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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II AI MEMBRI
DEL CAPITOLO GENERALE DELL
’ORDINE MERCEDARIO

Giovedì, 22 maggio 1986

 

Reverendo padre maestro generale, carissimi fratelli.

1. Con viva gioia ha accolto la vostra richiesta di un incontro, cari rappresentanti dell’illustre Ordine della Beata Maria Vergine della Mercede, in occasione del capitolo generale della vostra famiglia religiosa. Vi saluto tutti cordialmente, e in voi saluto tutti i confratelli e le consorelle dell’Istituto, sparsi, con le loro comunità, in diciotto Paesi del mondo - soprattutto in America Latina - a continuare l’opera del fondatore, san Pietro Nolasco, secondo le esigenze della Chiesa e della società di oggi. Già l’anno scorso, come sapete bene, inviai una lettera al maestro generale e per il suo tramite all’Ordine intero, in occasione di due fondamentali ricorrenze della vostra storia, per così dire, “di famiglia”: l’800° anniversario della nascita del fondatore, e il 750° dell’approvazione dell’Ordine da parte del mio predecessore, papa Gregorio IX. In quella lettera ribadivo la fiducia che tuttora la Sede apostolica ripone nel carisma della vostra famiglia religiosa, la quale da tanti secoli, nelle forme sue proprie, serve la causa della dignità umana e la libertà della fede e della vita cristiana, laddove soprattutto questi valori vengono più gravemente conculcati.

2. Nella presente felice circostanza mi è grato incoraggiarvi nel vostro impegno di attuare gli ideali e i propositi del vostro fondatore nel contesto storico-sociale contemporaneo, così diverso, per tanti aspetti, da quello del suo tempo, ma sempre bisognoso di essere orientato verso i medesimi valori fondamentali di giustizia, di misericordia, di liberazione, di riconciliazione, di pace. Vorrei in particolare esortarvi a mantenere, incrementare, propagare l’intensa devozione, propria delle vostre origini, nei confronti della santissima Madre di Dio, la Vergine Maria, che tanto esemplarmente ha partecipato all’opera redentrice del suo divin Figlio: solo così il vostro Ordine potrà custodire integro e inalterato quello spirito evangelico, quell’anelito profondo di redenzione e liberazione dell’uomo, che sempre l’ha caratterizzato: liberazione dell’uomo da ogni miseria, schiavitù ed oppressione, a cominciare da quella fondamentale del peccato.

3. Nel corso della vostra lunga storia, anche voi, come del resto altri Ordini di antica data, siete passati al vaglio di alterne vicende storiche, alle volte molto dure e dolorose; il vostro antico albero ha sentito più volte l’infuriare delle tempeste; ma, ben radicato nella fede e nella comunione con la Chiesa e la Sede di Pietro, ha resistito vittoriosamente fino ad oggi. È necessario che esso perseveri con rinnovato slancio nella sua missione, perché immensi sono oggi i bisogni e le istanze per sovvenire ai quali il vostro Ordine fu sapientemente istituito e provvidenzialmente approvato 750 anni or sono. Proseguite con tenacia nell’opera intrapresa, nella piena consapevolezza di svolgere, nella Chiesa e nel mondo, un ruolo di grande utilità, sempre che, s’intende, vi manteniate diligentemente fedeli ai santi propositi della vostra professione, garantita e codificata dalla Chiesa, e sappiate attuare tali propositi in conformità alle legittime esigenze della realtà odierna, in armonia con l’attuale svolgimento del rinnovamento conciliare.

A queste condizioni, un ampio campo d’azione si apre per la vostra famiglia spirituale: un campo di evangelizzazione e di missione, e quindi la possibilità di un grande incremento, tale da suscitare e da attrarre a voi l’apporto di nuovi e giovanili entusiasmi per la causa dell’Ordine e per il fine a cui esso serve, vale a dire la liberazione dell’uomo secondo lo spirito del Vangelo e gli insegnamenti della Chiesa.

4. La fecondità dell’ispirazione del vostro fondatore è resa manifesta, tra l’altro, attraverso i secoli dalla sua capacità di incarnarsi non solo nella forma di vita religiosa maschile sacerdotale o laicale, ma anche in quella femminile di vita attiva e contemplativa, nonché nello stile della vita propria dei secolari. Tutti questi vari modi e gradi di vivere lo spirito di san Pietro Nolasco trovano in detto spirito la loro necessaria unità e coordinazione, sia pure nelle diverse forme adatte a ciascuno di essi.

Vi esorto tutti, pertanto, sacerdoti e laici, religiosi e religiose, a sentirvi sempre uniti fra voi, quali figli e figlie di un medesimo padre e patrono, unendo sempre più le vostre forze con vero spirito di fraternità e di collaborazione, nello scambio e nella comunione dei doni propri di ciascuno, per una realizzazione più efficace delle finalità comuni della vostra diversificata Famiglia spirituale.

La Beata Maria Vergine della Mercede sia per tutti madre e modello nel vivere, in particolare, il vostro “quarto voto”. Il titolo stesso della vostra devozione mariana, che dà il nome anche all’Ordine, costituisce già da solo un meraviglioso programma di vita: esso dice misericordia, redenzione, conversione, perdono; gli stessi valori per i quali il Figlio di Dio è venuto nel mondo, si è incarnato e ha dato la sua vita per noi. Egli pertanto, per l’intercessione di Maria, sia ancora oggi e sempre la vostra luce e la vostra forza.

Con questi sentimenti, fratelli carissimi, formulo voti perché i lavori del vostro capitolo possano contribuire all’attuazione dei suggerimenti che vi ho offerto, per il bene degli uomini d’oggi e l’avvento del regno di Dio, mentre di cuore imparto a voi e a tutti i confratelli e le consorelle della vostra Famiglia spirituale la mia speciale benedizione.

 

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