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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLE RELIGIOSE DELL'ISTITUTO
DELLE SUORE BENEDETTINE DELLA PROVVIDENZA

Venerdì, 29 marzo 1985

 

1. Sono lieto di questo incontro con voi, sorelle dell’Istituto delle suore Benedettine della Provvidenza, qui convenute con i vostri alunni, con le loro famiglie, con gli ex alunni della scuola «Benedetta Cambiagio», per celebrare il 50° anniversario della fondazione della vostra casa romana. Porgo a tutti il mio cordiale saluto.

Benediciamo insieme il Signore per tanti doni concessi alla vostra istituzione, per le copiose grazie di cui vi ha arricchiti in questi anni di servizio all’apostolato nella Chiesa di Roma. La storia di questi cinquant’anni vi consente di riconoscere che nella sua amorosa Provvidenza il Signore non ha mancato di venirvi incontro e sorreggere la vostra opera e il vostro impegno di carità.

La presenza qui di tanti giovani, con le loro famiglie, dimostra che non avete seminato invano nel campo dell’educazione e della formazione cristiana delle coscienze dei ragazzi che hanno frequentato le vostre scuole e che hanno potuto beneficiare della vostra catechesi e della vostra assistenza.

2. Desidero fermare la vostra attenzione, in questa circostanza, su un’espressione che il Concilio Vaticano II - nel riaffermare la validità e attualità delle scuole cattoliche - usa per indicare la principale caratteristica che le scuole cattoliche devono avere. Esse dovranno “dar vita a un ambiente comunitario scolastico permeato dallo spirito evangelico di libertà e carità” (cf. Gravissimum educationis, 8).

Che cosa significa essere veramente liberi? Nella mia lettera apostolica ai giovani ho affermato che cosa significa “saper usare la propria libertà nella verità”. “La libertà contiene in sé il criterio della verità, la disciplina della verità” (Giovanni Paolo II, Epistula Apostolica ad iuvenes, Internationali vertente Anno Iuventuti dicato, 13, 31 marzo 1985: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VIII/1 [1985] 788).

Una scuola cattolica dovrà tener conto che la sua missione educativa mira a formare coscienze libere, uomini veramente capaci di vivere con responsabilità le loro scelte secondo verità.

La presenza di persone consacrate a Dio in un’istituzione scolastica potrà essere un segno profondamente valido per orientare la mente dei ragazzi e dei giovani verso il significato della verità che viene da Cristo. Guidati dalla vostra testimonianza religiosa, i ragazzi a voi affidati troveranno frequenti ispirazioni per edificare la loro personalità seguendo i criteri del vero bene alla luce del Vangelo, con perseveranza e pazienza, con costante sforzo di volontà.

3. Allo spirito evangelico di verità si associa lo spirito di carità. La comunità di una scuola cattolica deve aiutare i giovani a comprendere il valore del dono di sé, come ci ha insegnato Gesù Cristo.

Il modello di Gesù, la testimonianza del suo amore verso ogni uomo sia sempre davanti agli occhi di tutti voi, affinché possiate ispirare a lui il vostro progetto educativo.

La scuola, di per sé, come ambiente comunitario, insegna già ai ragazzi, fin da piccoli, a vivere insieme con gli altri, a collaborare, a rispettare il prossimo. La scuola materna ed elementare contribuisce a seminare nel cuore e nella mente dei fanciulli le prime tracce della formazione intellettuale, i primi convincimenti sui valori che faranno da base per la crescita e lo sviluppo della personalità. È in un ambiente scolastico veramente comunitario che si impara a capire l’impegno dell’amicizia e della collaborazione.

Ma tutto questo progetto dovrà sempre ispirarsi all’esempio di Gesù, il quale ha amato gli uomini fino a dare se stesso per loro. Il cristiano dovrà avere sempre davanti ai suoi occhi l’immagine di Cristo redentore, fondamento di tutta la carità.

4. Io auguro a tutti voi di poter sempre ispirare tutta la vostra vita a questo binomio della libertà e della carità secondo lo spirito che ha animato la serva di Dio Benedetta Cambiagio. La festa della Pasqua del Signore, ormai vicina, vi aiuti a considerare questi valori proprio alla luce del sacrificio supremo di Cristo, morto per rendere testimonianza alla verità, come ci dice il Vangelo di Giovanni, e che ha dato la sua vita per noi, per comunicarci la redenzione mediante la sua croce e la sua risurrezione.

Vi accompagni la mia benedizione.


Il Papa saluta poi il gruppo spagnolo presente all’udienza.

Saluto pronunciato in lingua spagnola:

Deseo saludar ahora en su propia lengua a las jóvenes españolas de la casa de Palencia que participan en este encuentro. Os habéis asociado a las Religiosas Benedictinas de la Providencia en el cincuenta aniversario de la fundación de la casa de Roma. Que este viaje a la Ciudad Eterna en el período pascual, os sirva para fortalecer vuestro espíritu juvenil en la fe cristiana y en el deseo de entregaros al bien de los demás. Cordialmente imparto a vosotras y a vuestras educadoras y familiares la Bendición Apostólica.

Traduzione italiana del saluto pronunciato in lingua spagnola:

Desidero ora salutare nella loro lingua i giovani spagnoli della casa di Valencia, che partecipano a questo incontro. Vi siete uniti alle religiose Benedettine della Provvidenza nel 50° anniversario della fondazione della casa di Roma. Che questo viaggio nella città eterna, nel periodo pasquale, vi serva a rafforzare il vostro spirito giovanile nella fede cristiana e nel desiderio di impegnarvi per il bene degli altri. Imparto di cuore a voi, alle vostre educatrici e ai vostri familiari la benedizione apostolica.

 

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