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VIAGGIO APOSTOLICO IN COREA, PAPUA NUOVA GUINEA,
ISOLE SALOMONE E THAILANDIA

CERIMONIA DI CONGEDO

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

Aeroporto Don Muang -  Bangkok (Thailandia)
Vener
dì, 11 maggio 1984

 

Altezze reali,
signor primo ministro,
cari amici.

È arrivata per me l’ora di dire addio alla Thailandia, portando a termine così la mia visita troppo breve in questa terra incantevole e al suo popolo affascinante. Desidero esprimere il mio apprezzamento a tutti coloro che hanno reso possibile questa visita.

1. In primo luogo sono molto grato alle loro maestà, il re e la regina, che mi hanno gentilmente invitato a visitare la Thailandia, e quindi mi hanno messo in grado, come ho già accennato, di restituire la visita che essi hanno reso al mio predecessore Giovanni XXIII circa venti anni fa. Per la benevolenza delle loro maestà, ho avuto l’occasione di fare l’esperienza diretta della tradizionale gentilezza e ospitalità del popolo tailandese, delle qualità umane e delle virtù che sono eminentemente rappresentate nelle persone dei sovrani. Il legame di affetto reciproco che unisce il popolo tailandese ai suoi sovrani è chiaramente evidente nell’instancabile sollecitudine delle loro maestà per il benessere e la felicità dei sudditi, che in cambio procura loro l’affetto durevole e l’apprezzamento del popolo tailandese.

Come “protettore di tutte le religioni” in Thailandia, sua maestà il re ha dimostrato un interesse personale per la libera pratica, nel suo Paese, delle religioni diverse dal Buddismo. Anche per questa ragione mi sono sentito onorato del suo invito. Sua maestà mi ha anche onorato incaricando il principe ereditario di salutarmi a nome suo, e per questo grande gesto di rispetto e di amicizia, gli sono profondamente grato.

2. La mia presenza nella terra di Thailandia mi ha permesso anche di salutare sua santità il supremo patriarca di tutti i buddisti di questo Paese. È stato per me un privilegio incontrare questo venerabile e riverito capo religioso. Sono sicuro che il nostro incontro è di buon auspicio per i futuri rapporti fra buddisti e cattolici, sia qui sia nel resto del mondo.

3. Desidero ringraziare il primo ministro, gli altri ministri del governo e i funzionari, che hanno offerto la loro cortese cooperazione a coloro che hanno preparato il mio viaggio nel vostro Paese. Sono profondamente grato a tutti quelli che hanno aiutato a coordinare il programma della mia visita in tutti i suoi numerosi aspetti.

Sono particolarmente riconoscente di aver potuto visitare il campo dei rifugiati del Sud-Est asiatico a Phanat Nikhom. A nome delle migliaia e migliaia di uomini, donne e bambini sofferenti, sfuggiti alle drammatiche situazioni dei loro Paesi per trovare un rifugio nella sicurezza e nella tranquillità della Thailandia, desidero rinnovare la mia profonda gratitudine per la generosa assistenza umanitaria della Thailandia ai rifugiati.

4. Infine saluto e ringrazio gli amati cattolici di Thailandia. Al cardinale, ai vescovi, ai sacerdoti e a tutti i laici premurosi, che hanno così duramente lavorato sia prima che durante la mia permanenza fra voi, dico grazie di tutto cuore. Questa visita al nobile popolo di Thailandia, e in particolare ai fedeli e perseveranti cattolici di questa nazione, resterà impressa per sempre nel mio ricordo e nel mio cuore. Io continuerò a pregare per voi, come faccio per tutti i popoli, perché Dio vi benedica con la felicità, la prosperità, la pace duratura.

Thailandia, terra dell’uomo libero, ti saluto.

Popolo di Thailandia, ti dico addio.

Popolo di Thailandia, Dio ti benedica!

 

© Copyright 1984 -  Libreria Editrice Vaticana

 



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