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VISITA PASTORALE IN VALLE D’AOSTA

INCONTRO

DI GIOVANNI PAOLO II
CON GLI AMMALATI DOPO LA RECITA DEL SANTO ROSARIO

Aosta - Sabato, 6 settembre 1986

 

Carissimi ammalati!

1. All’inizio della mia visita pastorale alla città e alla diocesi di Aosta, ho desiderato recitare con voi il santo Rosario in questo primo sabato di settembre. Sono perciò molto lieto di incontrare, prima di tutti, voi e di rivolgervi il mio affettuoso saluto.

Il mese appena iniziato è caratterizzato in modo particolare da alcune solenni festività della Vergine santissima: la Natività di Maria, il suo Nome glorioso e l’Addolorata. Inoltre, ogni sabato è una giornata “mariana”, specialmente il primo sabato di ogni mese, che è dedicato al Cuore Immacolato di Maria, per la salvezza delle anime e per la vera pace nel mondo.

Secondo il desiderio della nostra Madre celeste, noi esprimiamo il nostro amore e la nostra confidenza verso di lei mediante il Rosario. E perciò tutti esorto a continuare nella recita quotidiana di questa meravigliosa preghiera, che è di grande aiuto nella nostra vita spirituale. Infatti il Rosario, con la meditazione dei “misteri” e con la fiduciosa invocazione della sua materna protezione in vita e in morte, ci conforta nell’impegno di esemplare la nostra vita di cristiani su quella di Gesù e di Maria, ci invita a imitarli con l’aiuto della grazia di Dio e ci stimola all’esercizio di tutte le virtù, specialmente della carità fraterna.

Immenso davvero è il beneficio del Rosario nella spiritualità di ogni persona, nell’ambito della famiglia e anche dell’ambiente sociale ed ecclesiale di ogni parrocchia.

Cari ammalati e cari fedeli! Il Rosario vi accompagni ogni giorno per corrispondere così al desiderio della Madonna, come hanno fatto i santi!

2. Insieme con i vostri amici e parenti, che si curano di voi con amorevole dedizione, chiedo per voi alla Vergine santissima il grande dono della guarigione e la forza della rassegnazione alla volontà di Dio. Gesù, che dice “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò” (Mt 11, 28) sia per voi sempre sorgente di consolazione e di sostegno: abbandonatevi a lui con totale fiducia, convinti che nulla va perso del vostro dolore. Profondamente radicati nella fede in Cristo e nella realtà della sua presenza in chi soffre, non venga mai meno il vostro coraggio! Comprenderemo in cielo il valore della sofferenza umana nel disegno della Provvidenza per la realizzazione della “storia della salvezza”.

3. Desidero infine raccomandare alla vostra preghiera e alle vostre intenzioni tutte le necessità della Chiesa. Il vostro apostolato di preghiera e di sofferenza è certamente indispensabile per il bene della Chiesa: anche voi siete in prima linea nel sostenere la sua opera di evangelizzazione, di conversione e di santificazione del mondo.

Cari ammalati! Vi affido pertanto il compito di pregare per la Chiesa, per il Papa, per le vocazioni sacerdotali e religiose, e anche per l’iniziativa spirituale per la pace nel mondo, che avrà luogo ad Assisi il 27 ottobre prossimo. E vi sia di conforto la mia benedizione, che imparto di gran cuore a voi e a quanti vi amano e vi aiutano.

 

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