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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
IN OCCASIONE DELLA FESTA DELLA DEDICAZIONE
DELLA BASILICA DI SAN GIOVANNI IN LATERANO

Domenica, 9 novembre 1986

 

Incontro con i genitori e i bambini della parrocchia

Cari bambini voglio ringraziarvi della vostra presenza e delle belle parole che assieme alla poesia mi avete rivolto. Vorrei adesso domandarvi una cosa. Voi sapete dove si trova il Laterano? Si trova a Roma, a San Giovanni, dove alcuni di voi sono già stati. Vi faccio questa domanda perché oggi si celebra la festa della dedicazione di questa basilica che dal tempo romano e dopo si chiama “madre” di tutte le chiese. Voi sapete che cosa vuol dire madre - la mamma - che assieme al babbo avete in famiglia: così anche tra tutte le chiese del mondo c’è un legame simile come tra i membri di una famiglia. San Giovanni in Laterano è considerata la chiesa “madre” a capo di tutte le chiese del mondo. Si trova a Roma che è il centro della Chiesa cattolica. Vi ho parlato della chiesa, ma ho pensato alle vostre famiglie perché ci sono tante madri e padri e poi voi, giovani figli. Vorrei augurarvi che le relazioni tra voi siano buone perché ci sia sempre armonia nelle vostre famiglie. Questo vuole Gesù! Questo, poi, è molto legato con quella iniziativa di cui ha parlato la bambina che mi ha rivolto poco fa un saluto, perché la pace, come abbiamo pregato ad Assisi, è per il mondo, ma deve iniziarsi nella vita delle famiglie. Così io vi auguro pace e armonia nelle vostre famiglie, per tutti coloro che ne fanno parte e specialmente per i più piccoli che devono crescere in esse. Questo vi auguro con tutto il cuore! Dovete però anche voi contribuire a questa pace e armonia che sono un bene fondamentale. So che vi preparate attraverso il catechismo, imparando le verità della fede e della morale cristiana, a diventare buoni cristiani e figli della madre Chiesa cattolica, che è madre spirituale di tutti noi. Ringraziandovi per tutto quello che avete fatto per il Papa, saluto voi, bambini, che siete la speranza e il futuro della vostra parrocchia. Con voi saluto i vostri genitori, le suore, gli insegnanti, i catechisti. Tutti vi benedico.

Agli anziani e agli ammalati

Ho incontrato poco fa i piccoli, adesso incontro voi parrocchiani più anziani. Questi due gruppi sono molto vicini tra di loro, perché gli anziani molte volte hanno l’anima di un bambino. Vorrei dirvi che vi vedo con grande rispetto perché durante tanti anni voi avete contribuito alla vita di questa parrocchia, con la vostra partecipazione, con la vostra preghiera, con le vostre offerte e con la vostra sofferenza. Qui ci sono oltre voi anche persone sofferenti e ammalate. Vorrei dire loro che essi contribuiscono specialmente al bene spirituale di questa parrocchia e della Chiesa intera, perché con la sofferenza sono più vicini a Cristo sofferente. E Cristo sofferente, Cristo nella croce, ci ha redenti. Voi, carissimi fratelli e sorelle, siete partecipi della sua opera di redenzione e, umanamente parlando, la vostra vita potrebbe apparire come un fallimento, ma dal punto di vista di Cristo, del Vangelo, della Provvidenza, la vostra vita è molto fruttuosa e contribuisce al bene spirituale dell’umanità e della Chiesa. Io mi raccomando alle preghiere di tutti voi, anziani e ammalati: vorrei assicurarvi che ogni giorno prego con voi, specialmente nei momenti più solenni e intimi della Messa, prego insieme con voi sofferenti! Vi benedica Dio onnipotente.

Al Consiglio pastorale

Vi ringrazio per essere vicini al vostro parroco con i vostri consigli, la vostra intimità e la vostra collaborazione. Essendo poi la vostra parrocchia dedicata al Sacro Cuore di Gesù, vi invito a trovare nella devozione al suo Cuore sacratissimo i consigli utili per la vostra crescita spirituale, per quella delle vostre famiglie e anche del vostro parroco che ha l’importante responsabilità pastorale verso tutti voi.

Ai giovani e ai giovanissimi della comunità

Vi saluto molto volentieri. E mi associo anch’io all’applauso per voi, per voi giovani di questa parrocchia che la rendete viva nei diversi gruppi. La vostra parrocchia è dedicata al Sacro Cuore di Gesù. Ecco una parola chiave: cuore. Sappiamo bene perché è una parola chiave. E’ parola chiave nella vita, nella personalità di ognuno di noi e direi specialmente nella vita e nella formazione della personalità dei giovani.

Questa parola cuore sintetizza tutto ciò che proviamo e che esprimiamo con un’altra parola chiave che è la parola: amore. Vanno insieme queste due parole: cuore e amore. Il Sacro Cuore di Gesù è vicino a voi, a tutti e specialmente ai giovani. Il Sacro Cuore di Gesù è la sintesi di tutto quello che Gesù era e che Gesù è. Dove possiamo trovare la storia di questo Cuore di Gesù? La possiamo trovare nel Vangelo, specialmente in quello di Giovanni e di Luca. Allora troverete la risposta di cosa vuol dire comprendere la storia del Cuore di Dio. Il Cuore di Gesù ha aperto un altro capitolo della storia della salvezza. per questo la Chiesa venera con grande amore, anche qui, il Cuore di Gesù. Noi indirizziamo verso questo Cuore il nostro culto. Preghiamo il Cuore di Gesù recitando le litanie. Ma noi dobbiamo passare dal culto del Cuore di Gesù alla cultura del cuore dell’uomo. Il Vangelo ci insegna una profonda cultura del cuore dell’uomo. I Santi, sono quelli e quelle persone, che hanno acquistato, acquisito una suprema cultura del cuore: come ha fatto la Vergine Maria, con il suo Cuore immacolato. Ecco, noi tutti, dobbiamo acquistare dal Cuore di Gesù e dal Cuore di Maria, una profonda cultura dei nostri cuori. E’ qui che sta il cristianesimo vissuto come esperienza e come testimonianza. A tutti voi giovani auguro di acquistare questa cultura che abbraccia il cristianesimo ma anche l’umanesimo. Il Cuore di Cristo è Cuore del Figlio di Dio, ma anche cuore profondamente umano. Non si può pensare una cosa più umana, una realtà più umana che il Cuore di Cristo.

Ai gruppi parrocchiali

A voi, rappresentanti dei vari gruppi che operano in parrocchia indirizzo con grande gioia il mio saluto, perché siete espressione della vitalità di questa parrocchia, della sua disponibilità ad essere aperta a tutti i bisogni della Chiesa e dell’uomo, e a tutti i bisogni dei fratelli. Vi ringrazio di essere aperti a Dio e agli uomini e vi auguro di continuare sempre in questa strada per sentire il vostro apostolato anche come una realizzazione per voi stessi e per trovare in tutto questo il segno del dono dell’amore che Dio ci offre. Con questi sentimenti benedico di cuore voi e i vostri cari.

 

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