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MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II AI MEMBRI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE REGIONALE CINESE

 

Ai miei venerabili fratelli
membri della Conferenza episcopale regionale cinese
e ai partecipanti al simposio sull’evangelizzazione.

Dopo quattro anni di intensa preparazione, siete impegnati in un simposio sull’evangelizzazione, che costituisce un passo importante nella storia della vostra Chiesa locale.

La preparazione di questo avvenimento ha già prodotto abbondanti frutti di vita cristiana nel vostro popolo, tra cui la costituzione di molti gruppi di preghiera e di studio, il rinnovamento spirituale delle parrocchie e delle comunità religiose, il coinvolgimento dei laici nelle attività pastorali e missionarie, l’organizzazione e l’educazione dei catecumeni, l’apostolato tra gli studenti, conferenze e seminari sull’evangelizzazione, e molto altro.

Mentre sta per finire questo simposio, comincia la fase ancor più delicata, quella di attuare le sue risoluzioni e le sue direttive. In questo momento così particolare desidero essere presente spiritualmente in mezzo a voi, per salutarvi nel nome di nostro Signore Gesù Cristo e per incoraggiarvi nella vostra risposta generosa e impegnata, con l’aiuto dello Spirito, alla volontà del Padre per la Chiesa affidata al vostro ministero.

Il vostro simposio ha un duplice proposito: uno pastorale o ad intra, e l’altro missionario o ad extra. Questi due aspetti sono intimamente connessi. Il compito che avete è di creare comunità cristiane piene di fede, speranza e carità, dedite alla preghiera, che vivano nella gioia e nella pace della famiglia di Dio, i cui membri sono tra loro uniti, attirando altri al messaggio di salvezza che annunciate con chiarezza e coraggio ai vicini e ai lontani. Per conseguire questo fine pastorale, il vostro simposio ha rivolto la sua attenzione a molti significativi aspetti della vita delle vostre comunità, cercando un rinnovamento spirituale e organizzativo delle forze già al lavoro in mezzo a voi, incoraggiando l’emergere di nuovi programmi pastorali ed energie che mirano, tra l’altro, a santificare la famiglia e a rinsaldare la Chiesa universale.

Il fine ultimo del vostro simposio non è altro che impregnare con i valori evangelici la società cinese e condurre alla salvezza di Cristo il più possibile del vostro popolo.

La Chiesa ovunque è al servizio della persona umana. Essa cerca di esprimere il rispetto e l’amore per il genere umano attraverso una generosa solidarietà nei confronti di ogni gruppo e individuo. Nessuno è escluso da questo amore che “è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5, 5). Il suo servizio pieno di carità è indirizzato alla persona nella sua interezza, corpo e anima, e ad ogni persona e gruppo, senza discriminazioni di sorta.

Accanto al ministero dei Vescovi e dei preti all’interno della comunità ecclesiale, il vostro simposio ha giustamente rivolto la sua attenzione alla missione e alla responsabilità del laicato nella Chiesa e nel mondo, che è stato il tema del Sinodo dei Vescovi tenutosi nell’ottobre dell’anno scorso. Il laicato ha il suo specifico e attivo ruolo da giocare nell’evangelizzazione. Portando un’autentica testimonianza ai valori evangelici, i laici fanno si che la verità del Vangelo possa giungere in ogni ambito della società, in ogni professione e attività, ad ogni genere di persona. I cristiani sono sempre più consapevoli del fatto che proprio attraverso la loro fede essi sono in grado di offrire un reale ed efficace servizio alla società in cui vivono. Come insegna il Concilio Vaticano II, “essi devono dimostrarsi membra vive di quel gruppo umano, in mezzo a cui vivono, e prender parte, attraverso il complesso delle relazioni e degli affari dell’umana esistenza, alla vita culturale e sociale” (Ad Gentes, 11).

Per voi si tratta di far conoscere Cristo e di “incarnare” il messaggio del Vangelo e la Chiesa nella cultura cinese, una delle culle più ricche di valori intellettuali e morali nella storia dell’umanità. In questo contesto, una liturgia inculturata in modo appropriato diventa il segno visibile e l’espressione del dialogo tra la fede e le tradizioni culturali. La vostra Chiesa locale è chiamata ad essere insieme cattolica e autenticamente cinese nella sua liturgia, che “contribuisce in sommo grado a che i fedeli esprimano nella loro vita e manifestino agli altri il mistero di Cristo e la genuina natura della vera Chiesa” (Sacrosanctum Concilium, 2).

Ponendovi davanti a queste necessità che pesano sulla vostra responsabilità ecclesiale, voi siete consapevoli dei vostri limiti come individui e come membri della vostra Chiesa locale. Potete essere tentati di esitare. Tuttavia quante volte leggiamo nel Vangelo l’invito del Signore a “non avere paura”? È la sua presenza e la sua forza che ci dà il coraggio di andare avanti e dare testimonianza.

Davanti a voi c’è la grande realtà cinese. Il famoso missionario gesuita Matteo Ricci e i suoi primi compagni erano soliti dire: “Siamo diventati cinesi per vincere a Cristo i cinesi”. Ma voi siete già cinesi e per questo siete i naturali evangelizzatori della grande famiglia cinese, per la quale siete i testimoni privilegiati del messaggio cristiano. Di più, attraverso la vostra stessa esperienza di vita voi dimostrate che accettare Cristo e il Vangelo non vuol dire affatto abbandonare la propria cultura o essere meno leali e fedeli rispetto alla propria nazione. Avete il grande compito di pregare per tutti i vostri fratelli e sorelle nella fede perché, dopo che siano stati rimossi tutti gli ostacoli, l’unità possa esprimersi pienamente, in comunione con Pietro che il Signore stesso ha stabilito come “il principio e fondamento perpetuo e visibile dell’unità della fede e della comunione” (Lumen Gentium, 18).

Con fiducia orante in Maria, madre della Chiesa, anche voi, in modo particolare siete chiamati ad ascoltare e compiere il mandato del Signore risorto: “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28, 19-20).

Il vostro attuale simposio sull’evangelizzazione deriva, ultimamente, da questo mandato divino. Quello che richiede da voi e dalle vostre Chiese locali è strettamente legato alla promessa del Signore. Egli è con voi. In lui è la vostra fiducia e la vostra forza! Possa dunque l’intera comunità cattolica di Taiwan essere confortata, incoraggiata e rinsaldata dalla celebrazione di questo incontro.

Come segno della mia fraterna e spirituale partecipazione, con gioia vi imparto una speciale apostolica benedizione.

Dal Vaticano, 2 febbraio 1988.

IOANNES PAULUS PP. II

 

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