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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AL PELLEGRINAGGIO SVIZZERO DELLE «ASSOCIATIONS DE LA RUE»

Venerdì, 25 aprile 1986

 

Signor sindaco, cari pellegrini svizzeri.

Molti di voi, lo so e ne sono felice, realizzano un desiderio che stava loro a cuore: venire al centro della Chiesa. La mia felicità è all’unisono con la vostra e raddoppiata dalla gioia di accogliervi nella dimora del Papa. Mi avete accolto così bene, con i vostri compatrioti, quando nel giugno del 1984 ho visitato Friburgo e anche Zurigo, Lugano, Ginevra, Berna, Flüeli, Einsiedeln, Lucerna! Vi ringrazio.

Ho un ricordo particolare della città di Friburgo dove le autorità e il popolo mi avevano riservato un’accoglienza festosa, ravvivata dalle tradizioni del Paese. Sono felice di salutare questa mattina le autorità comunali di questa città, a capo di questo pellegrinaggio e sono sensibile alle amabili parole del signor sindaco. Auguro a ciascuno di voi che questo incontro, del tutto familiare, generi una gioia più grande di credere. È per questo che i miei incoraggiamenti orientano al tesoro della fede, ricevuto dalla Chiesa attraverso la mediazione delle vostre famiglie e delle vostre parrocchie. Tesoro che bisogna conservare con cura a ogni tappa del vostro itinerario terrestre.

Questa fede che gli apostoli Pietro e Paolo, martirizzati a Roma, professavano nella persona di Gesù, il suo messaggio di verità e di salvezza, voi la vivete già. Tuttavia essa richiede, in ogni epoca e ancor più oggi, sforzi personali e comunitari rinnovati. I discepoli di Cristo sono certamente circondati da fratelli e sorelle nella fede. Essi devono inoltre avvicinare i credenti di altre religioni, gli indifferenti, gli oppositori, senza parlare delle correnti di pensiero o dei costumi in rottura con l’insegnamento evangelico e la tradizione ecclesiale. Per rimanere “saldi nella fede”, i cristiani hanno l’obbligo di vegliare sulla sana e rigorosa alimentazione della loro fede.

Cari pellegrini, non è mai troppo tardi per prendere e riprendere la via degli approfondimenti dottrinali. Libri eccellenti, riviste interessanti, gruppi di formazione e di preghiera sono a vostra disposizione nelle diocesi svizzere per chiarire e consolidare il vostro attaccamento alle verità del Credo, ai principi della morale cristiana, alla storia passata e presente della Chiesa! Questo alimento metodico della fede permette di discernere la verità dall’errore, di resistere a delle presentazioni semplicistiche che l’opinione pubblica o i media fanno spesso dei problemi religiosi, degli avvenimenti attuali, dei problemi della società . . . Sembra di assistere a una ricerca di Dio più esigente presso i cristiani che vogliono essere fedeli e testimoniare. Lo constato a Roma e nel corso dei miei viaggi apostolici, tra i giovani e gli adulti.

È proprio questa fede trattenuta con ardore, che conduce i battezzati e i cresimati a vivere come membri attivi della Chiesa, a partecipare alla sua missione evangelizzatrice. Voi beneficiate dell’aiuto delle vostre comunità parrocchiali. I vostri responsabili, i vescovi e i sacerdoti aspettano la vostra cooperazione. Tutti voi avete dei talenti e del tempo da dare. Ci sono giovani da catechizzare, adolescenti da guidare verso una maturità cristiana! Molti ammalati e persone sole aspettano il conforto di visitatori animati da rispetto e bontà evangeliche. La stampa cristiana ha bisogno di persone illuminate e perseveranti. I servizi caritativi richiedono altri collaboratori. La pastorale delle famiglie o dei futuri focolari vorrebbe avvalersi di coppie cristiane sperimentate. La gestione delle finanze parrocchiali o diocesane ha spesso ricorso a persone che hanno lavorato o esercitano ancora la loro attività professionale in questo campo. Le persone ai margini della fede attendono, più di quanto si pensi, la vostra testimonianza discreta e amichevole. La presenza dei cristiani nelle istanze caricate del bene comune è anch’essa molto importante.

Mi auguro che il vostro pellegrinaggio romano produca nelle vostre vie cristiane una nuova primavera, per la vostra profonda felicità, per la felicità e la vitalità delle comunità umane e cristiane della Svizzera alle quali appartenete. È con questi sentimenti che dandovi la mia benedizione apostolica, invoco sulle vostre famiglie, sulle vostre parrocchie e sulle vostre diocesi, abbondanti grazie di fede in Gesù Cristo e disponibilità al servizio della sua Chiesa.

 

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