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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI MEMBRI DELLA FEDERAZIONE ISTITUTI DI
ATTIVITÀ EDUCATIVE (FIDAE) DI ROMA E DEL LAZIO

Giovedì, 26 marzo 1987

 

Fratelli e sorelle, della Federazione Istituti di Attività Educative.

1. Nell’accogliere voi, rappresentanti delle diverse componenti della comunità educante del Lazio, che si articola in un insieme di circa seicento istituti, il mio pensiero va immediatamente al grande esercito degli insegnanti cattolici e cooperatori, che, sotto le più varie forme, sono impegnati a collaborare con la Chiesa e con i genitori nello svolgimento dell’alto compito formativo nelle scuole. Vi saluto tutti con grande affetto.

Ringrazio il Presidente Regionale fratel Giuseppe Lazzaro per le parole di omaggio a me rivolte a nome di voi qui presenti - religiosi, religiose, docenti, genitori, studenti, ex alunni -, e di quanti non son potuti intervenire, ed apprezzo in particolare l’assicurazione di perseverante impegno nella fedeltà alla sede apostolica. La scuola cattolica, infatti, o rimane fedele alla linea irrinunciabile dell’insegnamento della Chiesa o compromette la sua qualifica di cattolica col pericolo di svuotare di senso il proprio servizio.

2. A tal proposito desidero innanzitutto richiamare la vostra attenzione sulla personalità eccezionale del vostro celeste patrono Tommaso d’Aquino, il quale fu maestro per la santità della vita e per l’esempio di perfetta correlazione tra fede ed esistenza vissuta, prima ancora che per i contenuti del suo metodo e del suo pensiero. Ponendosi il problema se un uomo possa ammaestrare un altro uomo, egli, dopo aver analizzato acutamente la questione risponde in senso affermativo con le parole di san Paolo “Io sono stato fatto maestro nella fede e nella verità” (San Tommaso, Summa Theologiae, p. I, q. 117, a. 1).

Compito del maestro è di guidare e sviluppare l’intelligenza del discepolo orientandolo innanzitutto verso la conoscenza di Dio, nella quale soltanto può trovare la sua ragion d’essere e la sua piena autorealizzazione. Il maestro umano può essere tale se rimane sotto la guida del Maestro divino, Cristo Gesù, uomo Dio, ricapitolatore dell’universo e via che porta l’umanità a riconoscere ed a raggiungere il Padre.

In ciò consiste l’attualità del pensiero e del metodo di san Tommaso d’Aquino, che insegna anche agli educatori di oggi a tener presente Dio come fine ultimo, Gesù come redentore e mediatore, la persona umana come valore sommo a cui si deve il massimo rispetto insieme con l’aiuto che le possa facilitare il conseguimento del bene supremo.

3. Cari fratelli e sorelle, questo incontro mi offre l’occasione per confermarvi nella vostra specifica missione, e per ribadire ancora una volta la rilevanza che la scuola cattolica riveste soprattutto nel mondo contemporaneo e nel contesto dell’Italia di oggi. Il pensiero della Chiesa a tale proposito è così costante e chiaro da non prestare il fianco ad equivoci o fraintendimenti.

Basti fare riferimento al Concilio, in particolare alla dichiarazione Gravissimum Educationis, nella quale già le prime parole lasciano comprendere il grande rilievo che la Chiesa attribuisce al compito pedagogico e formativo. Il Concilio, nell’ambito più ampio della scuola in genere, illustra la “particolarità” della scuola cattolica, proiettata per sua stessa natura a perseguire non soltanto le finalità culturali proprie della scuola, ma anche la formazione integrale della persona umana, coordinando l’insieme della cultura con il messaggio della salvezza.

Il testo conciliare, però, va oltre per sottolineare l’importanza “somma” della scuola cattolica nelle “circostanze presenti” (Gravissimum Educationis, 8).

È chiaro che il mondo contemporaneo, con la rapidità del suo progresso tecnologico, con l’assuefazione a modelli ideologici fra loro diversi, con la diffusione di una mentalità fortemente pluralistica, richiede a tutte le componenti ecclesiali spirito d’iniziativa per inventare nuove forme in grado di venire incontro alle esigenze dell’uomo moderno e di portarlo al traguardo della salvezza. Ma il modo più sicuro di garantire opere nuove e valide è di preoccuparsi di formare elementi in grado di attuarle.

È questo, senza dubbio, uno degli scopi preminenti, da non perdere mai di vista, di una scuola cattolica che sia degna di questo nome: preparare gli allievi a mettersi al servizio della diffusione del regno di Dio, come fermento di salvezza della comunità umana, impegnandosi ad aprirsi alle esigenze determinate dall’attuale progresso, così da promuovere efficacemente il bene della città terrena mediante l’attiva partecipazione alla vita sociale (Gravissimum Educationis, 8).

Uno degli aspetti prioritari del rinnovamento consiste perciò nello sforzo concorde dei singoli istituti e dell’intera federazione per creare le condizioni giuridiche e sociali nelle quali la scuola cattolica possa raggiungere le sue specifiche finalità.

4. È questa la prospettiva in cui si muovono tutti gli interventi post-conciliari della Chiesa ai vari livelli: la Congregazione per l’Educazione Cattolica sul piano internazionale, la Conferenza Episcopale Italiana sul piano nazionale, lo stesso Codice di Diritto Canonico, il quale nel suo ordinamento non solo dà alla scuola cattolica un posto di rilievo, ma raccomanda vivamente ai fedeli di favorirla, agli istituti religiosi, che si dedicano all’insegnamento, di mantenere con fedeltà questa loro specifica missione, ai genitori di affidare i figli alle scuole che garantiscono l’educazione cattolica e di cooperare strettamente con esse.

Cari fratelli e sorelle, nel regolamento in vigore si legge che la vostra associazione, riconosciuta come persona giuridica, promuove l’incremento, la qualificazione e il coordinamento degli istituti e delle scuole associate presso le autorità ecclesiastiche e civili.

È comunemente ammesso che il rinnovamento della società parte dal rinnovamento della scuola. Ebbene, se il vostro sodalizio, sulla base della genuinità della sua ispirazione cristiana e contando sulla forza di unione, che gli proviene dall’apporto delle più varie componenti - religiosi, laici, genitori, docenti, alunni, ex alunni - riuscirà a rivitalizzare la scuola cattolica, avrà l’indubbio merito di recare un sicuro contributo al rinnovamento di tutta la scuola nazionale.

Aggiungo che se la federazione della FIDAE del Lazio si muoverà decisamente verso questi obiettivi, farà sentire positivamente, per l’impulso che danno i modelli concreti, il suo influsso su tutto l’arco della FIDAE nazionale. La vostra federazione regionale, facendo perno su una città come Roma, dove si concentra la gamma più varia e ricca di istituti, può divenire l’associazione pilota in grado di dare il via all’auspicato rinnovamento di qualità.

Molto dunque dipende da voi, dallo stimolo del vostro impegno e dalla forza del vostro coraggio.

La Vergine Madre, maestra dell’arte pedagogica, vi illumini e vi guidi con la sua particolare materna assistenza, perché l’Anno Mariano, che sta per aprirsi, segni la vigilia di un terzo millennio contraddistinto dall’adesione alla fede e dell’amore per la verità.

A tutti la mia benedizione.

 

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