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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PELLEGRINI DELLE CHIESE DI CALABRIA

Sabato, 1° giugno 1985

 

Carissimi Fratelli e Sorelle delle Chiese di Calabria.

1. Vi ringrazio sinceramente per il magnifico spettacolo che voi quest’oggi mi offrite con la vostra presenza così numerosa e festosa, ma anche così significativa, giacché i vostri volti e i vostri costumi richiamano alla mente le tre giornate da me trascorse con voi, nell’ottobre dell’anno scorso nella vostra terra. Le impressioni di quel pellegrinaggio rimangono indelebili nel mio cuore e alimentano sentimenti di fiducia e di speranza, pur non ignorando i non pochi problemi, da cui la vostra terra forte e generosa è ancora travagliata.

Vi sono riconoscente per questa visita, con la quale intendete ricambiare quella da me compiuta presso le vostre Comunità cristiane di Lamezia Terme, di Serra San Bruno, di Paola, di Catanzaro, di Cosenza, di Crotone, di Reggio Calabria. Questi nomi fanno riecheggiare nel profondo del mio animo le stupende manifestazioni di fede e di calore umano dimostrate in quelle tappe del mio viaggio pastorale.

Ringrazio Monsignor Giuseppe Agostino, Presidente della Conferenza Episcopale Calabra, per le fervide parole che ha voluto indirizzarmi, a nome anche di tutti voi e di tutti i calabresi rimasti a casa. Con lui saluto tutti i venerati Arcivescovi e Vescovi della Regione, il Clero, i Religiosi e le Religiose partecipanti a questo Pellegrinaggio sulla Tomba di San Pietro. Un pensiero particolarmente affettuoso va ai Rappresentanti dei Giovani e del Laicato cattolico, ai quali desidero rivolgere una parola di compiacimento per l’impegno che dimostrano nell’opera di animazione cristiana, e di incoraggiamento a perseverare nella fatica in difesa dei valori morali e spirituali, oggi da più parti insidiati. Un rispettoso e deferente pensiero rivolgo ai presidenti del Consiglio e della Giunta della Regione, e a tutte le Autorità e Personalità civili delle rispettive città, le quali con gesto di spirituale solidarietà hanno voluto associarsi a questo significativo incontro: a loro, come pure alle Autorità militari, che con spirito di vera dedizione al dovere si prodigarono per assicurare l’ordine e il tranquillo afflusso dei fedeli durante la mia visita, porgo voti sinceri, invocando dal Signore abbondanti ricompense di serena prosperità civile.

2. Nell’onda di questi ricordi profondamente impressi nell’animo di ciascuno, siamo oggi qui riuniti per ribadire e per confermare tutte quelle parole, idee, messaggi e propositi, che nacquero in quegli incontri pastorali e che per molti hanno segnato una tappa importante nel proprio cammino spirituale. L’odierno incontro deve servire anche per fare una verifica dopo quell’evento ecclesiale. Voglio sperare che voi non mancherete di rileggere la storia religiosa della vostra Regione, che ha accolto il messaggio cristiano fin dal primo secolo, alla luce splendente dei Santi calabresi che hanno forgiato generazioni di cristiani secondo lo spirito del Vangelo e della Croce di Gesù Cristo. Come non rievocare alcune figure emblematiche, che ebbi occasione di venerare nel corso della mia visita: San Nilo e San Bartolomeo, illustri rappresentanti del monachesimo cenobitico; San Bruno, che diede impulso in Calabria al Monachesimo certosino, fondando quella splendida Certosa, che ancora porto davanti al mio sguardo; San Francesco di Paola, il santo dell’umiltà e della carità, sempre vicino al cuore della gente.

Gli altri esempi di questi santi luminosi, e sempre attuali, devono costituire uno stimolo costante per quella animazione cristiana e sociale della Calabria, oggi, non meno dei tempi passati, bisognosa di uomini e donne che sappiano testimoniare con coraggio l’impegno per una rinascita spirituale.

Sul loro esempio, occorre promuovere, anzitutto, una formazione continua delle coscienze cristiane, fondata sulla fede cattolica, che dia all’uomo e alla donna di oggi profonde motivazioni della propria adesione a Cristo, al suo Vangelo e alla sua Chiesa.

Occorre far percepire tutta la bellezza della partecipazione alla vita liturgica e sacramentale, con particolare riferimento alla celebrazione della domenica, giorno del Signore e signore dei giorni. Nell’ambito dell’itinerario formativo occorre rivalutare quel vasto fenomeno della religiosità popolare che, ricondotta al suo profondo significato di fede, può costituire un grande patrimonio spirituale, assai utile per la crescita nella vita interiore.

