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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI DOCENTI DELLA FEDERAZIONE ISTITUTI
DI ATTIVITÀ EDUCATIVA (FIDAE) DI ROMA E DEL LAZIO

Sabato, 28 gennaio 1989

 

Carissimi fratelli e sorelle!

1. Sono felice di incontrarvi, in occasione della festa di san Tommaso d’Aquino, celeste patrono della scuola cattolica, in questo tradizionale appuntamento organizzato dalla FIDAE del Lazio.

Oggi siete presenti particolarmente voi, insegnanti; ritornando a scuola lunedì dite agli alunni e ai genitori che il Papa li ringrazia per questa opportunità di incontrarvi tutti insieme.

Il bel tema della vostra giornata: “Una vita per una missione: educare oggi gli uomini del duemila”; è un’affermazione che ha il suo fondamento nel Vangelo: “Non c’è amore più grande di colui che dà la vita per i suoi amici” (Gv 15, 13). E voi rinnovate ogni giorno il dono di voi stessi ai vostri alunni con la vostra disponibilità. Ia vostra professionalità, la vostra dedizione senza limiti.

Continuate così l’opera iniziata dai fondatori e dalle fondatrici delle scuole cattoliche, i quali, sensibili ai problemi e alle necessità dei ragazzi e delle ragazze dei proprio tempo, inventarono e istituirono le scuole che corrispondessero alle loro esigenze. Essi entusiasmarono con la loro vita e i loro ideali uomini e donne, che si organizzarono e, vincendo ogni difficoltà, diedero vita alle istituzioni, nelle quali oggi svolgete la vostra missione educativa.

I ragazzi e i giovani che frequentano le vostre scuole sono numerosi, come ben sapete. Essi sono oltre centomila nel Lazio, dei quali circa ottantamila nella sola città di Roma. Questi sono gli uomini e le donne del duemila che testimonieranno la presenza e l’azione di Cristo nella società.

2. La professionalità, pertanto, è requisito essenziale della vostra missione, al fine di guidare i vostri alunni nella fatica e nell’avventura dello studio, col quale essi sviluppano le proprie capacità di comprensione e di giudizio della realtà. L’autenticità della vostra vita cristiana vi renda perciò autorevoli e induca all’ascolto i vostri studenti. La testimonianza di una vita impegnata aprirà i vostri ragazzi, piccoli e grandi, al dono del servizio secondo le proprie capacità e i bisogni che scoprono nei fratelli.

Studio, ascolto, servizio sono tre “momenti”, attraverso i quali i vostri alunni portano al pieno sviluppo quel processo educativo che solo una scuola pienamente consapevole e responsabile della sua delicata missione può garantire; non bastano infatti il cinema, la ricreazione e il campo sportivo. Nel quadro del processo educativo, dev’essere assicurata soprattutto una progressiva e serena maturazione intellettuale dell’alunno.

Alla luce della fede cristiana stimolate i giovani alla conoscenza dell’universo creato da Dio; accendete in essi l’amore della verità che esclude la superficialità nell’apprendere e nel giudicare. Ravvivate il senso cristiano, che rifiuta l’accettazione ingenua e acritica di molte affermazioni. Guidateli all’ordine, al metodo, alla precisione e al senso di responsabilità. Sostenetene il sacrificio e la perseveranza, richiesti al lavoro intellettuale.

Esso, infatti, se arricchito di questa dimensione religiosa, opera in più direzioni: stimola il rendimento scolastico; rafforza l’impegno per la formazione di una personalità veramente cristiana.

3. Le scuole cattoliche posseggono tutti gli elementi che consentono loro di rendere presente la Chiesa nella società, come vere e proprie istituzioni ecclesiali.

Esse sono luogo di evangelizzazione, di autentico apostolato, di azione pastorale, non già in forza di attività complementari o parallele o parascolastiche, ma per la natura stessa della loro azione, direttamente rivolta all’educazione della personalità cristiana.

Siate certi, cari fratelli e sorelle, che la vostra missione non è un fatto marginale o secondario nella missione educativa. Le scuole cattoliche infatti trovano la loro vera giustificazione nella missione stessa della Chiesa; si basano su un progetto educativo, in cui si fondano, in armonia di fede, la cultura e la vita. Per mezzo di esse la Chiesa particolare evangelizza, educa, collabora all’educazione di un costume moralmente sano e forte nel popolo.

La necessità delle scuole cattoliche si pone in tutta la sua chiara evidenza quale contributo allo sviluppo della missione del Popolo di Dio, al dialogo tra Chiesa e comunità degli uomini e alla tutela della libertà di coscienza.

Il vostro impegno perciò non è solo quello di conservare le opere che i vostri fondatori e le vostre fondatrici vi hanno lasciato in eredità, ma soprattutto quello di potenziarle e svilupparle per venire incontro alle nuove emergenze che coinvolgono i giovani; tra le quali vi ricordo le decine di migliaia di studenti che hanno evaso l’obbligo scolastico, i ragazzi che vivono in condizioni familiari difficili, quelli che si sono lasciati coinvolgere nella droga o nella violenza.

Sviluppate la vostra creatività in modo che un numero sempre maggiore di ragazzi e di giovani, che vivono situazioni di emarginazione, possano portare a termine la loro istruzione in un ambiente educativo che renda loro la dignità di uomo e possano incontrare Gesù Cristo, come salvatore. Quando i vostri fondatori e fondatrici aprirono le scuole, risposero ad una sensibilità che nasceva dall’amore per il Cristo che riconoscevano nel volto di bambini e giovani spesso abbandonati e senza istruzione. Oggi quella sensibilità è stata riconosciuta come diritto inalienabile ad essere istruiti e, come diritto fondamentale dei genitori a promuovere l’educazione dei propri figli.

4. Queste mie parole sono rivolte a tutti voi, religiosi e laici, perché, secondo il proprio stato di vita, tutti siete chiamati allo stesso modo a servire Cristo nei giovani, per portarli alla piena maturazione umana e cristiana.

Saluto pertanto le superiore e i superiori generali e provinciali e, mentre li ringrazio per la loro presenza, li incoraggio a farsi interpreti e sostenitori delle esigenze di tutte le scuole cattoliche e a sviluppare una reale solidarietà tra tutti voi, promovendo eventualmente istituzioni opportune in modo che nessuna scuola debba mai sentirsi sola, e sia garantita la dignità di ogni docente, in qualunque luogo abbia a svolgere il suo ministero educativo.

Una parola anche a voi, genitori, studenti e personale non docente che avete voluto accompagnare i vostri insegnanti: riconoscete sempre l’alto compito dei vostri educatori, collaborate con loro, vivete una piena comunione che, unendovi sempre più a Cristo via, verità e vita, faccia della vostra comunità educante una testimonianza viva della vostra fede. Tutti insieme siete responsabili della missione che la Chiesa affida alle scuole cattoliche, e siete segno di speranza per un futuro di giustizia e di pace.

La beata Vergine, sede della Sapienza, sia luce e guida al vostro cammino.

 

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