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VIAGGIO APOSTOLICO IN CANADA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI FEDELI PRESENTI NELLA CATTEDRALE DI MONTRÉAL

Cattedrale «Marie-Reine-du-Monde» a Montréal
Lunedì, 10 settembre 1984

 

Cari fratelli e care sorelle.

Sono molto commosso di cominciare il mio pellegrinaggio a Montréal in questa basilica-cattedrale di Maria Regina del mondo. Nella pianta vi ritrovo in effetti, una grande somiglianza con la basilica di San Pietro a Roma; monsignor Ignace Bourget, il secondo vescovo di Montréal, alla fine del secolo scorso, ha voluto simboleggiare con questa costruzione la stretta unione della Chiesa del Canada con la Santa Sede. Ed è significativo che sia stata dedicata a Maria, sotto il titolo di Regina del mondo.

Come ogni cattedrale, è il centro e il simbolo di tutta l’arcidiocesi. Saluto con grande gioia il suo arcivescovo, monsignor Paul Grégoire: lo ringrazio vivamente della sua accoglienza e delle sue parole che testimoniano la vicinanza pastorale del suo popolo cristiano. Saluto il suo predecessore, il mio venerabile fratello, il cardinale Paul Léger di cui ognuno conosce la testimonianza di carità che è andato a portare in Africa. Saluto i vescovi ausiliari di monsignor Grégoire e tutti gli altri vescovi della provincia ecclesiastica di Montréal e della regione. Sono egualmente felice di veder qui il Capitolo della cattedrale, i rappresentanti del presbiterio, dei religiosi, delle religiose e del laicato cristiano. I miei rispettosi saluti vanno anche al sindaco di Montréal e a tutte le autorità civili che hanno contribuito all’organizzazione del mio soggiorno col senso dell’accoglienza e dell’efficacia che giustamente contribuiscono al buon nome della città.

Dopo Québec, era naturale che venissi in questa grande metropoli, tanto famosa per la sua estensione, per la sua densità e per il dinamismo della sua popolazione di cultura francese, caratteristica di Québec, ma dove anche i gruppi anglofoni hanno un proprio spazio e dove più di venticinque etnie forestiere hanno acquistato diritto di cittadinanza. La sua situazione, lo spirito d’intraprendenza dei suoi abitanti e dei suoi responsabili le hanno procurato uno sviluppo senza pari, un meritato prestigio internazionale; nel corso degli ultimi decenni, delle grandi manifestazioni culturali hanno attirato su questa città l’attenzione del mondo intero.

Di fronte a un tale sviluppo è ancora più commovente ricordare l’origine modesta e allo stesso tempo straordinaria della città: il villaggio di Hochelaga; la collina battezzata col nome di Montréal al tempo di Jacques Cartier: l’iniziativa dei pionieri che sono venuti a fondare Ville-Marie nell’isola di Montréal con Paul de Chomedy, il Sieur de Maisonneuve, Jeanne Mance; l’apostolato di Margherita Bourgeoys, considerata come la “Madre della colonia” e quanti altri cristiani e cristiane convinti che hanno dato alla città una sua anima!

La città si è estesa, si è trasformata, si è modernizzata. Ma Dio vi tiene sempre il suo posto, come questa cattedrale dimostra, proprio nel cuore della città. Sì, questa terra è santa perché Dio vi abita e il suo mistero vi dimora come una luce, come un richiamo, come una forza per il cuore di ciascuna persona umana che si apre alla volontà di Dio come suor Maria Leonia che proclameremo beata domani. E il riflesso della presenza del Signore può essere riconosciuto al cuore di ogni impresa che vuol rendere la città più conforme alla dignità umana. Dio si è fatto uomo in Gesù Cristo perché ogni uomo lasci penetrare in lui la luce e l’amore di Dio.

Questa grazia la domandiamo per Maria, per mezzo di Maria, in questa cattedrale che la venera e l’onora. Essa ci ha dato il Cristo e continua ad aprire a noi il suo cammino. Se essa regna con lui in cielo, partecipe della sua risurrezione, è per servire ancora l’umanità alla ricerca di felicità, alla ricerca di vera libertà, in cerca di autentico progresso, in cerca di amore, in cerca di verità, in cerca di santità.

Salve Regina!

Salve, nostra Regina!

 

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