3. Ma i Santi calabresi, soprattutto San Francesco di Paola, non hanno disatteso l’impegno sociale, anzi non hanno lasciato occasione per porsi a servizio e a sollievo dei poveri, dei deboli e dei malati. Oggi il problema sociale che tocca la Calabria va sotto il nome più vasto di “questione meridionale”: si tratta dei problemi riguardanti le differenti condizioni di vita delle popolazioni meridionali e quelle più specificamente calabresi; gli aspetti relativi alla vita morale e religiosa e alla coerenza nei comportamenti privati e pubblici; le preoccupazioni sociali relative alla disoccupazione, specialmente quella giovanile e intellettuale, e il problema di fondo di un più vasto e omogeneo sviluppo economico, che riguarda non solo la Calabria ma tutte le Regioni del Mezzogiorno d’Italia.

Davanti a questi e altri problemi i cristiani non possono rimanere inerti e tacere o, quel che sarebbe peggio, restare indifferenti. Essi hanno il dovere non solo di denunziare queste realtà, ma devono soprattutto impegnarsi per creare negli uomini e nelle donne, in particolare tra i giovani, una viva coscienza morale e sociale, che susciti iniziative destinate a portare concrete soluzioni. Ed essi certamente raggiungeranno questo traguardo se si lasceranno condurre non solo dal senso delle leggi umane, ma anche e direi specialmente da quella divina. Infatti, come ebbi a dire a Lamezia Terme al mio primo arrivo in Calabria: “La legge divina costituisce il fondamento di ogni vera giustizia, e solo tenendo conto di essa è possibile dare origine a modelli sociali conformi alla dignità umana. Quando si offusca la luce della norma morale, all’uomo viene a mancare la stella polare su cui orientare il proprio comportamento di vita e finisce con l’organizzare la terra contro se stesso” (Giovanni Paolo II, Allocutio ad salutem dicendam populis Calabriae in urbe “Lamezia Terme” habita, 5, 5 ottobre 1984: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VII/2 [1984] 759).

Come nel passato, ancora oggi la Chiesa di Calabria in tutte le sue componenti, Vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, associazioni e movimenti ecclesiali, laici di tutte le generazioni e categorie sociali, ha un ruolo fondamentale da svolgere nella società calabrese: innanzitutto la sua missione evangelizzatrice, la stessa di duemila anni fa, che oggi diviene nuova evangelizzazione; dalla luce del Vangelo scaturisce poi per ogni cristiano, cittadino di Calabria, l’impegno di operare per la rinascita morale, sociale ed economica della regione.

Siate quindi, come San Paolo che approdò a Reggio Calabria, annunciatori di Cristo; e siate insieme forza decisiva di promozione umana e sociale, siate la speranza e l’avvenire cristiano della Calabria.

4. Passo ora a salutare i fedeli della Parrocchia romana di Santa Maria Consolatrice, qui venuti per festeggiare il 40° anniversario dell’erezione canonica.

Con il Cardinale Vicario Ugo Poletti e il Cardinale titolare Giuseppe Ratzinger, saluto i vostri antichi Pastori, i venerati Fratelli nell’episcopato Carlo Maccari, Giovanni Canestri, Ennio Appignanesi e Massimo Giustetti. Un saluto speciale va poi all’attuale Parroco, Don Enrico Pomili, alle Suore dell’Istituto Maria Santissima Consolatrice e alle Oblate del Sacro Cuore: le une e le altre sono benemerite per aver svolto in questi 50 anni la loro attività apostolica nel quartiere Tiburtino.

Cari parrocchiani, prendete stimolo da questa ricorrenza per ravvivare la vostra fede nel Signore Gesù e per onorare maggiormente la Madre sua, santa Maria consolatrice, Patrona della vostra Parrocchia. “Ad Iesum per Mariam”: ecco l’itinerario di chi vuol raggiungere veramente il traguardo della perfezione cristiana. Il luogo privilegiato di questo itinerario è la Parrocchia: amate la vostra Parrocchia, frequentatela e assistetela con la vostra solidarietà. Da parte mia, prego la Madre di Gesù perché non vi faccia mancare la ricchezza delle sue grazie e delle sue consolazioni.

Su tutti e su ciascuno invoco la pienezza dei favori celesti, che desidero avvalorare con la mia Benedizione.



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