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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI RAPPRESENTANTI DELLA DITTA COMPUTER NIXDORF E
AD UN GRUPPO DI DIRIGENTI DI ISTITUTI BANCARI TEDESCHI

Venerdì, 16 ottobre 1987

 

Gentili signore e signori!

Vi do il cordiale benvenuto qui in Vaticano. Mi rallegro che possiate partecipare a quest’incontro. Voi rappresentate una ditta importante e all’avanguardia nel campo della progettazione e produzione di computers e anche una più vasta cerchia di potenziali clienti del settore degli istituti finanziari. Il fatto che per il Seminario di quest’anno abbiate scelto Roma, una città che non è conosciuta particolarmente per i computers, mi fa sperare che il vostro interesse per questa visita a Roma e al Vaticano vada proprio al di là del settore della computerizzazione e automazione. Certamente siete anche voi pronti a riflettere sulle implicazioni etiche, presenti proprio anche nella preponderante struttura quantitativa di strumenti di lavoro come i computers.

Lo scorso maggio dissi a Bottrop (2 maggio 1987) davanti a datori di lavoro e a lavoratori: “La domanda fondamentale è: L’uomo ha ancora la preminenza nel mondo delle macchine e nella moderna comunicazione”? A chi servono in realtà gli sforzi del progresso umano e della ricerca?” (Ioannis Pauli PP. II, Allocutio in urbe vulgo Bottrop dicta ad opifices et dirigentes, die 2 maii 1987: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, X, 2 (1987) 1530). E quando nel 1984 parlai nel luogo dove operò Nicola da Flüeli, in Svizzera sul tema “Responsabilità per la pace”, dovetti includere in questa responsabilità anche “il potente mondo del denaro”. Tra l’altro sottolineai allora (14 giugno 1984): “Anche il mondo finanziario è un mondo di uomini, il nostro mondo, sottomesso alle nostre coscienze, anche in esso ci sono fondamenti etici. Siate soprattutto attenti a prestare un servizio di pace al mondo con la vostra economia e a non contribuire seppure indirettamente alla guerra e all’ingiustizia nel mondo!” (Ioannis Pauli PP. II, Allocutio in area ante domum S. Nicolai a Flüe, Helvetiae Patroni, ad christifidels habita, 6, die 14 iun. 1984: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VII, 1 (1984) 1762).

Anche al livello più basso, e proprio là, avete a che fare, come operatori di banca, con l’uomo: nella sua molteplicità, nella sua prontezza al rischio e al risparmio, con la sua prudenza o la sua sventatezza. Mi riferisco qui soprattutto alla consulenza dei clienti e al ricevimento dei creditori, che rappresentano oggi un importante contatto di una banca con la vita concreta del mondo circostante. Questo lavoro non è solo intensivo a livello personale, ma anche legato a una responsabilità etica e sociale. Come cadono spesso le persone nelle più grandi difficoltà personali o familiari quando una montagna di debiti, causata da disattenzioni o da tragiche circostanze, minaccia di schiacciarle! Mantenete assolutamente queste possibilità di incontro diretto con le persone: non sostituitele o svuotatele con le macchine.

Potrebbero altrimenti facilmente aumentare in modo non sempre percepibile da voi, freddezze, mancanza di attenzione nello svolgersi della vostra azione di per sé valida e di grosso aiuto. Dovrebbe forse invece venir inventato un computer che ama, che sa essere fedele, che è pietoso e perdona? Penso proprio di no! Ma sono proprio queste le azioni umane che sfruttano fino in fondo le possibilità della persona. Qui risplende la dignità dell’uomo con particolare chiarezza. Contribuite coscientemente al fatto che questa dignità costituisca chiaramente l’orizzonte delle vostre decisioni nel vostro lavoro, e nelle vostre attività.

Vi ringrazio ancora una volta per la vostra venuta e auguro successo al vostro seminario a Roma e alla vostra azione futura. Dio benedica voi e le vostre famiglie!

 

© Copyright 1987 - Libreria Editrice Vaticana 

 



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