Index   Back Top Print

[ IT ]

VISITA PASTORALE A VITERBO

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AGLI INFERMI

Chiostro degli Agostiniani - Domenica, 27 maggio 1984

 

1. Vi saluto con grande affetto, carissimi ammalati, che siete venuti così numerosi ad incontrare il Papa in questo chiostro, accanto al quale sorge il magnifico santuario, dedicato a Maria santissima liberatrice.

Durante le settimane del tempo di Pasqua che sta per concludersi, abbiamo approfondito, nella liturgia, i vari aspetti del mistero della redenzione, che è annuncio di vita, di speranza, di liberazione. Abbiamo riflettuto sull’amore misericordioso di Dio, che offre a tutti la possibilità di essere liberati dal male, e dalla sua radice che è il peccato.

Dobbiamo quindi avere fiducia nell’amore misericordioso di Dio e in pari tempo riconoscere con sincerità la nostra condizione di poveri e di peccatori. È il primo passo per poter ottenere la liberazione da ogni male. Quella liberazione che si ottiene solo nell’incontro con il Cristo crocifisso e risorto.

2. In questo cammino di liberazione dal male e dal peccato, nell’incontro con Cristo, abbiamo una guida straordinaria e un aiuto potente in colei che, in modo unico, è stata associata all’opera della redenzione: Maria santissima, madre del Redentore e madre nostra. La beata Vergine Maria è invocata dalla Chiesa con vari titoli, tra i quali è particolarmente significativo quello di liberatrice, con cui i fedeli da secoli si rivolgono a lei nel santuario che abbiamo qui accanto.

A lei ricorrono con questa speranza tutti coloro che sono afflitti dal male. A lei domandano aiuto, conforto, speranza. Per mezzo suo offrono a Dio i dolori, le sofferenze, le croci, che non mancano mai nella vita di ogni persona. A lei, liberatrice, chiedono di intercedere presso colui che solo può togliere il male e il peccato.

3. Sì, carissimi ammalati che qui siete convenuti sotto il peso della croce, a voi fedeli tutti, che li accompagnate portando il vostro cuore oppresso dal peso dell’afflizione: sappiate che Maria santissima, madre del Redentore e madre nostra vuole condurvi all’incontro con Cristo liberatore. Guidati dalla sua mano materna, giorno dopo giorno, siete chiamati a sempre rinnovati incontri con il Cristo che libera dal male. Come dice la lettera agli Ebrei (Eb 12, 12): “Rialzate le vostre mani stanche, fortificate le vostra ginocchia indebolite, camminate su strade diritte, così che il piede zoppicante non diventi storpio, ma guarisca”.

Carissimi ammalati, a Maria santissima liberatrice chiedete la grazia di comprendere e di aiutare chi vi sta vicino a capire che ogni liberazione è effimera e illusoria, se non ci si libera dalla radice del male e della morte che è il peccato.

Mentre implorate la salute del corpo e dell’anima, sappiate offrire, mediante Maria santissima, le vostre sofferenze al Cristo della Pasqua, affinché anche voi possiate diventare, assieme a lui, strumenti di liberazione da ogni forma di male che opprime l’uomo e il mondo.

La Vergine santissima sia sempre la vostra luce, la vostra speranza e indirizzi i vostri pensieri verso quella patria, in cui non esiste più né male né morte.

In pegno di tali voti, di cuore imparto a voi, carissimi ammalati, e ai fedeli tutti qui riuniti, la mia benedizione.

 

© Copyright 1984 -  Libreria Editrice Vaticana

 



Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana