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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALL’ASSOCIAZIONE DEI GIORNALISTI
CATTOLICI DEL BELGIO

Sabato, 27 giugno 1987

 

Signor Presidente dell’Associazione dei giornalisti
cattolici del Belgio,

Signore e Signori,

L’anno scorso, in questa stessa data, me ne ricordo, avevo la fortuna di accogliervi. La puntualità della vostra visita annuale per portarmi i frutti della vostra colletta, per aiutare il Papa nel suo vasto ministero di carità, provoca la mia ammirazione sempre molto viva. Certamente le offerte dei cristiani possono rivestire delle forme molto diverse e non è richiesto che esse passino attraverso il canale della Santa Sede. Tuttavia, il Vescovo di Roma e la Sede apostolica non devono essere, di fronte a tante miserie umane e religiose, un esempio permanente di carità evangelica?

Signor Presidente, Signore e Signori, vi ringrazio molto calorosamente per il vostro magnifico contributo all’azione caritativa che spetta al Successore di Pietro. E attraverso di voi, io mi felicito di tutto cuore con i numerosissimi lettori dei giornali cattolici belgi per aver prelevato dai loro beni e forse anche su quanto loro necessario la parte delle “Strenne Pontificali 1987” che prenderanno senza ritardi il cammino delle popolazioni più misere e delle diocesi prive del necessario, incapaci di far fronte ai bisogni urgenti dell’evangelizzazione.

Ricevendovi, penso che il messaggio della Rivelazione sulla spartizione con i poveri, non è rimasta lettera morta. In tutte le epoche, degli apostoli della carità si sono elevati grazie all’azione dello Spirito Santo e hanno trascinato una quantità di discepoli del Cristo in questo stesso cammino di ripartizione con i meno favoriti. I donatori spesso rimangono anonimi, secondo l’insegnamento di Gesù, riportato da S. Matteo e S. Luca, e che incoraggia a dare largamente e discretamente. Si è sempre presi dall’emozione, come l’apostolo Paolo, che non riusciva a capacitarsi della generosità delle comunità cristiane di Macedonia per i loro fratelli di Gerusalemme, dato che esse stesse erano estremamente povere.

La mia ultima parola è come un pio memento per le generazioni di responsabili e di lettori dei Giornali cattolici del Belgio, che hanno assicurato il successo delle “Strenne pontificali” da più di cento anni. Una tale fedeltà non si può spiegare senza la presenza in essi di un profondo spirito ecclesiale, di una grande sensibilità al dovere di solidarietà con gli sfortunati. Chiedendo al Signore, fonte inesauribile di ogni carità, di conservare e sviluppare senza sosta questo dono divino fra tutti i membri della vostra associazione io vi do una grande benedizione apostolica, estesa a tutte le persone e le famiglie che hanno partecipato alla generosissima offerta che mi avete appena consegnato.

 

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