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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AD UN GRUPPO DEL «SERRA INTERNATIONAL CLUB»

Venerdì, 26 settembre 1986

 

Cari amici dirigenti del “Serra International Club”,

Sono lieto di salutarvi, incontrandovi a Roma. A voi e alle vostre spose estendo un caldissimo benvenuto ed esprimo i miei auguri per le vostre decisioni.

La vostra presenza qui oggi mi offre l’opportunità speciale di riflettere sull’apostolato specifico del Serra International, vale a dire la promozione e il supporto di vocazioni al clero ministeriale e alla vita religiosa, e l’incoraggiamento dei vostri membri a realizzare con zelo sempre più grande la loro missione cristiana di servizio nel mondo. Il decreto del concilio vaticano II riguardo la formazione sacerdotale, quando si parla dell’importante lavoro per le vocazioni della Chiesa, sottolinea che “l’incarico di incoraggiare le vocazioni appartiene a tutta la comunità cristiana, e in primo luogo vivendo pienamente in modo cristiano” (Optatam Totius, 2). È perciò vero dire che le vocazioni al cielo e alla vita religiosa sono una prova della vitalità della Chiesa. Possiamo prendere in prestito la parabola evangelica del seminatore (Mt 13, 3-23) e dire che proprio come il suolo prova il suo valore dall’abbondanza dei raccolti essa produce così una comunità ecclesiastica locale, dà prova della sua forza e maturità dal numero delle vocazioni che lì fioriscono. Le vocazioni sacerdotali non sono solo la prova della vita di fede di una parrocchia o di una diocesi, ma sono anche una condizione essenziale per la vita della Chiesa. Ella trova la sua vitalità nel sacrificio eucaristico, che è il centro e l’apice di tutta l’evangelizzazione e di tutta la vita ecclesiastica.

Donde si vede il bisogno indispensabile per il ministero consacrato, che da solo è capace di celebrare l’Eucaristia. Così come la presenza del sacerdote nel sacramento della Penitenza è il mezzo primario stabilito da Cristo per il rinnovo dell’anima attraverso i doni di conversione e riconciliazione. La Chiesa guarda con gratitudine al vostro apostolato di incoraggiare le vocazioni al ministero consacrato e alla vita religiosa. In questo compito di promuovere le vocazioni la Chiesa raccomanda le vostre continue preghiere e la mortificazione cristiana. Ugualmente importante è l’istruzione progressivamente più avanzata del fedele, nel quale la necessità, natura e perfezione della vocazione sacerdotale sarà portata avanti dalla predicazione, dalla catechesi e dai diversi mezzi della comunicazione sociale (Optatam Totius, 2).

Con questo spirito guardiamo Maria, madre di Gesù e della Chiesa, come nostro modello e guida nell’incoraggiamento alle vocazioni della Chiesa ai giorni nostri. Di fronte al bisogno non lasciamoci cadere nella paura o nello scoraggiamento, ma troviamo piuttosto ispirazione nella fede di Maria, “che credeva che ci sarebbe stato un adempimento di ciò che le fu detto dal Signore” (Lc 1, 45). Ella ci dà fiducia alla preghiera, al sacrificio e al lavoro per le vocazioni, anche a grande costo personale.

Lo Spirito di Cristo chiama sempre uomini e donne a dedicare se stessi generosamente al servizio della Chiesa. Dobbiamo riunirci in preghiera con Maria, come fecero i discepoli dopo l’Ascensione di Gesù, nell’attesa dell’avvento dello Spirito Santo, così come a implorare una nuova Pentecoste di vocazioni che rinnoverà la faccia della terra nella nostra epoca. Vi assicuro il mio incoraggiamento per i vostri meritevoli sforzi e nell’amore di Cristo imparto a voi tutti e ai vostri cari la mia benedizione apostolica.

 

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