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VISITA PASTORALE  IN VENETO

INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON LE RELIGIOSE NELLA BASILICA SI SAN MARCO

Venezia - Lunedì, 17 giugno 1985

 

Care sorelle.

1. Sono lieto di essere qui con voi, in questa splendida basilica di San Marco, sintesi in certo modo di tutta la storia della civiltà, della cultura, dell’arte e della fede cristiana di Venezia.

Sono qui per onorare insieme con voi la Madre di Dio, raffigurata nell’icona della “Nicopeia”, una preziosa immagine che da più di sette secoli è custodita in questa chiesa, ed è sempre stata ed è tuttora oggetto di particolare venerazione da parte dei veneziani, che continuamente vengono a pregare davanti ad essa, considerando la Madonna sotto questo titolo come protettrice della città. Infatti, come è noto, la sua festa coincide con quella dell’annunciazione, nella quale Venezia celebra il suo “dies natalis”.

Sono qui per onorare la Madre di Gesù, a cui questo popolo, lungo la sua storia, ha dedicato insigni opere d’arte e di devozione: dalla chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari alla basilica della Madonna della Salute; da Santa Maria dell’Orto a Santa Maria dei Miracoli; da Santa Maria Formosa alla Madonna del Giglio; dai numerosi capitelli che ornano i “campi”, le “calli” e gli incroci dei canali ai santuari della terraferma: da quello di Borbiago sulla riviera del Brenta a quello dei pescatori: il santuario della Beata Vergine dell’Angelo, a Caorle.

Maria è la prima delle anime consacrate, totalmente donata a Cristo suo figlio. E proprio qui, nel cuore della Chiesa di Venezia, mi è caro salutare voi, religiose, proclamando l’immensa preziosità del carisma che vi qualifica come persone consacrate per sempre all’amore, al servizio di Dio e dei fratelli.

2. Un saluto particolare rivolgo alle sorelle assenti: alle inferme, perché sappiano che il Papa le pensa, le porta nel cuore e affida alla loro sofferenza, unita a quella di Cristo, ciò che gli sta più a cuore nella vita della Chiesa. Saluto anche con grande affetto le claustrali, che, sebbene anch’esse lontane per fedeltà alla scelta che hanno fatto, sono però qui spiritualmente presenti. Il Papa pensa con gratitudine anche a loro, e proclama a tutti il loro dono come grazia eccelsa per la Chiesa. Quante volte il magistero ha attestato la sua stima e il suo apprezzamento per la loro vita dedicata con singolarissima totalità a Dio e ai fratelli! Nella vita contemplativa è nascosto e rivelato il mistero stesso della Chiesa: testimoniare il regno già presente nel Risorto mediante il suo Spirito, che crea fin d’ora i cieli nuovi e la terra nuova. Siate persone irraggianti i grandi valori della verginità per il regno, della povertà per cui Dio solo vi basta, dell’obbedienza a Dio nella libertà dell’amore filiale. Risplenda in voi la gioia incomparabile, che scaturisce dalla vita divina della grazia, vita che non conosce declino per l’usura del tempo, ma, trionfando anche sulla morte, celebra già ora, fra le opacità del quotidiano, un anticipo della gloria indefettibile del cielo.

3. E ora mi rivolgo a voi, religiose della Chiesa che è in Venezia, impegnate nell’apostolato attivo. Vi sono grato per quello che avete fatto e fate tuttora in questa città, ben nota per essere un luogo dove la vita religiosa da sempre ha trovato spazio per le sue espressioni migliori.

Da quando lo Spirito ha suscitato nella Chiesa il carisma della vita religiosa, questa è, in mezzo al popolo di Dio, testimonianza vivente della scelta radicale di Cristo Gesù. Tale genere di vita deriva certamente da una fede viva, che apre all’uomo la prospettiva definitiva dell’incontro con Dio stesso, il quale solo è degno di un amore assoluto ed esclusivo. Questo amore consiste nella donazione di tutto l’essere umano, anima e corpo, a colui che si è donato completamente a noi uomini mediante l’incarnazione e la croce; che si è “annientato” nell’obbedienza e nella povertà perché noi diventassimo ricchi (cf. 2 Cor 8, 9).

