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VIAGGIO APOSTOLICO NEGLI STATI UNITI D’AMERICA E IN CANADA

RADIOMESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II
AI FEDELI DELLO STATO DEL NUOVO MEXICO

Lunedì, 14 settembre 1987

 

Caro popolo del Nuovo Messico.

1. Sebbene non sia stato possibile includere il Nuovo Messico in questa visita pastorale negli Stati Uniti, sono lieto di avere l’occasione di estendere a tutti voi i miei migliori auguri. In questo saluto desidero includere tutte le popolazioni di tutte le tradizioni culturali e religiose, particolarmente i nativi d’America. Gli antichi villaggi Indiani che sopravvivono ancora oggi parlano in modo eloquente della ricchezza della vostra peculiare eredità. Possiate sempre preservare e trarre la vostra forza dalle nobili tradizioni che vi sono state tramandate dal passato.

Porgo uno speciale saluto ai miei fratelli e sorelle di fede cattolica che vivono nel Nuovo Messico. Le origini della fede in questa regione risalgono al tempo dei primi missionari spagnoli provenienti dal Messico. L’impatto del Vangelo sulla vostra storia e cultura è chiaramente riflesso nei nomi delle vostre città come Las Cruces, Santa Rosa e Socorro. Anche le vostre pittoresche montagne fanno riferimento a Cristo e ai santi, con nomi come Sangre de Cristo, san Andreas e san Matteo. Sembra particolarmente appropriato, dunque, che la capitale del vostro Stato e la vostra sede arcivescovile portino il nome di Santa Fe, la santa fede. Davvero la fede cattolica ha influenzato fortemente la storia e la cultura del Nuovo Messico.

2. I miei sentimenti verso di voi sono racchiusi nelle parole di san Paolo: “Ringraziamo sempre Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere, continuamente memori davanti a Dio e Padre nostro del vostro impegno nella fede, della vostra operosità nella carità e della vostra costante speranza nel Signore nostro Gesù Cristo” (1 Ts 1, 2-3).

La nostra identità di cristiani è radicata nel dono della fede. Noi siamo giunti a conoscere e a credere in Cristo. Siamo convinti che egli è “la via, la verità e la vita” (Gv 14, 6). E mentre facciamo tesoro di questo dono della fede, sappiamo anche che esso deve essere salvaguardato e sviluppato, rafforzato e condiviso. Dobbiamo attuare la nostra fede nell’amore, mettendola in pratica in ogni aspetto della nostra vita quotidiana.

Questo dono prezioso dà forma alla nostra visione del futuro. Perché più profondo è il nostro amore per Cristo, più fiduciosamente noi confidiamo nell’assistenza provvidenziale di Dio per noi e per tutti coloro che ci sono cari e per il futuro del mondo. Come afferma la Lettera agli Ebrei: “La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono” (Eb 11, 1).

E così, cari fratelli e sorelle nel Signore: “deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci intralcia corriamo con perseveranza nella corsa tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede” (Eb 12, 1-2).

Il Signore confermi ciascuno di voi nella fede e vi riempia di amore e di gioia. Dio benedica il Nuovo Messico!

 

© Copyright 1987 -  Libreria Editrice Vaticana 

 



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