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PELLEGRINAGGIO APOSTOLICO IN BANGLADESH

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
A UNA DELEGAZIONE DELLA CHIESA IN BIRMANIA

Dacca (Bangladesh), 19 novembre 1986

 

Venerabili e cari confratelli nell’episcopato, cari fratelli e sorelle in Cristo.

1. È stata una grande gioia per me apprendere che una delegazione della Chiesa che è in Birmania sarebbe venuta in Bangladesh. E ora ho il piacere di incontrarvi personalmente. Nella grazia e nella pace del nostro Signore e Salvatore saluto tutti voi.

La Chiesa è una realtà meravigliosa, una realtà che non potrebbe mai essere compresa senza la fede. Anche per noi credenti la Chiesa resta un mistero. È definita come corpo di Cristo, famiglia di Dio, tempio dello Spirito Santo. È la comunità di tutti coloro che credono in Cristo. È presente in ogni nazione ed è sempre la stessa Chiesa cattolica. È il popolo pellegrino di Dio affidato alla buona novella della salvezza. È serva e maestra, madre, vergine e sposa. In tutti i tempi e in tutti i Paesi essa sperimenta in sé, nella vita di tutti i suoi membri, il mistero della croce di Cristo e il mistero della vita del Cristo risorto.

2. Mentre oggi vi saluto, penso alla Chiesa che è fedele nella vostra amata terra. In Birmania i cattolici costituiscono solo una piccola parte della popolazione. Quali onesti cittadini della vostra nazione, a motivo di un amore autentico per tutti i vostri fratelli e sorelle di Birmania, sentite il profondo desiderio di aiutare gli altri a conoscere Gesù e il suo Vangelo di misericordia e di pace.

Siete come il lievito e il sale del Vangelo. Arricchite la qualità della vita del vostro prossimo e dei vostri amici, ma spesso in modo discreto. Attraverso la fedeltà della vostra vita, voi date testimonianza alla persona e al messaggio di Cristo.

3. Mentre mi rallegro per questo odierno incontro, desidero assicurarvi dell’amore particolare e delle preghiere dei membri della Chiesa in molte parti del mondo. Ciò che sentiamo è ben espresso nelle parole di san Paolo: “Ringraziamo sempre Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere, continuamente memori davanti a Dio e Padre nostro del vostro impegno nella fede, della vostra operosità nella carità e della vostra costante speranza nel Signore nostro Gesù Cristo. Noi ben sappiamo, fratelli amati da Dio, che siete stati eletti da lui” (1 Ts 1, 2-4).

Vi prego di trasmettere a tutta la Chiesa di Birmania il mio amore fraterno nel nostro Signore Gesù Cristo. Sono vicino a tutti voi nelle prove e nelle difficoltà della vostra vita, come pure nella vostra invincibile speranza cristiana. E ora vi affido tutti alla protezione di Maria, Madre di Dio e Madre della Chiesa. A lei chiedo di darvi gioia e forza nella vita cristiana, e di aiutarvi ad essere per sempre fedeli a suo Figlio. Con profondo affetto imparto a tutti voi la mia benedizione apostolica, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.



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