Tale vocazione, una volta accettata e solennemente confermata, deve essere continuamente nutrita dalla ricchezza della fede, affinché la sua gioia caratteristica non sia compromessa neppure nei momenti delle difficoltà, dell’aridità, e della sofferenza. La vostra è, infatti, per la comunità dei credenti e per il mondo, segno vivo del “secolo futuro”: segno che, nello stesso tempo, si radica nella vita quotidiana della Chiesa e della società e permea i suoi più delicati tessuti. Le persone che amano Dio senza riserva sono particolarmente capaci di amare i fratelli e le sorelle senza interessi personali e con l’unica mira del loro vero bene temporale e spirituale.

La vostra Chiesa e la vostra singolare città e territorio hanno bisogno della vostra testimonianza di castità, di obbedienza e di povertà. L’austerità, anche nelle istituzioni e negli atteggiamenti esteriori, unita alla gioia di una fervente carità fondata nella ricchezza interiore dell’obbedienza, sono testimonianza al Risorto e prima condizione per la rifioritura delle vocazioni in un mondo consumista ed egoista.

4. Occorre ricordare altresì che il vostro impegno deve essere vissuto là dove l’obbedienza vi ha chiamate.

Senza perdere tempo sognando situazioni diverse, è là, dove siete, nell’esercizio dell’ufficio assegnatovi, nella realtà della casa che vi ospita, nel contesto della Chiesa locale e in comunione con la Chiesa universale - salvo difficoltà realmente insormontabili - che voi dovete attuare diligentemente il programma della vostra santificazione e del vostro apostolato.

Va da sé che il vostro carisma - quello personale e quello dell’istituto - deve armonizzare con i carismi di tutti coloro che la Provvidenza ha stabilito nel mosaico prodigioso dell’economia della salvezza. Tale carisma riceverà tanta più ricchezza ed efficacia quanto più cercherà una stretta relazione con i doni gerarchici di coloro che sono stati posti dallo Spirito Santo a governare la Chiesa di Dio.

5. L’inserimento vitale nel cammino pastorale della vostra Chiesa vi trovi impegnate non solo ad accettare le linee di chi porta la responsabilità del governo della diocesi, ma anche a rendervi sempre più idonee al miglior rendimento possibile nel lavoro apostolico.

Avrete notato come l’evolversi e la complessità delle situazioni impongano agli operatori di ogni settore un continuo aggiornamento, intelligente, attivo, tempestivo. Ciò comporta chiarezza di visione e duttilità nello stile dell’azione. In tutto questo però, dovete sempre guardarvi dall’attivismo privo di anima religiosa: esso non giova né a voi né alla Chiesa per la quale lavorate.

6. Quelle fra voi, a cui la Chiesa ha affidato il ministero della scuola, sappiano, insieme alla cultura e alla scienza, offrire agli alunni le risorse di una formazione integrale della persona, ed essere di esempio a tutti sia nell’impegno pedagogico e didattico, sia nella coerenza della vita. In tal modo potranno rivolgere efficaci attenzioni - con prudenza e intelligenza apostolica - anche alle famiglie che rientrano nel raggio educativo dell’istituzione scolastica.

Un’esortazione particolare rivolgo alle religiose che operano nel delicato settore della sanità: questo ministero è divenuto oggi sempre più importante, in una società dimentica di Dio.

Inoltre nell’ambiente caldo di vita, proprio della parrocchia, la vostra presenza sia attiva, integrando l’opera dei sacerdoti, per i quali la collaborazione della suora sarà motivo di fiducia e stimolo a perseverante impegno nel lavoro pastorale.

I sacerdoti siano da voi venerati e aiutati come lo fu il divino Maestro da parte di Maria e delle pie donne.

Siate vicine ai fratelli più poveri e ai più infelici, secondo l’esempio del Maestro, che si fece “prossimo” per tutti coloro che erano ai margini delle strade del mondo.

7. Il mio pensiero conclusivo torna a Maria di Nazaret, alla casa di Betania e al Cenacolo. In unione con Maria, in quest’ora privilegiata di preghiera e di spiritualità, vi invito a rivivere con me il mistero della Pentecoste, raffigurato anche in una delle splendide cupole di questa basilica.

Lo Spirito del Signore scenda su voi tutte a illuminare le menti, e a confortare i cuori, perché uscendo di qui, confermate dalla sua grazia, voi possiate operare le meraviglie di Dio.

Con tali voti e sentimenti, imparto di cuore a tutte voi una speciale benedizione, che estendo ai vostri cari e alle consorelle assenti.



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