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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI MEMBRI DEL GRUPPO CICLISTICO SPAGNOLO ZOR

Lunedì, 10 giugno 1985

 

È per me motivo di viva soddisfazione ricevere questa mattina i membri del gruppo ciclistico spagnolo “Zor” insieme ai loro tecnici e alle altre persone che li accompagnano e li assistono. A tutti e a ciascuno di voi, così come ai colleghi sportivi spagnoli che rappresentate, desidero rivolgere un cordiale saluto.

La pratica dello sport, nel suo significato più nobile e autentico, fa sempre ricordare l’ideale di virtù umane e cristiane che non solamente contribuiscono alla formazione fisica e psichica, ma promuovono e stimolano la forza e la grandezza morale e spirituale. Lo sport, voi lo sapete bene, è scuola di lealtà, di coraggio, di tolleranza, di volontà, di solidarietà e di spirito di équipe. Tutte queste virtù naturali sono, spesso, la base sulla quale si consolidano altre virtù soprannaturali.

Nella vostra vita di professionisti del ciclismo e nelle vostre occupazioni familiari e sociali, non dimenticate di mettere in pratica quella serie di piccole e grandi azioni di autodominio, di semplicità, onestà e rispetto dell’altro, che si apprendono nell’attività sportiva. Evitate tutto ciò che è slealtà, inganno e frode, poiché questo degrada la vostra professione e fa sfigurare agli occhi di Dio.

Con San Paolo vi dico: “Correte per conquistare il premio” (1 Cor 9, 24); ma vi ricordo anche, con l’apostolo, che come credenti dovete essere sportivi che corrono per ottenere una corona incorruttibile (cf. 1 Cor 9, 25).

E, per terminare, desidero ringraziarvi per la vostra presenza e per i doni che simbolizzano la vostra attività ciclistica e che avete desiderato presentare come atto di omaggio e di vicinanza al successore di Pietro.

Mentre prego il Signore che effonda su tutti voi qui presenti, sulle vostre famiglie e i vostri colleghi nella professione, abbondanti doni che vi sostengano nella vostra vita sportiva e cristiana, mi compiaccio di impartire con affetto la benedizione apostolica.



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