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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI VICARI EPISCOPALI PER I RELIGIOSI
DEGLI STATI UNITI D’AMERICA

Lunedì, 10 marzo 1986

 

Cari fratelli e sorelle in Cristo, desidero manifestare il mio caloroso benvenuto a tutti voi che vi siete radunati a Roma questa settimana per la Ventesima assemblea dei vicari episcopali per i Religiosi negli Stati Uniti. È un piacere essere con voi oggi. Non è mia intenzione parlarvi a lungo della natura della vita religiosa o dei problemi particolari che i religiosi incontrano oggi. Vorrei piuttosto cogliere l’occasione per offrirvi un incoraggiamento per il vostro delicato e importante compito.

1. È evidente che la vita religiosa costituisce la vita della Chiesa, della sua testimonianza alla santità, il suo servizio ai poveri e ai bisognosi, il suo compito di promuovere la riconciliazione, i suoi sforzi per proclamare il Vangelo della salvezza. Come vicari e delegati per i religiosi nelle vostre rispettive diocesi, voi siete in una posizione che vi dà il privilegio di vedere più chiaramente la dimensione ecclesiale della vita religiosa e l’opportunità di aiutare gli altri ad apprezzare questa verità. Voi assistete il vescovo nel suo ministero di servizio ai religiosi e alle religiose della diocesi. Lo informate dei particolari bisogni e ansietà; lo assistete nel risolvere i problemi che sorgono o coordinate le attività per i religiosi nella diocesi. Attraverso il vostro lavoro e ancor più per il vostro personale amore alla vita religiosa voi aiutate il vescovo nella sua grande responsabilità di favorire e consolidare la vita religiosa nella Chiesa.

2. Nel “Rapporto finale” (Synodi Extraordinariae Episcoporum, 1985 Relatio Finalis, II, A, 1) del recente Sinodo straordinario dei vescovi, noi troviamo un’osservazione che sembra particolarmente rilevante per la vita religiosa. Afferma: “Oggi infatti ci sono segni di una nuova fame e sete del trascendente e del divino. Al fine di favorire questo ritorno al sacro, per superare il secolarismo, noi dobbiamo aprire la strada alla dimensione del divino o del mistero e offrire i preamboli della fede all’umanità oggi”.

Chi è in una posizione migliore per raccogliere questa sfida del Sinodo se non i religiosi e la religiose? Il radicale impegno con Cristo implicato nei voti di castità, di povertà e obbedienza esprime corposamente e profondamente il credo dei religiosi in una realtà trascendente, la loro assoluta fiducia nell’amore di Dio solo, specialmente quando le loro vite sono segnate da un gioioso impegno e da un generoso servizio.

3. La consacrazione religiosa manifesta in modo concreto ed eloquente un amore preferenziale per Cristo, per Cristo presente nella santa Eucaristia, per Cristo che vive oggi nei poveri, negli ammalati, negli anziani, nei bambini, nelle famiglie e nelle persone provenienti da famiglie separate. Per lo stesso segno, un amore preferenziale per Cristo significa una preferenza per ciò che Cristo ama, un desiderio di avere lo stesso atteggiamento di Cristo (cf. Fil 2,5 ss.) desiderando di vedere il regno di Dio “come in cielo così in terra”.

In questo contesto è bene richiamare le parole di san Paolo: “Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei per renderla santa purificandola per mezzo del lavacro dell’acqua accompagnato dalla parola al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa senza macchia né ruga o alcunché di simile ma santa e immacolata” (Ef 5, 25-27). Assuma un significato immenso ai nostri giorni enfatizzare di nuovo l’amore di Cristo per la Chiesa e inoltre la chiamata rivolta a tutti noi dalla Chiesa specialmente ai religiosi in ragione della natura pubblica della loro vocazione per avere un amore ispirato e sollecitato per la Chiesa.

4. Cari fratelli e sorelle, voi siete consapevoli del particolare interesse che ho mostrato per la vita religiosa negli Stati Uniti, delle varie iniziative che ho intrapreso per confermare i miei fratelli vescovi nel loro ruolo di servizio pastorale ai religiosi, e del mio ardente desiderio di manifestare direttamente ai religiosi la mia sollecitudine per ciascuno di loro. Allora siate certi che pregherò in modo particolare per voi. Non dubitate dell’importanza del vostro servizio pastorale nella Chiesa. Nell’incoraggiare la vita religiosa voi vi avvicinate alla “giustizia di Dio” (2 Cor 5, 21).

Possa Dio essere la vostra consolazione e la vostra forza, Cristo vi colmi della sua pace profonda e senza fine.

 

© Copyright 1986 - Libreria Editrice Vaticana

 


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