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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II AI PARTECIPANTI
AL CAPITOLO DEL TERZ’ORDINE REGOLARE DI SAN FRANCESCO

Giovedì, 15 giugno 1989

 

Carissimi fratelli!

1. Sono pervaso da francescana letizia nell’incontrare voi, membri del capitolo generale, convocato per aggiornare le costituzioni e per rinnovare le cariche elettive. In voi intendo salutare tutti i vostri confratelli, presenti ed operanti in varie parti del mondo con tutta la ricchezza e originalità del vostro carisma penitenziale.

Saluto anzitutto il ministro generale e il suo definitorio, augurando legittime soddisfazioni e felici risultati nel servizio dell’ordine, copiose opere di bene e frutti di santità.

2. La celebrazione del capitolo generale è un evento di grazia, il cui regista è lo Spirito Santo che illumina, dispone gli animi, plasma le menti e conferisce la necessaria forza operativa. Segno dell’unità nella carità (cf. Codex Iuris Canonici, can 631 § 1), il capitolo generale ha il compito di identificare ed approfondire i valori caratteristici, di tutelare il patrimonio storico-spirituale dell’ordine e promuovere un conveniente rinnovamento in sintonia con le mutevoli esigenze dei tempi e dei luoghi.

Le vostre costituzioni, aggiornate nello spirito della “Regola e vita dei fratelli e delle sorelle del Terzo Ordine di San Francesco”, da me approvato l’8 dicembre 1982, e in conformità al nuovo Codice di Diritto Canonico, devono salvaguardare la fedeltà dinamica al vostro carisma, senza rimpianti e senza compromessi, in piena fiducia nello Spirito.

3. L’identità evangelica e la missione ecclesiale del vostro ordine esigono sensibilità e discernimento, in modo da garantire il primato della vita spirituale e saper effettuare le scelte prioritarie sul piano dell’essere e dell’operare.

La Chiesa vigila perché gli istituti abbiano a crescere e a fiorire secondo lo spirito dei fondatori (cf. Lumen Gentium, 45) e le sane tradizioni (cf. Codex Iuris Canonici, can. 578).

4. Voi siete consapevoli che il vostro fondatore e padre, san Francesco d’Assisi, fu uomo del Vangelo ed apostolo della penitenza insegnata da Cristo. Accogliendo stimoli efficaci dalle precedenti e contemporanee esperienze ecclesiali, il Poverello amava qualificarsi “penitente di Assisi” (cf. Tre Compagni, 37) e con entusiasmo andava predicando la penitenza (cf. 1 Celano, 23).

Per sua iniziativa, sotto la chiara mozione dello Spirito, prese vita l’Ordine francescano della penitenza, poi detto “Terzo Ordine di San Francesco” e gradualmente articolato in Secolare e Regolare. A quest’ultimo appartenete voi e, in tempi posteriori, sono venuti a farne parte centinaia di istituti, maschili e femminili.

Ai seguaci nell’“Ordine della penitenza” san Francesco, nel 1215 e poi nel 1221, propose una forma di vita evangelica incentrata sulla metànoia, o conversione del cuore. Beati e benedetti - esclama il santo - quelli che fanno frutti degni di penitenza (1° Lettera ai fedeli, 1, 4).

Voi, cari fratelli, siete eredi fortunati di questa spiritualità penitenziale, che tanti frutti di santità ha donato alla Chiesa in ogni tempo.

5. È pure caratteristico del vostro carisma l’impegno nelle opere di misericordia, come servizio evangelico all’anima e al corpo dei fratelli, cioè a tutta la persona. Oggi, come ieri, voi siete interpellati dalle nuove forme di povertà e di emarginazione. Siate attenti al grido dei poveri e mettete in campo tutta la vostra generosità, convertendovi sempre di più al Dio vivente e al prossimo. Le “opere di conversione” sono infatti inseparabili dalla sincera penitenza.

6. La vostra “vita di penitenza”, nel suo binomio inscindibile di conversione interiore è concretezza di opere, è chiamata oggi a farsi voce anche di coloro che non sollevano lo sguardo a Dio, come lamenta il profeta (cf. Os 11, 7), e sono chiusi nell’angusto orizzonte dell’egocentrismo, immersi nelle preoccupazioni temporali. Voi, infatti, - ammonisce san Francesco - siete tenuti a fare di più e cose più grandi (cf. 2° Lettera ai fedeli, 36).

7. Sotto questo aspetto, mi congratulo sinceramente con voi per il vostro impegno missionario e per il dinamismo evangelico che anima il vostro ordine, operoso nell’umiltà e nella fede sincera.

Sempre e dovunque servite a tutte le fragranti parole del Signore nostro Gesù Cristo (cf. 2° Lettera ai fedeli, 2). Privilegiate i poveri e i deboli, gli infermi e i mendicanti della strada (cf. Regola e vita, n. 21). Date costante testimonianza di conversione evangelica e predicate anzitutto con le opere, come ammonisce san Francesco.

8. Non dimenticate però che san Francesco, proponendo ai suoi figli i lineamenti della vita penitenziale, ha posto a fondamento di tutto l’edificio spirituale il mandato evangelico dell’amore (cf. 1° Lettera ai fedeli 1, 1). Non c’è vera conversione se l’amore non plasma i vostri cuori prima di irradiarsi ai fratelli. Anche le molteplici attività cui attendete non sono veramente apostoliche, né i vostri servizi socio-caritativi possono dirsi “Opere di misericordia” se non scaturiscono da un cuore che ama secondo Dio. Amatevi dunque “con i fatti e nella verità” (Gv 3, 18), sentitevi costantemente fratelli e mostrate con le opere l’amore che avete tra voi, come esortava il vostro serafico padre.

9. Non posso concludere senza ricordare un avvenimento di particolare importanza per il vostro ordine e per tutto il francescanesimo. Sette secoli fa, il 18 agosto 1289, il mio predecessore e primo Papa francescano Niccolò IV promulgava la bolla Supra Montem” circa la “Regola e stile di vita dei fratelli e delle sorelle dell’Ordine della penitenza”, approvando così ufficialmente il movimento penitenziale francescano.

Le variegate celebrazioni della fausta ricorrenza gioveranno per meglio definire le vostre lontane radici storiche e spirituali, stimolando nel contempo rinnovati progetti di testimonianza e di azione apostolica sulla scia delle sane tradizioni.

10. Molti di voi si apprestano a rientrare nell’oasi delle rispettive fraternità religiose e a riprendere le attività loro assegnate dalla Provvidenza mediante la volontà dei superiori. I membri della nuova curia generale saranno invece occupati a mandare in atto, con vivo senso di fedeltà e responsabilità, le decisioni capitolari.

Vi assista sempre lo Spirito di verità e di amore, anche per la speciale intercessione di san Francesco e la materna protezione della Madonna della salute, che veglia da secoli sulla vostra casa generalizia.

Vi accompagni la mia benedizione apostolica, estensibile a tutti e singoli i confratelli dell’ordine.

 

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