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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PELLEGRINI FILIPPINI

Aula Paolo VI - Domenica, 18 ottobre 1987

 

Sua eminenza,
vostra eccellenza,
cari amici filippini,
cari fratelli e sorelle.

Durante la mia visita alla vostra nazione il 18 febbraio del 1981, l’intera nazione Filippina gioì della beatificazione di sedici martiri, tra i quali il primo beato filippino. Oggi, avete il primo santo nato nella vostra terra: san Lorenzo Ruiz. Questo è proprio un giorno di gioia e di felicità per la nazione e per la Chiesa nella vostra terra. È un tempo di devota gratitudine a Dio per tutti quelli che vedono in questo nuovo santo e i suoi compagni europei e asiatici molti dei quali sono legati, in un modo o nell’altro, alla vostra nazione, il più alto riconoscimento del lavoro di evangelizzazione iniziato circa 450 anni fa.

Attraverso quel lavoro di evangelizzazione e conversione, Gesù Cristo divenne un filippino. È entrato nei cuori dei vostri avi. Ha condiviso le speranze, le sofferenze di tutti gli eventi drammatici della storia della vostra nazione. La sua grazia ha trasformato la vita. Il suo messaggio di salvezza ha plasmato la vostra cultura. Egli non ha esitato a chiamare l’umile figlio di Benondo, di Manila “extra muros”, ad entrare con lui nel grande mistero della sua passione e morte redentrice, non nella sua terra, ma lontano, in Giappone, come un seme trasportato in un altro campo all’inizio di un’altra pagina eroica nella storia dell’evangelizzazione in Asia.

San Lorenzo Ruiz chiama i cattolici filippini di oggi a sostenere e a rafforzare la consacrazione battesimale della loro nazione. Il suo esempio vi sollecita a incontrare le fede del presente con la stessa forza di carattere e fede in Dio con le quali egli affrontò la suprema prova d’amore. In modo speciale san Lorenzo Ruiz chiama le famiglie filippine a crescere in dignità, armonia e responsabilità come “Chiesa domestica”, dove ognuno impara ad essere al servizio di tutti, testimoniando la sacralità della vita umana ad ogni livello e in ogni condizione. Per tutto questo dobbiamo pregare Dio con l’intercessione di Maria, per la quale avete una grande devozione, e con l’intercessione dei martiri appena canonizzati.

Desidero salutare ognuno di voi presente a questo atto commemorativo. Do il benvenuto ai rappresentanti del governo filippino: i vescovi, i sacerdoti, i religiosi e i laici che sono venuti dalle Filippine e da altre parti del mondo per celebrare questa grande occasione. Saluto i figli e figlie di san Domenico: i rappresentanti della università di San Tommaso a Manila: lo staff degli studenti del Pontificio Collegio Filippino, e tutti voi presenti qui, presso la tomba di san Pietro.

Per mezzo del vostro nuovo santo, Gesù Cristo rinnova la sua chiamata a perseverare nel vero lavoro di evangelizzazione. La fede si basa non sulla verità dell’uomo, ma sul potere di Dio (cf. 1 Cor 2, 5). Dovete guardare Gesù Cristo e alla grazia del nostro Padre celeste per la luce e il coraggio di proclamare “Il disegno di Dio nella sua totalità” (At 20, 27). Il segno che appartenete a Dio è che il suo amore è stato versato nei vostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato (cf. Rm 5, 5).

Dio onnipotente benedica tutti voi, con le vostre famiglie i vostri amici, i vostri bambini i vostri ammalati e tutti coloro che abbisognano della vostra cura e solidarietà. Dio benedica i Filippini.

 

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