell’intera storia della Chiesa in Corea, nel quale i suoi migliori figli e figlie stanno per essere elevati agli onori degli altari, io, Giovanni Paolo II, affido di nuovo l’intero popolo e la Chiesa di questa terra all’amorosa protezione della beatissima Madre, Madre di Gesù e Madre di tutti noi.


ATTO DI AFFIDAMENTO

 

Madre di tutti gli uomini e di tutti i popoli,
tu conosci le sofferenze e le speranze di ciascuno.
Come Madre,
tu conosci la lotta tra la luce e le tenebre,
tra il bene e il male,
che si combatte nel mondo e dentro i nostri cuori.

Tu hai generato Gesù,
figlio dell’uomo e figlio di Dio,
nel quale il popolo di Corea,
con luminosa gioia,
ma anche attraverso molta sofferenza,
ha trovato “la via, la verità, e la vita”.

O Madre di misericordia,
noi ora affidiamo al tuo cuore amoroso
l’intero popolo e la Chiesa di questa terra.
Tienici lontani da ogni ingiustizia,
divisione, violenza, e guerra.

Proteggici contro la tentazione
e la schiavitù del peccato e del male.

Sii con noi!
Aiutaci a vincere il dubbio con la fede,
l’egoismo con il servizio,
l’orgoglio con la mansuetudine,
l’odio con l’amore.
Aiutaci a vivere il Vangelo con la “follia” della croce,
dando testimonianza a Gesù
che è morto su di essa,
cosicché possiamo risorgere
con il tuo Figlio alla vera vita,
con il Padre nell’unità dello Spirito Santo.

O Madre di Cristo, conforta e dà forza a tutti coloro che soffrono: i poveri, quanti sono soli, i malati, i non amati, gli oppressi, i dimenticati.

Benedici noi!
Prega per noi!
Insieme con san Giuseppe,
unisci tutti noi nell’amore.
Dona la pace alla nostra terra divisa,
e a tutti la luce della speranza.
Mostraci il frutto benedetto del tuo grembo: Gesù! Amen.

 

© Copyright 1984 -  Libreria Editrice Vaticana

 



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