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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II ALLA COMUNIT

À
DELLA PARROCCHIA DI MARIA MADRE DELLA CHIESA

Aprilia - Domenica, 14 settembre 1986

 

Carissimi fratelli e sorelle!

1. Mi è particolarmente caro questo incontro, che si svolge davanti alla vostra nuova Chiesa parrocchiale, della quale sei anni or sono ho benedetto la prima pietra e che oggi ho la gioia di ammirare compiuta nelle sue belle linee architettoniche. Vi ringrazio per la vostra calorosa accoglienza e saluto tutti di cuore, in special modo il caro vescovo mons. Dante Bernini, il parroco don Roberto Baldassarri, le suore, i membri del Consiglio parrocchiale e delle Associazioni, e quanti prestano la loro opera nella catechesi e nelle altre iniziative di apostolato. Con particolare sentimento rivolgo il mio affettuoso saluto agli ammalati, ai quali assicuro la mia spirituale vicinanza.

Ma il mio pensiero abbraccia l’intera comunità, formatasi nel nome e sotto la protezione di “Maria Madre della Chiesa”. È una compagine ancor giovane, nata dall’ordinata convivenza di fratelli provenienti da diverse regioni, accomunata dalla fede cristiana e dalla volontà di tradurre in pratica il messaggio evangelico. Mi rallegro per il fervore che vi ha animati in questa fase iniziale, e vi auguro che esso si sviluppi e si intensifichi sempre più nel corso del successivo cammino.

La Chiesa, come il Concilio Vaticano II ha messo ripetutamente in luce e il Sinodo straordinario dei vescovi l’anno scorso ha richiamato, è una realtà di comunione. Comunione con Dio, con Cristo, con i fratelli. Si tratta di un programma di vita che richiede un’applicazione instancabile e senza soste.

2. “Madre della Chiesa” è il grande titolo mariano che, quale nuova preziosa gemma sulla corona della Vergine santissima, è scaturito in un certo senso dal cuore di Paolo VI nel contesto delle riflessioni conciliari sul mistero della Chiesa. Per la vostra parrocchia esso costituisce un legame specifico con quel grande evento ecclesiale e con le sue indicazioni, perché nel nostro tempo la parrocchia assolva efficacemente la propria missione.

Questo privilegio, mentre è motivo di onore, vi chiama più da vicino al raggiungimento di taluni obiettivi fondamentali. Metto al primo posto la preghiera e la vita liturgica, soprattutto “la celebrazione comunitaria della Messa domenicale” (Sacrosanctum Concilium, 42), destinate ad alimentare quel “supplemento di anima” che è necessario per imprimere il senso cristiano - e perciò autenticamente umano - all’esistenza quotidiana.

Nella mente del Concilio la parrocchia è anche “un luminoso esempio di apostolato comunitario, fondendo insieme tutte le differenze umane che vi si trovano e inserendole nell’universalità della Chiesa” (Apostolicam Actuositatem, 10). L’apertura all’orizzonte universale accentua la “missionarietà”. La comunità parrocchiale - se veramente attua la propria identità - ha un’anima eminentemente missionaria. La sua sfera di carità e di azione si estende a tutti indistintamente, perché la buona novella possa essere conosciuta e penetrare nel cuore di ognuno.

Gli ostacoli e le difficoltà che si incontrano nella mentalità e nel costume della società secolarizzata, non solo non devono scoraggiare, ma devono incitare a un impegno maggiormente lucido e intenso, come si addice al seguace di Cristo, consapevole di essere “il sale della terra e la luce del mondo” (Mt 5, 13. 14).

3. Nella Vergine risplende l’idea fondamentale e la figura ideale della Chiesa. La Chiesa in Maria contempla se stessa Vergine e Madre (cf Lumen Gentium, n. 64).

Per voi la devozione mariana assume un titolo particolare per imitare le virtù che brillano nella più eccelsa Creatura e per ottenere il sostegno del suo celeste aiuto. Risuonino sempre sulle vostre labbra, carichi di verità, gli accenti del Magnificat. Possa la vostra cara comunità parrocchiale essere pienamente una porzione viva e operosa del popolo di Dio in cammino, in unione con la Chiesa diocesana e con la Chiesa universale. Con questo augurio invoco di cuore su tutti, sulle famiglie, in particolare sui piccoli e sugli ammalati, sui poveri, sul vostro lavoro, la protezione di Dio, mentre vi imparto la mia affettuosa benedizione apostolica.

 

© Copyright 1986 - Libreria Editrice Vaticana

 



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